Regine di cuori – Monteverdi Festival 2025, Cremona
È il Palazzo Fodri di Cremona ad essere scelto come palco, preziosissimo, per il concerto Regine di cuori con l’Ensemble Locatelli e la solista Margherita Maria Sala, applaudita Penelope de Il ritorno di Ulisse in patria. Si susseguono musiche di Marcello, Monteverdi, Purcell, Martini, Porpora e Caldara, pagine dedicate a mitologiche figure quali Arianna, Medea, Didone, Ottavia e Agrippina. Musica sublime che non può che essere esaltata dal meraviglioso cortile, ricco di fregi in cotto di chiara matrice lombarda, realizzati da Alberto Maffiolo da Carrara e da Rinaldo De Stauris, allievi dell’Amadeo, sul finire del Quattrocento.
In apertura viene eseguita la sinfonia dell’Arianna abbandonata di Benedetto Marcello, le cui volute dal sapore baroccheggiante, trovano terreno fertile nell’estro contrapountostico dall’Ensemble Locatelli, ottimamente guidato da Thomas Chigioni impegnato, tra l’altro, al violoncello. Una gara di bravura, in ogni caso, fra tutti i musicisti della compagine strumentale, Jérémie Chigioni e Ulrike Slowik ai violini, Nicola Sangaletti alla viola e Francesco Olivero alla tiorba.
Segue una pagina che non ha certo bisogno di presentazioni: il celeberrimo Lamento di Arianna, unico frammento sopravvissuto dell’omonima opera di Claudio Monteverdi. Una pagina senza tempo, un costrutto musicale di commovente drammaticità che trova, nel timbro caldo e screziato di Margherita Sala, una interpretazione toccante e commovente.
La seconda eroina del concerto è Didone, qui omaggiata con l’opera Dido and Aeneas del compositore anglosassone Henry Purcell. Si parte, dunque, dall’ouverture, eseguita con grande precisione e raffinatezza dai musicisti dell’Ensemble Locatelli. Subito dopo, è interessante scoprire come la regina di Cartagine venga dipinta dalla musica di Giovanni Battista Martini con la cantata, ritrovata nella Biblioteca di Bologna e qui eseguita per la prima volta in epoca moderna, Dido infelice. Una scena articolata che, grazie alla naturale espressività della voce della Sala, viene dipinta con un fraseggio asciutto e di immediata teatralità, innestato su lunghe arcate melodiche.
E’ ora la volta di Agrippina, ovvero della sinfonia dall’opera omonima di Nicola Porpora. Un pezzo di singolare incisività, sbalzato con cura ed efficacia dai musicisti del Locatelli.
La conclusione del programma celebra Medea, una donna iconica e mitologica, qui proposta nella lettura del compositore Antonio Caldara. Una cantata che consente all’arte di Margherita Sala di esprimersi attraverso tutto il suo magistero tecnico ed espressivo. Il dolore si fa furore e quindi vendetta, una progressione emotiva straordinariamente sottolineata dalla densità e duttilità del mezzo del contralto lombardo. Una esecuzione che travolge, inoltre, per la forza di una espressività ricercata e quantomai pregnante.
Agli applausi copiosi ed insistenti dei presenti, particolarmente numerosi, gli artisti decidono di dedicare un bis: la ninna nanna Dormi, o fulmine di guerra, dall’oratorio Giuditta di Alessandro Scarlatti. Un brano dolcissimo e delicatissimo, dal tempo sospeso e dalle melodie quasi sussurrate. Un fraseggio musicale creato attraverso un semplice, quanto affascinante, gioco di dinamiche, condotte straordinariamente dalla vocalità tornita e seducente di Margherita Sala.
Si poteva forse scegliere un commiato migliore dal pubblico?
REGINE DI CUORI
Musiche di B. Marcello, C. Monteverdi, H. Purcell, G. B. Martini, N. Porpora, A. Caldara
Margherita Maria Sala – contralto
Thomas Chigioni – direttore
Ensemble Locatelli
Jérémie Chigioni, Ulrike Slowik – violini
Nicola Sangaletti – viola
Francesco Olivero – tiorba
Thomas Chigioni – violoncello
Foto: Monteverdi Festival 2025