Spettacoli

Falstaff – Livorno, Teatro Goldoni

A Giuseppe Verdi il Teatro Goldoni di Livorno ha assegnato un posto privilegiato nel cartellone 2024-2025, inaugurando la stagione con la Messa da requiem e concludendola con Falstaff, compiendo così una scelta doppiamente meritoria, tanto per l’impegno che le due partiture richiedono, quanto per l’essere state, entrambe le composizioni, eseguite finora una sola volta nella città toscana, rispettivamente nel 1986 e nel 2007.
L’ultima opera del Cigno di Busseto, sorprendente per la freschezza narrativa e per la raffinata complessità della costruzione musicale, prende forma in un’edizione variopinta e coinvolgente, sia sul piano della direzione che su quello della regia. In questo nuovo allestimento coprodotto dal Goldoni con l’Opera di Lubiana, l’Osteria della Giarrettiera diviene l’ambiente circense ideato da Emanuele Gamba, che in tal modo del capolavoro verdiano esalta soprattutto la varietà umana e la malinconia. Il circo si delinea infatti come il luogo di un’umanità multiforme e policroma, talora diversa ed emarginata, in un’atmosfera giocosa ma venata di tristezza e che per certi versi si contrappone al mondo più borghese e inquadrato dei Ford; è in questa cornice che i personaggi emergono come in un catalogo di tipi umani, al pari dell’uomo forzuto o della donna barbuta, eppure senza confondersi con essi e mantenendo le peculiarità ad essi assegnate da musica e libretto. Da rilevare comunque che, pur nella validità dell’idea, la realtà del circo, che tende quasi spontaneamente a forme espressioniste, risulta talora troppo pesante per la delicatezza della trina falstaffiana, soprattutto nel primo quadro del terzo atto in cui il tono prevalente pare più tragico che malinconico.

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Yulia Merkudinova, Nikolina Janevska, Francesca Maionchi, Valentina Pernozzoli

Simpatico e appropriato pensare la casa di Ford come una moderna lavanderia, che però qui le scenografie di Massimo Checchetto e le luci di Michele Rombolini, perlopiù calde e vivaci, rivestono di un’atmosfera piuttosto grigia, cosicché tutto il solare dinamismo del quadro è affidato ai movimenti dei personaggi, invero assai ben coordinati. Il tema del travestimento emerge fin dal primo atto, con gli sgargianti e fantasiosi costumi di Carlos Tieppo, e trova la sua consacrazione nella scena conclusiva, realizzata in un incanto sospeso tra sogno e natura, delicatamente illuminata e con coreografie leggere e accuratamente organizzate. E infine, nella scia danzante dello scoppiettio della fuga, tutta la macchina della scena si denuda mostrandoci Falstaff da solo e di spalle contro il fondale, figura dell’Uomo che resta mistero a se stesso.

La direzione di Marco Guidarini da parte sua stende un racconto disteso, con tempi moderati che fanno risaltare gli interventi e i colori dei singoli strumenti, in un affresco cameristico dove il suono dell’Orchestra del Goldoni riesce sempre preciso e concorde e dove si mantiene un saldo equilibrio di volumi tra la buca ed il palco. I due pezzi concertati presentano tuttavia qualche sfasatura e le scene di Mrs. Quickly e del Signor Fontana risultano un po’ troppo dilatate; si snoda invece in una ferma coesione la complessa sequenza a casa di Ford, pur esprimendo una contenuta brillantezza. Se la parte con il monologo del protagonista manca un po’ di respiro, il terzo atto si distingue poi per una più spiccata cantabilità e si chiude con una fuga plasmata con forza e rigore.

Falstaff è Federico Longhi con un fraseggio puntuale e incisivo, ricco di accenti e variazioni dinamiche, lunghe tenute dei fiati e agili passaggi in falsetto. Il suo personaggio è un artista del circo che non si rende conto di aver già fatto il suo tempo e che persevera nell’illusione narcisistica del suo fascino virile; è assai energico e comico pur senza la leggerezza del buffo e nei momenti più seri risulta fin troppo drammatico. Ben scolpito “L’onore! Ladri”, ironico e pomposo “Quando ero paggio del Duca di Norfolk” e molto intenso il monologo al terzo atto.

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Alessandro Abis, Mauro Secci, Valentina Pernozzoli, Federico Longhi

Francesca Maionchi è un’Alice dalla linea di canto sinuosa ed elegante, pur con qualche forzatura in acuto. Agile e brillante nei dialoghi con le comari, rende con fascino ed ironia tutto il quadro nel parco di Windsor.
Paolo Ingrasciotta, con voce rotonda e compatta, conferisce un’articolata espressività al personaggio di Ford, efficacemente sdoppiato nella macchietta di Mastro Fontana. Sbalzata con rilievo e tensione “E’ sogno? o realtà?” e tracciata con ritmo e vivacità l’intera sezione conclusiva.
Yulia Merkudinova è una Nannetta di notevole estensione e omogeneità. Delicata e rigogliosa nel duetto con l’amato, rende “Sul fil d’un soffio etesio” con grande trasparenza e fluidità, creando una sospensione magica e fatata.
Nitido e fresco il Fenton di Andrea Tanzillo, con il sonetto intonato con intenso trasporto mentre altri passaggi riescono più tenuamente definiti.
Delineata con raffinata comicità la Mrs. Quickly di Valentina Pernozzoli, la cui emissione duttile e modulata fa emergere la ricca varietà di ogni passaggio, mentre l’ironica gestualità rende questa comare brillantissima e prorompente.
Energica e di buon volume la Meg di Nikolina Janewska, anche se con un fraseggio piuttosto uniforme; assai melodico il Dott. Cajus di Alfonso Zambuto, con una dizione scandita e una comica recitazione.
Ben assortita e affiatata la coppia dei seguaci di Falstaff, con il Bardolfo di Mauro Secci, saldo e luminoso ma di moderata intenzione espressiva nei passaggi più ariosi, e il Pistola di Alessandro Abis, dalla voce compatta e diretta ma poco articolata nei momenti d’insieme.
Amalgamati e coinvolgenti, nella parte finale, gli interventi del Coro del Teatro Goldoni diretto da Maurizio Preziosi.

Uno spettacolo che ha molto divertito ed emozionato il pubblico in sala, il quale non ha mancato di tributare fragorosi applausi a tutti gli interpreti e al team creativo, con particolari entusiasmi per Longhi, Maionchi, Ingrasciotta e Guidarini.

FALSTAFF

Commedia lirica – libretto di Arrigo Boito dalla commedia The merry wives of Windsor e dal dramma The History of Henry the Fourth di Shakespeare
Musica di Giuseppe Verdi

Personaggi e interpreti
Sir John Falstaff
Federico Longhi
Ford, marito d’Alice Paolo Ingrasciotta
Fenton Andrea Tanzillo
Dott. Cajus Alfonso Zambuto
Bardolfo seguace di Falstaff  Mauro Secci
Pistola seguace di Falstaff Alessandro Abis
Mrs. Alice Ford Francesca Maionchi
Nannetta, figlia di Alice e di Ford Yulia Merkudinova
Mrs. Quickly Valentina Pernozzoli
Mrs. Meg Page Nikolina Janevska

Marco Guidarini
direttore
Emanuele Gamba regia
Massimo Checchetto scene
Carlos Tieppo costumiMichele Rombolini luci

Orchestra e Coro del Teatro Goldoni
Maurizio Preziosi
maestro del Coro

Foto: Andrea Trifiletti – Team Bizzi