Emmanuel Tcheknavorian – Auditorium Cariplo, Milano
La sala dell’Auditorium Fondazione Cariplo di Largo Mahler è gremita in ogni ordine di posti per l’esecuzione della Quinta Sinfonia di Gustav Mahler, una delle vette più ardite e complesse del repertorio sinfonico novecentesco. Fin dalle prime battute della celebre Trauermarsch (Marcia funebre), l’Orchestra Sinfonica di Milano ha mostrato la propria solidità e maturità interpretativa, sostenuta dalla direzione ispirata e lucidissima di Emmanuel Tcheknavorian. Composta tra il 1901 e il 1902, la Quinta rappresenta per Mahler un punto di svolta: l’abbandono del programma narrativo e la conquista di una nuova autonomia musicale. È una sinfonia senza voce ma densamente umana, un percorso che attraversa lutto, tormento e infine redenzione. Tcheknavorian ne ha restituito con chiarezza l’arco drammatico e psicologico, cogliendo la complessità delle sue stratificazioni emotive e costruendo una tensione continua, sempre al servizio del senso globale dell’opera. Il primo movimento, costruito sulla marcia funebre, è stato cesellato con grande equilibrio, senza mai indulgere in enfasi retoriche. Il secondo movimento, più impetuoso e tormentato, ha messo in risalto la coesione e la brillantezza dell’orchestra, in particolare degli archi e della sezione dei fiati, vera colonna portante della serata. Spicca il primo corno Sandro Ceccarelli, che ha offerto una prova di straordinaria qualità: suono squillante, chiaro, perfettamente sostenuto, sempre al servizio della musica e mai del virtuosismo fine a sé stesso. I suoi interventi solistici, dal lirismo del secondo movimento fino alle ardue chiamate del Finale, hanno donato all’esecuzione un carattere nobile e luminoso.

Accanto a lui, il giovanissimo prima tromba Alessandro Rosi ha letteralmente illuminato l’intera sinfonia con i suoi squilli, precisi, vibranti e sempre pieni di energia musicale. La sua sicurezza tecnica e la naturalezza del fraseggio hanno aggiunto una dimensione quasi epica ai momenti più drammatici dell’opera. L’Adagietto, cuore emotivo della sinfonia, è stato un momento di rara intensità. Tcheknavorian ha scelto tempi meditativi ma non statici, curando ogni sfumatura dinamica: un flusso sospeso, di struggente delicatezza, che ha conquistato la sala nel silenzio più assoluto. Nel Rondò-Finale, esplosione di vitalità e ottimismo, il direttore ha guidato l’orchestra con gesto chiaro e naturale, costruendo un crescendo di luminosa energia fino alla conclusione trionfante. Emmanuel Tcheknavorian, direttore austriaco di origini armene, classe 1995, ha diretto a memoria, segno di un controllo totale della partitura e di una profonda interiorizzazione del linguaggio mahleriano. La sua gestualità sobria e priva di manierismi, unita a una concentrazione assoluta, ha trasmesso fiducia e ispirazione all’orchestra. Musicista nato – già affermato violinista prima di dedicarsi alla direzione – Tcheknavorian possiede quella rara combinazione di rigore analitico e spontaneità emotiva che rende ogni suo concerto un’esperienza viva, pulsante. Sotto la sua guida, l’Orchestra Sinfonica di Milano ha raggiunto un risultato artistico di altissimo livello, confermandosi una delle realtà più solide e raffinate del panorama sinfonico italiano. Un’esecuzione formidabile, salutata da applausi lunghi e sinceri, che ha rivelato l’eccellenza della compagine milanese, l’arte dei suoi solisti e la forza comunicativa di un giovane direttore destinato a un futuro luminoso.
Gustav Mahler, Sinfonia n. 5
Orchestra Sinfonica di Milano
Direttore: Emmanuel Tcheknavorian
