Andrea Chénier – Teatro Regio, Torino
“Fu in quel dolor che a me venne l’amor” racconta Maddalena a Gérard nella grande scena che li vede protagonisti nel terzo quadro in una delle arie più celebri di tutto il repertorio operistico ed è questo il fil rouge che lega l’intero impianto registico ideato da Giancarlo Del Monaco per l’Andrea Chénier di Umberto Giordano ora in scena al Teatro Regio di Torino e gran finale di questa riuscitissima stagione 2024/2025. Si parte da un primo quadro di ambientazione settecentesca, come da libretto, dove tra i panier, le parrucche, i fazzoletti e le sete irrompono alcuni rivoluzionari con un bambino morto in braccio seguiti da minacciosi soldati in moderna tenuta da assalto che uccidono un ballerino vestito da fauno, membro degli artisti assoldati dalla Contessa di Coigny per i divertimenti (deliziose le coreografie di Barbara Staffolani) : è la fine dell’ancien regime, dell’innocenza e della spensieratezza. Rivoluzione è dunque nella visione di Del Monaco sinonimo di violenza, distruzione, dolore e morte in qualsiasi epoca; ci si muove dal periodo della Rivoluzione francese agli anni ‘30 e ’40 e infine ’90 del Novecento in un mondo distopico e brutale dove solo l’amicizia e l’amore possono portare uno spiraglio di luce, mantenendoci ancorati alla parte migliore dell’umanità. Traspare una concezione eccessivamente negativa dell’anelito al miglioramento che è impulso di ogni rivoluzione: Nel ragionamento di Del Monaco le rivoluzioni nascono da utopie ma “le utopie non funzionano mai” e “producono un disastro” diventando “sempre distopie”. Difficile inoltre giustificare l’aver accostato attraverso la violenza comune a quei momenti storici un’esperienza certo dispotica e sanguinaria come il Terrore ai totalitarismi novecenteschi e ancora più debole è il collegamento tra il suddetto periodo e gli anni ’90.

Efficacissima invece è la costruzione dei rapporti tra i personaggi e delle singole personalità nonché di grande impatto l’aspetto visivo dell’allestimento. Sono ricche e immersive le scene di Daniel Bianco che riproducono il luminoso interno di un palazzo nobiliare nel primo quadro, come accennato, l’esterno di una base militare nel secondo, un cupo archivio e una tribuna che separa pubblico e processo con alte sbarre nel terzo ed infine il cortile di una prigione sui cui muri campeggiano numerosi graffiti nel quarto quadro. Di respiro pittorico e veramente incisivi i movimenti delle masse, coadiuvati nella resa dall’ottima gestione delle luci di Vladi Spigarolo, i quali ricordano certe tele di Delacroix o Géricault e consolidano la maestosità dell’intero allestimento. Azzeccati i costumi di Jesús Ruiz, dai toni pastello del primo atto alle tinte fredde di un mondo al quale la tragedia ha tolto colore nel quale spiccano la tenuta in pelle nera di Gérard, che porta subito alla mente certe ben note immagini di Adolf Hitler, ed i luccicanti abiti di lustrini argentati delle “Merveilleuses”.

Notevolissima la resa musicale a partire dal gradito e atteso debutto di Andrea Battistoni in qualità di nuovo direttore musicale del Teatro Regio che guida l’orchestra in una lettura tesa e vibrante, dal respiro sinfonico, nella quale ogni sezione della compagine ha occasione di risaltare al suo meglio. Come sempre eccellente anche l’intero Coro, preparato da Ulisse Trabacchin, impeccabile in ciascuno dei suoi interventi. Di altissimo livello è poi l’intero cast vocale assemblato: Gregory Kunde nel ruolo del titolo, di ritorno al Teatro Regio dopo la Juive vincitrice del Premio Abbiati, che apriva la stagione 2023/2024, colpisce ancora una volta appieno nel segno sfoggiando uno strumento sempre fresco ed agile e la cura per la parola a cui ci ha abituati. Meritatamente calorosi gli applausi a seguito di ognuna delle arie.

Incisiva anche l’interpretazione di Franco Vassallo nei panni di Carlo Gérard che sigla un monologo iniziale impeccabile ed un “Nemico della patria” indimenticabile per l’efficacia del fraseggio e la perizia tecnica. Completa il trio di protagonisti Maria Agresta come Maddalena, trio che vede riunirsi in palcoscenico parte del cast degli entusiasmanti Vespri Siciliani del 2011 andati in scena al Regio in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Agresta porta al ruolo la giusta miscela di dolcezza, passione, ingenuità giovanile e distinta risolutezza tracciando con efficacia il percorso del suo personaggio con un impiego dosato e ottimale di tutte le caratteristiche del suo strumento.

Benissimo anche il nutrito cast di comprimari: Mara Gaudenzi è una Bersi dal timbro suadente e dall’impeccabile organizzazione vocale, Manuela Custer è una memorabile Madelon il cui intervento risulta tanto significativo da creare quel momento di emozionata aposiopesi che sicuramente Giordano e Illica si auspicavano per questo personaggio; buonissima impressione destano poi il sollecito Roucher di Adriano Gramigni, Nicolò Ceriani nel doppio ruolo e convincente in entrambi, del fatuo Fléville e dell’inflessibile accusatore di Chénier, Fouquier-Tinville (nel cui personaggio si coglie indubbiamente una citazione al Dottor Stranamore di Stanley Kubrick), Vincenzo Nizzardo nei panni del veemente Mathieu e l’efficace “Incredibile” di Riccardo Rados. Chiudono in bellezza la stagione anche i membri del Regio Ensemble: Daniel Umbelino, espressivo Abate, Tyler Zimmermann, severo Dumas, e Janusz Nosek, compassionevole Schmidt. Dunque veramente un gran finale di stagione, salutato con calore e convinto successo dal pubblico presente in sala. Non resta che attendere i prossimi successi del Regio e nel frattempo godersi i concerti che si terranno nella Corte d’Onore di Palazzo Reale tra il 2 ed il 24 luglio. Ad maiora caro Teatro Regio!
ANDREA CHÉNIER
Dramma di ambiente storico
scritto in quattro quadri da Luigi Illica
Musica di Umberto Giordano
Andrea Chénier Gregory Kunde
Carlo Gérard Franco Vassallo
Maddadena di Coigny Maria Agresta
La mulatta Bersi Mara Gaudenzi
La Contessa di Coigny Federica Giansanti
Madelon Manuela Custer
Roucher Adriano Gramigni
Pietro Fléville/Fouquier-Tinville Nicolò Ceriani
Mathieu Vincenzo Nizzardo
Un “incredibile” Riccardo Rados
L’Abate Daniel Umbelino*
Dumas Tyler Zimmerman*
Schmidt Janusz Nosek*
Il maestro di casa Marco Sportelli
Una pescivendola Eun Young Jang
*Artisti del Regio Ensemble
Orchestra Teatro Regio Torino
Coro del Teatro Regio di Torino
Direttore Andrea Battistoni
Maestro del coro Ulisse Trabacchin
Regia Giancarlo Del Monaco
Scene Daniel Bianco
Costumi Jesús Ruiz
Luci Vladi Spigarolo
Coreografia e assistente alla regia Barbara Staffolani
assistente del direttore d’orchestra Matteo Dal Maso
assistenti alle scene Isidoro Lopez-Puget Ponce
Nuovo allestimento Teatro Regio Torino
Foto di Daniele Ratti e Mattia Gaido cortesia del Teatro Regio