Carmen – Teatro Grande, Brescia
Carmen di Georges Bizet al Teatro Grande di Brescia
“L’unica gioia al mondo è cominciare” sosteneva Cesare Pavese e noi vogliamo festeggiare con queste parole la nuova stagione operistica di Opera Lombardia che si annuncia ricca di titoli interessanti e con alcune vere rarità. È il Teatro Grande di Brescia a fare da capofila per questa produzione del capolavoro assoluto di Bizet, realizzata in coproduzione oltre che con i Teatri OperaLombardia, anche con il Teatro Comunale “Pavarotti-Freni” di Modena, il Teatro Municipale di Piacenza ed il Teatro “Alighieri” di Ravenna, una lunga tournée che questo amato titolo affronterà fino al prossimo anno.

Il nuovo allestimento proposto vede alla regia Stefano Vizioli e alle scene Emanuele Sinisi che ci portano in un mondo privo di particolari riferimenti temporali, una scena che è schiacciata da un cemento “brutalista”, uno spazio che diventa di volta in volta piazza, caserma e accampamento dei gitani. Questo colpo d’occhio austero è ravvivato, in alcuni momenti, da interessanti idee registiche, su tutte l’incontro fra Carmen e Don José su un grande tappeto di fiori rossi, insomma, per dirla con le parole di Gabriel García Márquez, “Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali”. Nello spettacolo trovano spazio anche i video, in scala di grigio, di Art Imaginarium Studio che si soffermano su visi e dettagli delle mani. I costumi di Annamaria Heinreich rimandano idealmente all’epoca della Spagna franchista. Le luci di Vincenzo Raponi, spesso radenti, hanno supportato al meglio lo spettacolo. Unica nota negativa è data dalle coreografie di Pierluigi Vanelli, che in più punti si sono dimostrate eccessivamente ingenue e poco aderenti all’immagine complessiva.

Una buona riuscita complessiva del versante visivo ma non da meno è stato quello musicale.
Sul podio della Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Sergio Alapont è protagonista di una prova ispirata ed emotivamente trascinate. Nella sua concertazione, infatti, percepiamo l’abbagliante calore della tradizione gitana, il fascino della seduzione di Carmen, il fuoco della passione che divora il cuore (e la mente di Don José) e, ancora, la purezza e la dolcezza di Micaëla. Una concertazione dal ritmo spedito e febbrile che non manca, tuttavia, di ritagliare preziose oasi liriche per i momenti di più intima riflessione. Una lettura efficace e stilisticamente coerente, ben supportata dalla compagine strumentale, capace di restituire un suono complessivamente limpido e compatto.
A vestire i panni della protagonista è Emilia Rukavina, la cui corposa vocalità, ampia e dal timbro screziato, ben si addice ad incarnare le inquietudini amorose di Carmen. Attraverso una emissione complessivamente ben controllata e una linea che vede nella pienezza dei centri il propio punto di forza, l’artista scandisce, con adeguata convinzione, l’evoluzione drammaturgica della vicenda. L’efficacia del fraseggio assicura, inoltre, la buona caratterizzazione dell’interprete.
Al suo fianco, Joseph Dahdah sigla una prova appassionata e del tutto convincente. Il timbro brunito e levigato, al servizio di una linea elegante e dalla spiccata musicalità, ben rappresenta le passioni e i tormenti del personaggio. Il tenore, infatti, sottolinea, con abilità scenica e perizia d’accento, la progressione psicologica di Don José, dal sincero trasporto per Micaëla all’improvvisa infatuazione per Carmen, sentimento, quest’ultimo, destinato ben presto a mutarsi in ossessione, cieca gelosia e furia omicida. Da segnalare, infine, la buona esecuzione della “romanza del fiore”, sinceramente apprezzata dal pubblico presente in sala.

