Spettacoli 2022

Rigoletto

Sul palcoscenico del Teatro Carlo Felice, torna Rigoletto di Giuseppe Verdi, nell’allestimento concepito da Rolando Panerai nel 2013.

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Enkeleda Kamani

Un Rigoletto garbato, teatralmente forse un po’ antico, non necessariamente un limite, è quello proposto dalla regista Vivien Hewitt. Nelle note di sala, leggiamo come questa ripresa dell’allestimento di Rolando Panerai sia una dichiarazione di stima verso il cantante, un omaggio a lui ma anche  ad un modo di fare spettacolo rispettoso del pubblico. Una visione, quella del baritono e regista, che vedeva nel teatro un vero e proprio tempio laico dove il pubblico vive intense esperienze spirituali. Ogni tanto è bello abbandonare regie concettuali e pretenziose per abbracciare gli ambienti previsti dal libretto: la corte di Mantova e sullo sfondo il Giulio Romano di Palazzo Te, la casuccia di Rigoletto e quella orrifica di Sparafucile e Maddalena. In linea con questo teatro all’antica, i costumi ricchi, nella loro semplicità, di Regina Schreker e le luci sempre corrette di Luciano Novelli. Ridotte, per il ristretto numero di ballerini presenti nella produzione, le coreografie di Nicola Marrapodi ma che tuttavia risultano ugualmente gradevoli. 

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Amartuvshin Enkhbat e Riccardo Zanellato

Il versante musicale dello spettacolo, è dominato dalla prova travolgente del protagonista, il baritono Amartuvshin Enkhbat. L’artista presenta una voce a dir poco preziosa, dal bel timbro rotondo ed avvolgente, innata musicalità e ottima tecnica. La linea musicale, sempre omogenea, si mantiene costantemente morbida ed armoniosa in tutti i registri sino a raggiungere, con impressionante facilità, l’acuto che suona poderoso e squillante. Una prova vocale che lascia il segno in diversi momenti dello spettacolo, sino a raggiungere il vertice indiscusso nell’aria “Cortigiani, vil razza dannata!” e nell’infuocata invettiva della “vendetta”, in chiusura di secondo atto (bissata tra le acclamazioni del pubblico). Enkhbat è sicuramente un artista di prim’ordine, che, con la sua vocalità generosa, combinata ad una perfetta dizione, riesce a conquistare il pubblico. L’accento sa essere sempre misurato e ben sfumato; un maggiore scavo psicologico nel personaggio (possibile, magari con con un accurato lavoro registico) gli potrebbe consentire di diventare un Rigoletto di riferimento nell’attuale panorama lirico.

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Amartuvshin Enkhbat, Enkeleda Kamani e Riccardo Zanellato

Giovanni Sala debutta con questa produzione il personaggio del Duca di Mantova, ruolo tra i più complessi (ed affascinanti) dell’intera produzione verdiana. Il tenore possiede una bella linea di canto, un timbro chiaro impreziosito da un suggestivo colore ambrato. Ben appoggiati i centri, sicuri gli acuti. Raffinato il fraseggio, sempre pertinente e di slancio; sulla scena si mostra a proprio agio e disinvolto esprimendo così al meglio la personalità libertina e tracotante del Duca.

Il soprano Enkeleda Kamani presta a Gilda una vocalità dal timbro chiaro e dal colore squisitamente lirico. Particolarmente riusciti i pianissimi; tuttavia quando la voce sale verso la regione acuta si avverte una certa tensione nell’emissione. Una Gilda, la sua, che, grazie alla presenza aggraziata e delicata, risulta molto gradevole sulla scena sebbene il fraseggio sia talvolta monocorde e concentrato sulla dimensione dolente del personaggio.

Riccardo Zanellato veste i panni di Sparafucile ed è perfetto. Il mezzo vocale è sontuoso per volume, duttilità e musicalità. Ottima la cura del fraseggio e l’incisività dell’accento. Particolarmente apprezzabile la sua realizzazione di un bandito “nobile” nelle movenze e nella gestualità.

Molto bene ha fatto Caterina Piva che, nel ruolo di Maddalena, sfoggia una voce brunita e voluttuosa e una presenza scenica sensuale e disinvolta.

Gianfranco Montresor è un Conte di Monterone dalla solida vocalità pur non rendendo al meglio la tremenda ieraticità che il personaggio dovrebbe esprimere al momento della maledizione nei confronti di Rigoletto in primo atto.

Una menzione d’onore meritano Didier Pieri che, con musicalità e squillo tenorile, ha saputo valorizzare al meglio il ruolo di Borsa, e Marco Camastra che, con precisione vocale e varietà d’accento ha tratteggiato un Marullo davvero notevole.

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Giovanni Sala e Caterina Piva

Completano la locandina Simona Marcello, una corretta Giovanna, i puntuali Claudio Ottino e Daniela Aloisi, rispettivamente il Conte e la Contessa di Ceprano, Filippo Balestra, un usciere, e Lucia Scilipoti, un paggio.

Sul podio, il Maestro Jordi Bernàcer offre una lettura corretta del capolavoro verdiano, pur non cogliendo appieno quella ricchezza di sfumature che questa partitura così complessa richiederebbe. Buono il controllo delle dinamiche, mentre talune sonorità risultano eccessivamente enfatizzate.

Di buon livello la prova dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice, solida e compatta nel seguire le indicazioni del maestro; si coglie, inoltre, un costante equilibrio tra buca e palcoscenico.

Ottima la prova del Coro del Teatro Carlo Felice di Genova, guidato dal Maestro Francesco Aliberti, sempre a fuoco per intensità e compattezza sonora.

Il pubblico, accorso numeroso (finalmente la sala del Carlo Felice lasciava intravedere ben pochi posti vuoti), dimostra un genuino entusiasmo di fronte alla meraviglia della musica verdiana. Applausi a tutti gli interpreti per questo spettacolo che si replica fino al 22 di maggio.

RIGOLETTO
Melodramma in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi

Il Duca di Mantova Giovanni Sala
Rigoletto Amartuvshin Enkhbat
Gilda Enkeleda Kamani
Sparafucile Riccardo Zanellato
Maddalena Caterina Piva
Giovanna Simona Marcello
Il Conte di Monterone Gianfranco Montresor
Marullo Marco Camastra
Matteo Borsa Didier Pieri
Il Conte di Ceprano Claudio Ottino
La Contessa di Ceprano Daniela Aloisi
Usciere Filippo Balestra
Paggio Lucia Scilipoti

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Direttore Jordi Bernàcer
Maestro del coro Francesco Aliberti
Regia Rolando Panerai
ripresa da Vivien Hewitt 
Scene Fondazione Teatro Carlo Felice da un’idea di Rolando Panerai
Costumi Regina Schrecker
Coreografie Nicola Marrapodi
Luci Luciano Novelli

FOTO: TEATRO CARLO FELICE GENOVA