Spettacoli

Il trovatore – Teatro Coccia, Novara

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Sara Cortolezzis e Gaston Rivero

“Dal ventidue di gennaio, che era appunto la gran festa di San Gaudenzio, primo vescovo di Novara, per otto giorni di seguito c’era la benedizione colla musica, per la quale venivano persino dei professori dell’orchestra della Scala, di Milano.” Così ci racconta la Marchesa Colombi, pseudonimo di Maria Antonietta Torriani, nel suo “Matrimonio in provincia”, edito nel 1885, perfetto ritratto della novaresità, nel bene e nel male. Un santo patrono che si festeggiava in musica e, da quest’anno, anche con l’inaugurazione della stagione lirica del Teatro Coccia di Novara che cadrà sempre a ridosso della festività. Serata di gala quindi, con un simpatico gioco proposto dal teatro che prevedeva abito scuro per i signori e bianco e nero per le dame. Una idea divertente e azzeccata che il pubblico ha recepito e messo in pratica. In un teatro stracolmo, come non si vedeva da anni, di fronte ad una platea “optical” è andato quindi in scena Il trovatore, di Giuseppe Verdi. Lo spettacolo, che ha debuttato alla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi nel mese di ottobre 2022 è coprodotto dalla Fondazione Pergolesi Spontini, dal Teatro Sociale di Rovigo e dal Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso. 

La messa in scena, che si avvale della regia di Deda Cristina Colonna, e delle scene e costumi di Domenico Franchi, evoca con linee sottili ed eleganti, quasi un segno grafico, i luoghi del libretto. Regna l’oscurità e la notte ben suggerita dal light designer Fabrizio Gobbi. Un Trovatore meno baldanzoso e pompier e più intimistico che trova la sua via in una grande pulizia scenica ed un efficace uso di pannelli mobili. Rimandano ad una lettura aderente al libretto i costumi del già citato Franchi che, pur con esiti alterni, sono comunque parte portante del comparto visivo che si gioca principalmente sul contrasto fra una scena minimale e neutra e i colori dei costumi che avvolgono i cantanti. Una menzione particolare per la bravissima bailaora Claudia De Lorenzo che ha portato nello spettacolo un prezioso inserto di flamenco nella grande scena di apertura del secondo atto. 

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Gaston Rivero e Carmen Topciu

Dal podio il Maestro Antonello Allemandi mette la propria comprovata esperienza al servizio di una lettura del capolavoro verdiano piuttosto asciutta e dai tempi brillanti. Una concertazione che sa ben evidenziare il contrasto tra le pagine di maggior abbandono romantico e quelle più concitate. Una prova complessivamente positiva pur significando, talvolta, qualche scollamento tra buca e palcoscenico.

I complessi dell‘Orchestra Filarmonica italiana si disimpegnano con professionalità e maestria nel dare vita ai momenti più conosciuti (ed amati) di questa splendida partitura.

Nella parte di Leonora troviamo il giovane soprano Sara Cortolezzis che, la scorsa estate, è stata proclamata vincitrice della 58.ma edizione del Concorso Voci Verdiane dopo la sua esibizione proprio dell’aria di quarto atto di questa grande eroina verdiana. Cortolezzis possiede uno strumento che si apprezza soprattutto per la limpidezza del timbro e la morbidezza della linea. Pregevole la capacità di porgere la frase verdiana con la giusta naturalezza, così come la facilità nella salita verso il registro acuto. Piuttosto curato il fraseggio e molto aggraziata risulta la presenza scenica. Dopo la palpabile emozione con cui affronta la prima aria (la cui cabaletta, come già quella di quarto atto, viene privata della ripetizione), il soprano, acquista progressivamente maggiore confidenza, offrendo una prova che culmina nella melodiosa esecuzione di “D’amor sull’ ali rosee” nell’ultima parte. Una voce giovane ma da risentire con grande interesse!

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Deyan Vatchkov

Nel ruolo del titolo, Gaston Rivero sfoggia un mezzo ampio, dai centri vibranti e ben torniti. La salita al registro superiore è piuttosto facile, ma, specialmente durante la “Pira” (privata del da capo) perde di squillo nelle puntature. Scolpito e partecipato il fraseggio.

Carmen Topciu è una Azucena che, per approccio interpretativo e vocale, rientra nel solco della tradizione. Il mezzosoprano è in possesso di un mezzo brunito e screziato che vede nei centri il proprio punto di forza mentre il registro acuto mostra qualche fissità di troppo (a tal proposito non si condivide la scelta, pur filologica, di far eseguire il do acutissimo nel duetto con Manrico di secondo atto). L’interprete sceglie di sottolineare, in particolare, il carattere straniato ed allucinato del personaggio, nel perenne ricordo dell’uccisione della madre sul rogo.

Il baritono Jorge Nelson Martinez Gonzáles possiede una vocalità dal suadente colore latino, ampia e ben tornita. Buono il controllo del suono a tutte le altezze così come il canto sul fiato specialmente nell’aria di secondo atto “Il balen del suo sorriso”. Sotto il profilo interpretativo si apprezza la cura e la varietà dell’accento, pur rilevando una certa mancanza di nobiltà, propria del rango del personaggio.

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Carmen Topciu

Note positive per il Ferrando di Deyan Vatchkov, che supera le difficoltà della scena di apertura dell’opera con una linea vocale dal pregevole colore scuro. Ben rifinito il fraseggio.

Squillante il Ruiz di Francesco Marsiglia.

Completano la locandina la fioca Ines di Yo Otahara, i corretti Andrea Gervasoni e Davide Capitano nei panni, rispettivamente, di un vecchio zingaro e un messo.

Corretti gli interventi del Coro As.Li.Co., guidato con la giusta perizia dal Maestro Massimo Fiocchi Malaspina.

Alla serata arride un vivo successo tributato da un pubblico visibilmente soddisfatto.
Lo spettacolo prosegue ora, dopo la tappa novarese, la sua tournée nelle prossime settimane al Teatro Sociale di Rovigo (il 3 e il 5 febbraio) e al Teatro “Mario del Monaco” di Treviso (il 17 e il 19 di febbraio).

IL TROVATORE
Dramma lirico in quattro parti su libretto di Salvadore Cammarano
tratto dal dramma El Trovador di Antonio Garcìa Gutiérrez
Musica di Giuseppe Verdi


Manrico Gaston Rivero
Leonora Sara Cortolezzis
Conte di Luna Jorge Nelson Martinez González
Azucena Carmen Topciu
Ferrando Deyan Vatchkov
Ruiz Francesco Marsiglia
Ines Yo Otahara
Un vecchio zingaro Andrea Gervasoni
Un messo Davide Capitano

Orchestra Filarmonica Italiana
Coro As.Li.Co.
Direttore Antonello Allemandi
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina

Regia Deda Cristina Colonna
Scene e costumi Domenico Franchi
Light designer Fabrizio Gobbi
Baialora Claudia De Lorenzo

Foto: Mario Finotti