Alessia Merepeza presta al personaggio di Micaëla la freschezza di uno strumento omogeneo e complessivamente ben organizzato. Efficace, inoltre, la caratterizzazione interpretativa, volta a sottolineare, in particolare, la determinazione e il coraggio di questa giovane donna.
Pablo Ruiz sembra trovarsi a proprio agio nel personaggio del torero Escamillo, cui dona la giusta credibilità vocale e sicurezza scenica.
Ben affiatato il duo delle “amiche-confidenti di Carmen”, Aoxue Zhu e Soraya Mencid, rispettivamente Mercédès e Frasquita, in ottima sintonia timbrica ed espressiva. Nelle due artiste si riconoscono, in particolare, il velluto vocale della prima e lo squillo della seconda.
Gustosissimi nei loro interventi sono, poi, William Allione e Gianluca Moro, ovvero Le Dancaire e Le Remendado, entrambi in evidenza per musicalità e per la disinvoltura sul palcoscenico, specie nel quintetto di secondo atto.
Completano la locandina, infine, il sonoro Moralès di Matteo Torcaso e il puntuale Zuniga di Nicola Ciancio.
Il Coro OperaLombardia, diretto da Diego Maccagnola, ben supporta le intenzioni del podio, coadiuvato dai bravi cantori delle voci bianche I Piccoli Musici di Casazza, istruiti da Mario Mora.
Successo festante al termine da parte di una sala esaurita in ogni ordine di posto.
E dopo il debutto bresciano, Carmen prosegue la propria tournée nei teatri del Circuito OperaLombardia raggiungendo, nelle prossime settimane, i palcoscenici di Cremona, Pavia, Como e Bergamo per poi approdare, in primavera, a Modena, Piacenza e Ravenna.
3 ottobre 2025. OperaLibera è tornata a vedere lo spettacolo in data 3 ottobre, in occasione della serata inaugurale del Teatro Ponchielli di Cremona. L’opera è andato in scena nonostante il previsto sciopero nazionale, dopo poche note, però, l’ouverture è stata interrotta da una rappresentanza dei lavoratori del teatro che hanno voluto dare un messaggio di solidarietà alla Palestina e hanno chiesto un minuto di silenzio al pubblico in sala.
Per la parte visiva dello spettacolo confermiamo le buone impressioni già avute al Teatro Grande di Brescia. Per quanto riguarda il versante musicale abbiamo assistito alla prova di un cast in parte differente.
Emanuela Pascu presta a Carmen la peculiarità e la generosità di una vocalità dalle tinte piacevolmente brunite. La linea, dall’ampia cavata, la vede a proprio agio nella scrittura di Bizet, cui l’artista dà vita con la profondità del registro grave e la ricchezza di quello centrale. La buona duttilità dell’emissione consente di caratterizzare, con adeguata credibilità, le diverse sfumature del personaggio. Una interpretazione complessivamente riuscita ed accattivante.
Rocio Faus riesce a coniugare la purezza di un timbro pastoso e squisitamente lirico con una organizzazione vocale padroneggiata con giusta sicurezza. Una Micaëla che sa essere tenera innamorata ma, anche, sufficientemente audace nell’affrontare la sua “rivale” in amore in terzo atto.
Inalterato il resto della locandina.
Ritroviamo, in particolare, la musicalità e lo slancio appassionato del Don José di Joseph Dahdah e, ancora, l’ammiccante spavalderia dell’Escamillo di Pablo Ruiz.
Alla guida dei complessi de I Pomeriggi Musicali, Sergio Alapont si conferma, infine, ottimo concertatore attraverso una lettura appassionata e di forte teatralità.
Il teatro, occupato in ogni ordine di posti, riserva a questa Carmen una accoglienza calorosa e festante e si prepara al prossimo appuntamento operistico: L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti.
CARMEN
Opéra-comique in quattro atti di Georges Bizet
Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
dalla novella di Prosper Mérimée
Don Josè Joseph Dahdah
Escamillo Pablo Ruiz
Le Dancaire William Allione
Le Remendado Gianluca Moro
Moralès Matteo Torcaso
Zuniga Nicola Ciancio
Carmen Emilia Rukavina – Emanuela Pascu (3.10)
Micaëla Alessia Merepeza – Rocio Faus (3.10)
Frasquita Soraya Mencid
Mercédès Aoxue Zhu
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Direttore Sergio Alapont
Coro OperaLombardia
Maestro del coro Diego Maccagnola
Coro di voci bianche I Piccoli Musici di Casazza
Maestro del Coro di voci bianche Mario Mora
Regia Stefano Vizioli
Scene Emanuele Sinisi
Costumi Anna Maria Heinreich
Luci Vincenzo Raponi
Coreografie e assistente regia Pierluigi Vanelli
Videomapping e visual Art Imaginarium Studio
Foto: Umberto Favretto
