La Bohème – Teatro Coccia, Novara
Al Teatro Coccia di Novara il 2023 si conclude con la musica di Giacomo Puccini e della sua Bohème.
“Pranzare in casa il dì della Vigilia mentre il Quartier Latino le sue vie addobba di salsiccie e leccornie? Quando un olezzo di frittelle imbalsama le vecchie strade?” È il musicista Schaunard, a ricordarci, all’inizio di Bohème quali sono i rituali popolari del Natale parigino del 1830. Oggi, forse, le nostre strade nelle feste non profumano più di frittelle, ma un rito teatrale sentitissimo disegna da molti anni le stagioni invernali: proporre l’immortale capolavoro di Puccini. Un rito collettivo che si compie prendendo a piene mani quell’ immaginario kitsch e rassicurante, che è tipico di questo titolo, quel diorama di un tempo passato, fatto di giocattoli, leccornie ma anche immense tragedie che si scontrano con l’esistenza quotidiana. Una vicenda che il regista Marco Gandini, come leggiamo nel libretto di sala, vede realizzabile solo nel tempo e nel modo previsto dal libretto o con una massima diacronia di una cinquantina di anni, e di luogo: Milano anziché Parigi. Una scelta che non ci sentiamo di criticare, alcune opere sono oggettivamente difficili da sradicare o stravolgere o si rischia, perlomeno, di sovrascriverne troppo l’essenza. Questo allestimento, nato al Teatro del Giglio di Lucca, ci trasporta, grazie alle scene di Italo Grassi, dapprima nella classica mansarda dei giovani artisti, per passare poi nelle strade piene di vita alla vigilia di Natale. È dal terzo atto che invece lo spettacolo subisce un progressivo impoverimento scenico, dovuto all’incontro con la morte e la malattia e il conseguente sbriciolarsi dell’ esistenza leggera e bohémienne. Un’ idea riuscita, che comunica il pensiero registico senza stravolgere il libretto, una buona rappresentazione anche grazie ai bellissimi costumi di Anna Biagiotti e alle ispirate luci del sempre bravo Ivan Pastrovicchio.
Efficace, nel suo complesso, il versante musicale dello spettacolo.
In primis, spicca la prova di Valentina Mastrangelo che, in questa occasione, incontra per la prima volta il personaggio di Mimì. Il soprano sfoggia una vocalità salda e di buon volume che buca il muro orchestrale e corre facilmente nell’ampia sala del Coccia. La linea si espande omogenea tra i registri e si mostra a proprio agio nella scrittura pucciniana. Ben rifinito è, poi, l’aspetto interpretativo del personaggio che, attraverso un fraseggio attento e sfumato, viene offerto in una chiave di lettura moderna e per nulla compassata.
Al suo fianco, Mario Rojas presta a Rodolfo il calore di un timbro di indubbia bellezza e una vocalità dall’emissione generosa. La sua è una prova in crescendo che, dopo un primo atto caratterizzato qua e là da qualche incertezza, dovuta probabilmente all’emozione, sembra prendere quota per divenire pienamente convincente nei quadri conclusivi. Spigliato e sempre coinvolto l’interprete, tanto nell’accento quanto nelle movenze. Siamo sicuri che Rojas sia in possesso di uno strumento di qualità che, ove opportunamente rifinito, possa regalare più di una soddisfazione in questo repertorio.
Eleonora Boaretto interpreta Musetta con la freschezza di una linea ben educata e in grado di padroneggiare al meglio la scrittura vocale del ruolo. L’aggraziata presenza scenica, in uno con la vaporosa leggerezza del fraseggio, ben si addicono alla costruzione e alla evoluzione psicologica del personaggio nel corso del dramma.
Simone Alberghini dimostra, anche in questa occasione, di essere artista a tutto tondo e di saper affrontare il dettato musicale con duttilità e raffinatezza. Appassionato, poi, l’interprete, grazie alla naturale capacità di cesellare ogni singolo inciso del libretto con la giusta forza drammaturgica.
Abramo Rosalen, presta al personaggio di Colline l’ampiezza di uno strumento dal suggestivo colore notturno. Toccante la sua esecuzione dell’aria “Vecchia zimarra” in ultimo atto.
Appassionato e vocalmente efficace lo Schaunard di Italo Proferisce.
Ironico e mai grottesco il Benoît di Matteo Mollica, chiamato ad impersonare, in secondo atto, anche Alcindoro.
Completa la locandina Zheng Hui, uno squillante Parpignol.
La direzione musicale dello spettacolo è affidata al Maestro José Luis Gomez al quale va il merito di assicurare una certa unitarietà di fondo al racconto. Con grande perizia, Gomez cerca di ottenere dalla compagine della Orchestra Filarmonica Italiana, quella meravigliosa tavolozza di colori e di dinamiche concepita dal genio pucciniano. Una lettura efficace nella scelta dei ritmi e dei tempi che ben sottolinea il contrasto emotivo dei personaggi dalla brillantezza dei primi due atti, al dolente struggimento emotivo del finale. Va sottolineato, tuttavia, come la particolare conformazione rialzata della buca del teatro Coccia, sia tale da far sì che il suono orchestrale possa sovrastare facilmente le voci, come accade in questo spettacolo e, in particolare, nella sua prima parte.
Corretta la prova del Coro As.Li.Co., guidato con buona professionalità da Massimo Fiocchi Malaspina.
Ben si disimpegnano, poi, nel corso del secondo quadro, il Coro delle voci bianche del Teatro Sociale di Como e la Banda Filarmonica di Oleggio.
Vivo successo al termine, tributato dal numerosissimo pubblico presente in sala. Una serata all’insegna del colore oro, proposto dal teatro come consueto gioco e a cui gli spettatori hanno risposto con grande e divertita partecipazione. A gennaio poi, in occasione del patrono cittadino, tutti pronti per l’inaugurazione della nuova stagione d’opera del teatro novarese. Una apertura che, segnando una sorta di continuità con questa produzione di Bohème, sarà ancora nel nome di Puccini ed è inevitabile nell’anno delle celebrazioni del centenario dalla morte.
LA BOHÈME
Opera in quattro quadri
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
dal romanzo Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger
Musica di Giacomo Puccini
Mimì Valentina Mastrangelo
Rodolfo Mario Rojas
Musetta Eleonora Boaretto
Marcello Simone Alberghini
Schaunard Italo Proferisce
Colline Abramo Rosalen
Benoît /Alcindoro Matteo Mollica
Parpignol Zheng Hui (Accademia AMO)
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro As.Li.Co e Coro delle voci bianche
e del Teatro Sociale di Como
Direttore José Luis Gomez
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Assistente al Maestro del coro Martino Ruggero Dondi
Regia Marco Gandini
Scene Italo Grassi
Costumi Anna Biagiotti
Luci Ivan Pastrovicchio
FOTO: Mario Finotti