Palestrina’s Requiem – Monteverdi Festival 2025, Cremona
1525. A Palestrina, nelle vicinanze di Roma, nasce Giovanni Pierluigi, destinato a divenire un compositore ed organista italiano tra i più importanti del Rinascimento europeo. Fondamentale fu, per la storia della musica, il suo contributo nella definizione e strutturazione della polifonia sacra, declinata in un perfetto equilibrio tra estetica e spiritualità. Cinquecento anni più tardi all’ombra del Torrazzo di Cremona, nella suggestiva cornice della Chiesa di San Marcellino, la musica di Palestrina è indiscussa protagonista di uno dei concerti più attesi della Quarantaduesima edizione del Monteverdi Festival.
Viene proposta, in particolare, la Missa pro defunctis cum quinque vocibus in una nuova edizione critica a cura di Riccardo Pintus. Una prima esecuzione assoluta, basata su di un manoscritto, coevo all’operato palestriniano e proveniente dall’archivio della Cappella Giulia, Biblioteca Apostolica Vaticana. La principale innovazione di questa versione consiste, tra l’altro, nell’inserimento del responsorio Libera me, Domine a cinque voci, a lungo considerato di dubbia attribuzione.

Una proposta culturale di tale levatura non poteva che richiedere esecutori magistrali; quale migliore scelta, allora, se non l’ensemble britannico Tallis Scholars, autentico punto di riferimento della polifonia sacra, guidato dal “suo” fondatore, il Maestro Peter Phillips. Il componimento di Palestrina, caratterizzato dal rigore formale e dalla sobrietà stilistica, sembra trovare nuova vita nella magnifica esecuzione di Tallis Scholars (una compagine a dieci voci, ovvero due soprani, due contralti, quattro tenori e due bassi), guidati dal gesto asciutto ed incisivo di Phillips.
Le linee melodiche si intersecano tra esaltazione e raccoglimento in una atmosfera generale di accesa spiritualità. La pluriennale intesa tra i cantori e il direttore si traduce in una perfezione assoluta, tra figure dinamiche, armonie, pause, silenzi che, combinandosi tra loro, danno vita ad un unicum intriso di una espressività ancestrale e struggente. Fondamentale è, in tale contesto, l’attenzione al cesello e alla chiarezza dell’accento, sempre sfumato e variegato.
Il programma della serata si completa, come è giusto che sia, con alcuni brani della produzione monteverdiana.
Il primo è il mottetto Lauda Jerusalem (SV 203), sbalzato dai dieci artisti dei Tallis Scholars con un canto dall’intonazione straordinariamente controllata ed articolato attraverso una dizione nitidissima.
A seguire, poi, la Messa in sol minore a quattro voci (SV 190), componimento dal caratteristico rigore stilistico. Il canto dei Tallis si ammanta di raffinata sobrietà e risponde ottimamente alle meticolose indicazioni del gesto misurato e precisissimo di Phillips.
In conclusione viene proposto il Laudate pueri Dominum (SV 196) che, rispetto al precedente, si contraddistingue da una linea più brillante e vivace, impreziosita dalla ritrovata maestria tecnica ed espressiva dei cantanti e ricamata con effimera dolcezza dal direttore.
Una serata salutata dal numeroso pubblico presente con applausi festosi, dinanzi ai quali i protagonisti del concerto hanno concesso un bis, Regina Coeli di Nicolas Gombert, altro meraviglioso momento di eterea perfezione.
PALESTRINA’S REQUIEM
Prima esecuzione mondiale della nuova edizione critica del Requiem di Palestrina
Musiche di Claudio Monteverdi, Giovanni Pierluigi da Palestrina
PETER PHILLIPS – direzione
TALLIS SCHOLARS
Foto: Francesca Faelutti