Spettacoli

Macbeth – Teatro alla Scala, Milano

Prima della pausa estiva, il Teatro alla Scala di Milano si congeda dal suo pubblico con Macbeth di Giuseppe Verdi, nell’allestimento firmato da Davide Livermore per l’inaugurazione della stagione 2021/2022.

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Amartuvshin Enkhbat e Anna Netrebko

“Se voi potete penetrare con lo sguardo dentro i semi del tempo, e dire quale granello germoglierà e quale no, allora parlate a me” dice Banquo alle streghe e, allo stesso modo, anche noi ci siamo chiesti se questo allestimento, visto la prima volta nel dicembre 2021, abbia finito con il “germogliare” o no. Per i dettagli e la descrizione dello spettacolo, vi rimandiamo qui alla nostra recensione. Possiamo però dire che la produzione, rivista ad un anno e mezzo di distanza, ha guadagnato sul versante estetico apparendo decisamente ricca, ben pensata e perfettamente funzionante nonostante la complessa macchina scenica che serve a realizzarla. Un allestimento che, ricordiamo, è firmato per la regia da Davide Livermore (qui ripresa da Marco Monzini) e per le scene da Giò Forma e che sa essere spettacolare basandosi su una rilettura contemporanea che riesce però a non scontrarsi eccessivamente con il libretto, risultando sempre godibile. Forse aiuta anche la relativa lontananza del regista dalla Scala che ci ha un po’ disabituato al suo linguaggio, per farcelo rincontrare ora con il risultato di apprezzarlo maggiormente. Confermiamo però le impressioni non totalmente positive date dai costumi un po’ anonimi di Gianluca Falaschi e dalle strane coreografie pensate da Daniel Ezralow. Splendide invece le luci di Antonio Castro ed i numerosi video creati da D_Wok. Una prova del tempo, quindi, sostanzialmente vinta per un Macbeth che ci auguriamo possa restare ancora a lungo sul palco del Piermarini.

Pienamente riuscito il versante musicale dello spettacolo che, rispetto al 7 dicembre 2021, presenta un cast quasi totalmente rinnovato.

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Amartuvshin Enkhbat e Anna Netrebko

Nel ruolo del titolo debutta Amartuvshin Enkhbat, che torna al Piermarini dopo il trionfo della recente produzione di Andrea Chénier. Il baritono esibisce, anche in questa occasione, tutta la sontuosità di una vocalità di rara bellezza, per colore ed impasto timbrico, che si espande con impressionante facilità in sala. Il baritono affronta la parte con straordinaria musicalità e, con assoluta precisione esecutiva, domina la partitura senza accusare segni di affaticamento. Vanno sottolineate, inoltre, la nobiltà e la compostezza dell’accento che, oltre a significare una certa aderenza stilistica, ben si addicono al lignaggio del sovrano di Scozia. A fronte di una prestazione vocale da autentico fuoriclasse potremmo notare, forse, una padronanza del ruolo non ancora totale, soprattutto da un punto di vista del coinvolgimento emotivo nel personaggio. È innegabile, ad ogni buon conto, come l’esecuzione dell’aria “Pietà, rispetto, amore” resti uno dei momenti più riusciti della serata.

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Giorgio Berrugi

Scenicamente travolgente è, al contrario, Anna Netrebko che torna ad interpretare la luciferina Lady Macbeth dopo averla già impersonata in occasione del debutto di questo spettacolo. Netrebko giunge a questo appuntamento scaligero in gran forma vocale e sembra, ad un contempo, avere acquisito anche maggiore consapevolezza del ruolo. Si rimane sempre affascinati dinanzi ad una vocalità tanto rigogliosa e sonora, dal timbro vellutato ed ammaliante. Il registro superiore è di puro smalto, come dimostrato dalla facilità e dalla sicurezza con cui vengono espugnate le numerose salite verso l’acuto (si veda, ad esempio, l’aria di secondo atto “la luce langue”). Sensazionale il controllo del fiato e dell’emissione nei filati che il soprano riesce a far vibrare, con adamantina purezza, nella scena del sonnambulismo. Si può, forse, obiettare una certa tendenza ad ingrossare la voce nel registro grave (una costante, per altro, nelle prove di questi ultimi anni) e una maggiore prudenza nell’affrontare le agilità (specialmente nella cabaletta di primo atto), ma si tratta di piccole annotazioni dinanzi ad una prova da vera fuoriclasse. In questo specifico spettacolo si rimane, inoltre, sbalorditi dinanzi alla capacità del soprano di aderire totalmente al disegno registico di Livermore. Netrebko nel suo incedere elegante sul palcoscenico non lascia nulla al caso. Ogni gesto, ogni sguardo, ogni minimo movimento è studiato con un allure da grande diva. È tale la magia che non si riesce mai a staccarle gli occhi di dosso, specialmente quando danza scatenata durante i ballabili di terzo atto o, ancora, quando ondeggia su di una passerella sospesa a diversi metri di altezza durante il sonnambulismo.

