Spettacoli

Silvano – Terrazza Mascagni, Livorno

Nella suggestiva cornice della terrazza Mascagni, in una caldissima sera d’estate, mentre sul mare sfuma ancora il tramonto, la città di Livorno propone coraggiosamente una vera e propria rarità della produzione del compositore toscano: Silvano, dramma lirico in due atti, preceduto da una selezione dalle musiche di scena The Eternal City. Il Mascagni Festival, giunto alla sua IV edizione, prosegue quindi nell’esplorazione dell’iter creativo del suo musicista, riproponendone anche gli aspetti pressoché sconosciuti o secondari.

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Marco Miglietta

Silvano è appunto opera poco nota e per nulla rappresentata, se si esclude qualche sporadica produzione livornese, anche se il debutto avvenne al Teatro alla Scala, a seguito di un contratto con Ricordi e dopo il successo di Cavalleria Rusticana. Inizialmente si pensò ad un lavoro che avrebbe potuto sostituire Pagliacci, in modo da realizzare un dittico interamente composto da Mascagni. Il dramma fu tuttavia accolto con tiepidezza e non si poté quindi dare seguito al progetto originario. La musica fu infatti scritta piuttosto frettolosamente, con pochi momenti di intenso afflato lirico, come la barcarola, il coro maschile e l’assolo del tenore al secondo atto. D’altra parte, anche Giovanni Targioni Tozzetti aveva scritto un libretto drammaturgicamente assai più debole rispetto a quello di Cavalleria e letterariamente meno rifinito. La trama è semplice e decisamente scontata: il marinaio Silvano esce di prigione e torna dall’amata Matilde, che nel frattempo si è fatta soggiogare dalla passione dell’armatore Renzo. Sullo sfondo, la vita del piccolo villaggio di pescatori pugliesi ed il rapporto con la vecchia madre, fino a quando la rivalità tra i due sfocia nella tragedia. Amore e morte dunque in salsa verista o piuttosto una “Cavalleria marinaresca”, come la definisce Cesare Orselli nel suo saggio, con una musica che non prende quota ed un libretto di scarsa inventiva.

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Laura Stella e Marco Miglietta

Come sorta di preludio a Silvano, vengono eseguiti tre brani da The Eternal City, le musiche di scena composte per il dramma dello scrittore inglese Thomas Henry Hall Caine, adattamento teatrale del romanzo omonimo dello stesso autore. Di tale composizione, prima del recente ritrovamento della partitura, si conosceva soltanto la riduzione pianistica; nella serata livornese questa incidental music, che conobbe un notevole successo nel continente americano, viene finalmente riproposta, dopo oltre cento anni, nella sua originale versione per orchestra.

La direzione di Lorenzo Tazzieri, pur con tempi tutto sommato omogenei e brillanti, risulta nel complesso poco rifinita. Se infatti la macchina sonora si muove con dinamicità e compattezza, il suono tuttavia non è adeguatamente levigato, con alcuni passaggi addirittura stridenti o non perfettamente intonati. Eseguito con poca accuratezza ed una certa frettolosità, il primo preludio da The Eternal City, mentre riescono di maggiore espressività i due movimenti più lenti che seguono. Di un certo fascino anche l’esecuzione della celebre barcarola, con sonorità meglio definite e screziate. Buona inoltre la sintonia con il Coro del Teatro Goldoni, con interventi ben amalgamati; particolarmente suggestivo quello maschile al secondo atto.

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Tomohiro Nomachi

Ben assortito il cast dei solisti della Mascagni Accademy.

Marco Miglietta interpreta Silvano in uno stile da autentico tenore mascagnano, melodico e passionale, perfino irruento e con certi passaggi dove la forza prevale sul nitore della forma. Con un timbro solare e un volume potente, è espressivo in ogni parte, pur con alcune diseguaglianze e slittamenti d’intonazione, e risulta particolarmente lirico ed intenso nell’assolo del secondo atto.

Di spiccata drammaticità la Matilde di Laura Stella, omogenea e consistente, agile ed estesa. E’ assai dolente e controllata nell’ampia narrazione al primo atto ed ha poi un fraseggio alquanto articolato nel duetto con Renzo.

Voce potente e rotonda, Tomohiro Nomachi nel ruolo di Renzo ha un canto incisivo e modulato, anche se la dizione è talora imperfetta.

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Mariangela Zito e Marco Miglietta

Rosa è Mariangela Zito, che con una vocalità scura e profonda delinea la madre di Silvano come figura emblematica del dolore e della vendetta ancestrale.

L’allestimento ideato da Carmelo Alù con le scene di Marina Conti sfrutta efficacemente l’ambiente della terrazza Mascagni, ponendo la marina notturna come sfondo della scena. Il quadro è essenziale e tutto incentrato sulla valorizzazione dell’elemento marinaresco, con reti, la prua della barca ed un pontile che si protende verso l’oscurità del mare. Semplici e vivaci i costumi, fredde e suggestive le luci al secondo atto durante la barcarola. Ben organizzati anche i movimenti dei personaggi, volti soprattutto ad evidenziare gli aspetti popolari ed archetipici come l’onore e l’ambivalenza dell’amore materno.

Molto applauditi i cantanti ed in generale entusiastici consensi per tutta la produzione da parte di un pubblico numeroso.

SILVANO
Dramma marinaresco in due atti
Libretto di Giovanni Targioni Tozzetti
In apertura, selezione da
THE ETERNAL CITY

musica di Pietro Mascagni

Direttore Lorenzo Tazzieri
Regia Carmelo Alù
Scenografia Marina Conti
Coro del Teatro Goldoni di Livorno
Orchestra del Teatro Goldoni di Livorno


Silvano Marco Miglietta
Renzo Tomohiro Nomachi
Matilde Laura Stella
Rosa Mariangela Zito

Foto:     E. Baldanzi