Vespro della Beata Vergine – Monteverdi Festival 2025, Cremona
Il Monteverdi Festival di Cremona giunge alla sua quarantaduesima edizione.
“Il barocco è una reazione «coloristica» e fantastica alla «forma» e al razionalismo rinascimentale, col quale come spirito non ha niente di comune”. Così sosteneva il critico d’arte Matteo Marangoni e non possiamo che condividere queste parole, ancora più lampanti se ci troviamo a contemplare la maestosa ancona barocca dello scultore Giacomo Bertesi, mentre ascoltiamo la sempre sconvolgente musica di Claudio Monteverdi. Per la precisione stiamo parlando del Vespro della Beata Vergine, pubblicato nel 1610 a Venezia, ed eseguito per il quarantaduesimo Monteverdi Festival nella bella chiesa dei Santi Marcellino e Pietro di Cremona. Per quello che sta diventando quasi un appuntamento fisso di apertura della kermesse, quest’anno si è scelto un direttore di fama Internazionale: Jordi Savall, che onora il Festival con la sua grande esperienza e competenza nel settore della musica rinascimentale e barocca. Al suo fianco il complesso vocale La Capella Reail de Catalunya e l’orchestra Le Concert des Nations, due realtà prestigiose e oggi assai note fortemente volute e create rispettivamente nel 1987 e 1989 dallo stesso maestro Savall.
Il Vespro della Beata Vergine non rappresenta solo uno dei massimi capolavori del compositore cremonese ma può essere ascritto, a buon diritto, tra i titoli di riferimento dell’intera storia della musica. Una struttura articolata, sviluppata in forme ed espressioni peculiari, virtuosistiche e, sovente, differenti tra loro. Un compendio di tutta la bravura e l’arte monteverdiana che, a distanza di oltre quattro secoli dalla sua prima esecuzione, riesce ancora a stupire ed emozionare.
Protagonista indiscusso della serata, come si diceva poc’anzi, è Jordi Savall che può contare oggi ben pochi rivali in questo repertorio. Il direttore spagnolo, come illustrato nelle note contenute nel programma di sala, coglie tutto il sapore rivoluzionario di un componimento che vede nella sperimentazione uno dei suoi tratti distintivi. Ancor più essenziale, poi, è la centralità della parola, il verbo che si fa espressione e specchio dell’animo umano. Ragion per cui, questa partitura è da considerarsi un esempio preclaro e altrettanto fondamentale di quel “recitar cantando” di cui Monteverdi si fa autore e testimone più significativo della storia del teatro in musica.

Il direttore catalano, dalla gestualità essenziale e misurata, cesella il fraseggio musicale mostrando una meticolosa attenzione al più piccolo dettaglio. La frastagliata scrittura monteverdiana si combina mirabilmente in un disegno complessivo di rara ispirazione, sonorità impalpabili si articolano tra loro dando vita ad un costrutto di carezzevole morbidezza e toccante spiritualità.
Dopo l’Intonatio, scolpita dalla raggiante vocalità di Mauro Borgioni, si materializza una esperienza unica ed irripetibile, pervasa da tensione costante e vivacità teatrale. Tanti i momenti da ricordare nel corso della serata e, tra tutti, non possiamo non citare l’Audi Coelum con l’uso suggestivo dell’eco fuori scena (anzi dietro l’altare) o l’estatico Magnificat con la sua grandiosità ultraterrena.
Il magistero di Savall prende forma grazie alla straordinaria bravura dei complessi de La Capella Reial de Catalunya e de Le Concert des Nations, magnifici nella ricerca di un suono pulito, omogeneo e di ineffabile leggerezza. Palpabile ed evidente l’intesa con il podio, una sinergia profonda e di rara incisività.
Altrettanto riuscito il comparto vocale impegnato nell’esecuzione.
Le parti sopranili sono affidate ad Elionor Martínez ed Anna Piroli, entrambe in possesso di una linea luminosa e dalla spiccata musicalità.
Una menzione d’onore, poi, è tutta per Mauro Borgioni, in evidenza per la pienezza di uno strumento ampio, ben proiettato e naturalmente espressivo.
Molto bene anche i registri tenorili, lo squillante e carismatico Jorge Navarro Colorado e Martí Doñate, sicuro e ben timbrato nell’emissione.
Grande attenzione alla dizione e all’intenzione viene manifestata dai contraltisti David Sagastume e Daniel Folqué.
Un plauso, infine, a Guglielmo Buonsanti, dalla vocalità sonora e vellutata.
Al termine dell’ultimo accordo del Magnificat, il numerosissimo pubblico presente sembra trattenere il fiato per alcuni istanti prima di scatenarsi in un boato di acclamazioni che sottolineano, così, un meritatissimo trionfo per una esecuzione da ricordare.
Monteverdi Festival 2025
VESPRO DELLA BEATA VERGINE
da concerto composto sopra canti fermi, a sei voci e sei strumenti
Musica di Claudio Monteverdi
La Capella Reial de Catalunya
Le Concert des Nations
Jordi Savall direttore
Elionor Martínez, Anna Piroli soprani
David Sagastume, Daniel Folqué contraltisti
Jorge Navarro Colorado, Martí Doñate tenori
Mauro Borgioni baritono
Guglielmo Buonsanti basso
La Capella Reial de Catalunya
Lluís Vilamajó preparazione dell’ensemble vocale
Le Concert des Nations
Manfredo Kraemer primo violino
Foto: Lorenzo Gorini