Accanto alla coppia dei protagonisti, ben figura Jongmin Park, Banco, in possesso di un mezzo corposo e dal suggestivo colore scuro. La linea vocale appare piuttosto omogenea e ben tornita, pregevole la proprietà d’accento. Apprezzabile, inoltre, la resa del personaggio sulla scena.

Note positive anche per il Macduff di Giorgio Berrugi. Il tenore fa sfoggio di una vocalità dal timbro solare che ben risponde alle esigenze della scrittura verdiana. Efficace l’esecuzione dell’aria di quarto atto “Ah, la paterna mano”, dove si fanno notare la pienezza dei centri e la sicurezza del registro superiore, doti vocali ulteriormente avvalorate dal trasporto di un fraseggio sempre partecipe e coinvolgente.

Efficace, per slancio vocale e scenico, il Malcom di Jirnxu Xiahou, in possesso, tra l’altro, di un buon amalgama timbrico con Berrugi durante la cabaletta di quarto atto.

Pregevole la Dama interpretata da Marily Santoro, che risulta piuttosto incisiva, tra l’altro, nel doppiare la Lady nelle acutissime salite verso il registro superiore nel concertato di primo atto.

Sempre incisivo ed efficace Andrea Pellegrini che interpreta, con la giusta austerità, il medico.

Bene hanno fatto, poi, Leonardo Galeazzi, un domestico e Guillerno Bussolini, un sicario.

Completano la locandina, con adeguata musicalità, Costantino Finucci, nel duplice ruolo di un araldo e di prima apparizione, Elena Finulli e Cecilia Menegatti, rispettivamente seconda e terza apparizione, soliste del Coro di Voci bianche del Teatro alla Scala diretto da Marco De Gasperi.

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Dal podio, il Maestro Giampaolo Bisanti offre una lettura tesa e vibrante del capolavoro verdiano. Il direttore milanese riesce a creare un affresco sonoro minuzioso ed articolato dove ritroviamo gli echi sinistri ed infernali delle scene delle streghe, la lucida ed inarrestabile discesa verso la follia di Macbeth e, ancora, la ambiziosa sete di potere della Lady. Particolare cura è riposta nella scelta dei cromatismi e delle dinamiche sonore che si intrecciano continuamente tra loro senza mai tralasciare alcuna delle numerose indicazioni previste in partitura. La scelta dei tempi e dei volumi appare ben calibrata rispetto alle voci dei singoli interpreti presenti sul palcoscenico, ottimamente accompagnati nella valorizzazione delle rispettive peculiarità timbriche. L’Orchestra del Teatro alla Scala, coesa e ben coinvolta, nel seguire le indicazioni di Bisanti si rende protagonista di una prova di altissimo livello per precisione e varietà esecutive. Ottimamente riuscito, in tal senso, il grandioso concertato che chiude il primo atto.

Anche questa sera abbiamo potuto godere, inoltre, di quella eccellenza assoluta che è il Coro del Teatro alla Scala di Milano che, sotto la splendida ed infaticabile guida del Maestro Alberto Malazzi, regala alcuni momenti straordinari della serata: su tutti, il tellurico finale primo e lo struggente “Patria oppressa” che apre l’atto finale. Una menzione d’onore particolare, doverosa in questo caso, al coro femminile che, nel dare voce e corpo alle streghe, si rende protagonista di una prova di trascinante bravura non solo vocale ma anche scenica.
Vivissimo successo al termine da parte di una sala esaurita in ogni ordine di posto. Trionfo al calor bianco per la coppia infernale Netrebko Enkhbat.

MACBETH
Melodramma in quattro atti
Libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi

Macbeth Amartuvshin Enkhbat
Banco Jongmin Park
Lady Macbeth Anna Netrebko
Dama di Lady Macbeth Marily Santoro
Macduff Giorgio Berrugi
Malcom Jirnxu Xiahou
Medico Andrea Pellegrini
Domestico Leonardo Galeazzi
Sicario Guillermo Bussolini
1° Apparizione Costantino Finucci
2° Apparizione Elena Finulli
3° Apparizione Cecilia Menegatti

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Direttore Giampaolo Bisanti
Maestro del coro Alberto Malazzi
Regia Davide Livermore
Regia ripresa da Marco Monzini
Scene Giò Forma
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Antonio Castro
Video D-Wok
Coreografie Daniel Ezralow

FOTO: Brescia Amisano – Teatro alla Scala