Spettacoli

Výlety páně Broučkovy (Le escursioni del Signor Broučkovy) – Teatr Wielki, Poznań

Le escursioni del signor Brouček, il capolavoro del compositore ceco Leoš Janáček, figlio strepitoso del diciannovesimo secolo, ha conquistato, il 15 marzo 2024, il Gran Teatro di Poznań durante la prima polacca di questo titolo insolito. Non è però la prima opera di questo autore, ancora semi-sconosciuto in Polonia, nonostante il passare del tempo, ad essere messa in scena sul palcoscenico posnaniano: ricordiamo infatti una straordinaria edizione di Jenufa nel 2016. In ogni caso, a giudicare dalle reazioni del pubblico, l’eccentrico signor Brouček insieme al suo compositore hanno ancora tanto da dire al pubblico contemporaneo.

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Karol Kozłowski e Monika Mych-Nowicka

La storia narrata è sicuramente particolare: in bilico fra assurdo e grottesco. In un certo senso ci troviamo davanti alla vera essenza del teatro d’avanguardia: il signor Brouček, un frequentatore abituale di una birreria di Praga, ha un rimedio per tutti i mali che affliggono il mondo: un bicchiere di birra. Mortalmente stanco della sua esistenza oziosa, l’estimatore di bevande luppolate decide, alla fine, di lasciare il grigiore della sua vita e si avventura in un viaggio pazzesco. Inizialmente si reca sulla luna, un luogo però infelice per il povero viaggiatore, visto che i “Lunari” non mangiano e non bevono. Arriva poi in un campo abitato da ussiti, questi “guerrieri di Dio” non tardano a riconoscere il vero amore del praghese, cioè, il cibo e le bevande. Alla fine del suo peregrinare, il povero Brouček capisce, a proprie spese, che il viaggio migliore per lui è quello verso la locanda, in una botte di birra vuota, dove può concendersi un sonno ristoratore.

La messa in scena presentata a Poznań è già andata in scena al Grange Park Opera House, nel Surrey. Non un nuovo allestimento quindi ma un adattamento per il palscoscenico del Teatro Wielki. La regia è stata affidata a David Pountney, che il pubblico di Poznań conosce già per Otello, andato in scena qui lo scorso anno. La sua idea visiva è ben consonante con la musica di Janáček, e crea una piacevole fusione molto armonica, risultando così logica e funzionale. Un allestimento che fa riflettere, incuriosisce e sicuramente non lascia indifferenti. Splendide le scene di Leslie Travers (grandi, colorate, certamente costose – ah, quell’intaglio di una forchetta infilata in un’enorme salsiccia); bellissimi i costumi di Marie-Jeanne Lecca. Magari, nel nostro presente, un uomo en travesti non fa più scalpore, ma questo ovviamente non è colpa né del regista, né della scenografa. Particolarmente degna di nota è la direzione musicale di Katarzyna Tomala-Jedynak, grazie a lei si crea un equilibrio perfetto tra l’orchestra e i cantanti, la qualità del suono penetra letteralmente le orecchie e arriva gioiosamente fino al cervello. Il Brouček é sicuramente un’opera più cerebrale che sentimentale, va analizzata e capita, e se,  magari, al primo ascolto non è così intellegibile, lo diventa grazie al tocco di Tomala-Jedynak. Una donna capace e di successo, come moltissime altre ma che raramente trovano modo di affermarsi: sicuramente una boccata d’aria fresca per il mondo della musica. 

L’anonimo signor Brouček è stato interpretato dal tenore Karol Kozlowski, un cantante incredibilmente sensibile, musicale ed espressivo. Kozłowski trasmette brillantemente la natura grottesca del suo personaggio, utilizzando alla perfezione sia la sua voce soave che il suo corpo flessuoso. È un artista dotato di grande sensibilità artistica e talento comico, e gioca con il ruolo e lo rende grazioso, anche nei momenti più assurdi.

Ma lo sappiamo, il teatro è un lavoro collettivo, che non si basa mai su una sola persona, eccolo allora circondato da un cast di alto livello. 

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Rafał Żurek

A partire da Monika Mych-Nowicka nei panni di Málinka, Etherea e Kunka: incanta con la sua voce perlacea e cristallina. Anche dal lato interpretativo, risulta capace di creare ruoli ben differenziati e godibili, una prova anche fisicamente impegnativa.

Allo stesso modo fa Rafał Żurek (Mazal, Blankytný, Svatopluk, Petřík), un tenore giovane e bravo, dotato di un volto luminoso e allegro e di un talento comico alla Monty Python, perfetto per questa pazzesca opera di Janáček.

Inoltre, caratteristici nei loro ruoli, convincenti sia nella recitazione che nella vocalità, sono stati Sebastian Szumski (Würfl, Patron, Konšel) e Bartłomiej Misiuda (Sakristán, Lunarbor, Domšík). Anna Lubańska aveva invece un solo ruolo, ovvero Kedruta, che è stato però disegnato in modo fantastico. È impossibile poi omettere di citare il coro sotto la direzione di Mariusz Otto, vivace, audace e presente. Capace di adattarsi alla scena riempiendola con la suo energia positiva.

Non sappiamo se dopo la recita del 21 marzo lo spettacolo sarà riproposto. È pur sempre un titolo complesso, mentalmente impegnativo, cantato in ceco il che lo rende anche meno fruibile. Ma possiamo dirvi, senza alcun dubbio, che è uno spettacolo da vedere. Soprattutto perché anche gli artisti si godono lo spettacolo, si divertono e questa loro gioia arriva splendidamente a tutto il pubblico. 

Výlety páně Broučkovy (Le escursioni del Signor Broučkovy)
Opera di Leoš Janáček 

Il signor Broučkovy Karol Kozlowski
Málinka, Etherea, Kunka Monika Mych-Nowicka
Mazal, Blankytný, Svatopluk, Petřík Rafał Żurek
Würfl, Patron, Konšel Sebastian Szumski
Sakristán, Lunarbor, Domšík Bartłomiej Misiuda
Potboy, Bambino Prodigio: Natalia Puczniewska-Braun
Kedruta Anna Lubanska
Studente, Prof. Panicova, Vacek Tomasz Mazur
Studente, Prof. Allova Bartłomiej Szczeszek
Studente, Prof. Voiceova, Miroslav Tomasz Raczkiewicz
Taboryta 1, Artista 1 Michał Korzeniowski
Taboryta 2 Albert Rugel
Artista 2 Maciej Marcinkowski
Ballerini Anna Gumna, Yui Matsuya, Silvia Molendino, Daria Ozga, Karolina Sierant, Marta Wiszczuk, Juza Koizumi, Massimiliano Romano

Direttore Katarzyna Tomala-Jedynak
Coro e Orchestra del Gran Teatro di Poznan
Direttore del coro Mariusz Otto

Regia David Pountney
Scene Leslie Travers
Costumi Marie-Jeanne Lecca
Coreografia e regia del revival Lynne Hockney
Luci Tim Mitchell

Foto: Maciej Zakrzewski

Articolo di Marta Janiak