Spettacoli

Tosca

Tosca di Giacomo Puccini fa il tutto esaurito al Teatro Coccia di Novara

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Francesco Landolfi

“Noi artisti siamo dotati di una particolare sensibilità nell’assorbire e nell’esprimere quello che ci sta attorno, a volte senza nemmeno capire dove si può arrivare.” Così sosteneva Arnaldo Pomodoro e questa Tosca andata in scena al Teatro Coccia di Novara è proprio nata nella mente del regista Renato Bonajuto come una sorta di mediazione fra il passato e la contemporaneità, uno specchio che unisce suggestioni diverse, epoche e mondi. L’idea di base è meditata ed affascinante: se nella chiesa di Sant’Andrea della Valle (dove è ambientato il primo atto) Tosca poteva vedere i grandi affreschi del caravaggista Mattia Preti, la Tosca di oggi sarà circondata dall’opera del pittore che oggi, per il suo peculiare stile, è considerato quasi un neo caravaggista: Giovanni Gasparro. L’artista firma, per la prima volta, una scena teatrale, aiutato da Danilo Coppola. Il risultato è originale: una impostazione tradizionale e rispettosa del libretto, impreziosita dalle opere del pittore che stanno splendidamente in bilico fra classicità e contemporaneità. In ogni atto particolarmente evidente è il rimando alla figura di San Michele Arcangelo, simbolo di quel senso di giustizia divina che permea tutta l’opera: Tosca gettandosi proprio da Castel Sant’Angelo chiede a Dio di giudicare lei e Scarpia. Completano la parte visiva le luci, sempre ispirate, di Ivan Pastrovicchio ed i costumi del bravissimo Artemio Cabassi: abiti che rileggono con rigore ed un pizzico di estro l’epoca storica della vicenda. Insomma Renato Bonajuto firma, come sempre, uno spettacolo che è arte nell’arte, un omaggio pieno di amore per il bello.

Ottima anche la parte musicale. 

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Tosca, Teatro Coccia di Novara, 2022.

Il Maestro Fabrizio Maria Carminati offre dal podio una lettura incisiva e ben riuscita del capolavoro pucciniano. Un’interpretazione, la sua, nel solco della tradizione esecutiva e in grado di far risaltare le diverse dinamiche e i molteplici colori di cui è disseminata la partitura. Carminati mantiene costante l’equilibrio tra le sonorità orchestrali e sostiene con efficacia gli artisti presenti in palcoscenico. Il gesto del maestro è ben supportato, inoltre, dall’Orchestra Filarmonica Italiana che in questa occasione si fa apprezzare per la capacità di tratteggiare, con politezza e precisione esecutiva, la tensione narrativa dei diversi snodi della drammaturgia.

Nel ruolo della protagonista, il soprano inglese Charlotte-Anne Shipley sfoggia uno strumento dal colore non sempre suadente ma che sa essere solido e sicuro, controllato in tutti i registri e poderoso in acuto (sempre a fuoco le roventi ascese nel registro superiore di secondo atto così come il tremendo “do” della lama in terzo). Il fraseggio è sempre curato, convincente, a fuoco la presenza scenica (valorizzata dai già citati splendidi costumi di Artemio Cabassi). Tosca, si sa, è un ruolo da autentica primadonna e di tanto in tanto si è avvertita la mancanza di quell’allure in grado di elevare la prestazione del soprano oltre la pur ottima esecuzione.

Trionfatore della serata è, senza dubbio, il Mario Cavaradossi di Luciano Ganci. Il tenore romano, in possesso di una vocalità preziosa per timbro e colore, sembra trovare in questo personaggio uno dei suoi ruoli d’elezione. Il mezzo vocale, contraddistinto da innata musicalità, si adatta con grande morbidezza alle esigenze della scrittura pucciniana e, con ricchezza di armonici, si espande generoso e squillante in sala. Curatissimo il fraseggio, impreziosito da suggestive sfumature; disinvolta e naturale la presenza sulla scena. Ganci si dimostra, anche in questa occasione, interprete trascinante e coinvolgente: l’esecuzione della celeberrima “E lucean le stelle”, resa con suggestive mezzevoci e intensità di fraseggio, viene accolta da una grande ovazione del pubblico che ne richiede a gran voce la ripetizione, poi generosamente concessa. 

Francesco Landolfi, nel ruolo di Scarpia, convince per il trasporto del fraseggio e l’incisività dell’accento. Il baritono si mostra artista di grande intelligenza e riesce a piegare la voce, non particolarmente seducente per colore ed ampiezza, ad un fraseggio musicale intenso e ben scolpito. Anche scenicamente risulta sempre partecipe e credibile nel tratteggiare un barone nobile ed altero. 

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Charlotte-Anne Shipley e Luciano Ganci

Ottima la prova di Stefano Marchisio, qui chiamato a vestire il doppio ruolo di Sagrestano e Sciarrone. Colpisce in particolare il suo Sagrestano valorizzato con voce squillante e fraseggio penetrante. Irresistibile, inoltre, la presenza scenica, ironica e gustosa, ma, ad un contempo, scevra da facili gigionerie.

Spicca l’Angelotti di Graziano Dellavalle, vocalmente poderoso e ben rifinito e scenicamente efficace. L’artista è chiamato ad impersonare in terzo atto anche il ruolo del Carceriere, affrontato con credibilità e convinzione.

Note positive anche per lo Spoletta, scenicamente insinuante e vocalmente pungente di Saverio Pugliese.

Completa la locandina Giacomo d’Ambrosio nel ruolo del pastorello.

Corretta la prova del Coro San Gregorio Magno, diretto dal Maestro Mauro Trombetta; maggiormente a fuoco il Coro delle Voci bianche del Teatro Coccia, diretto dal maestro Paolo Beretta e dal Maestro Alberto Veggiotti.

Al termine dello spettacolo, gli spettatori, che finalmente esaurivano la rosata sala del Coccia, hanno riservato applausi ed acclamazioni per tutta la compagnia, da tanto tempo non si ricordava a Novara un pubblico così caloroso ed entusiasta. 

TOSCA
Opera in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Musica di Giacomo Puccini

Tosca Charlotte-Anne Shipley
Cavaradossi Luciano Ganci
Scarpia Francesco Landolfi
Sagrestano/Sciarrone Stefano Marchisio
Angelotti/Un carceriere Graziano Dellavalle
Spoletta Saverio Pugliese

Orchestra Filarmonica Italiana
Direttore Fabrizio Maria Carminati
Coro San Gregorio Magno
Maestro del coro Mauro Trombetta
Coro delle voci bianche del Teatro Coccia
Maestri del coro Paolo Beretta e Alberto Veggiotti
Regia Renato Bonajuto
Scene Giovanni Gasparro e Danilo Coppola
Costumi Artemio Cabassi
Luci Ivan Pastrovicchio

FOTO: MARIO FINOTTI