2012

Pubblicazioni 2012

ANDREA BACCHETTI: BENEDETTO MARCELLO SONATE – CD RCA 2010 [Lukas Franceschini] – 13 gennaio 2012
Venezia, città unica e d’incomparabile bellezza decadentistica oggi, fu ieri uno dei più vivi e prolifici centri musicali di tutta Europa.
Gli archivi lagunari sono tutt’ora in parte inesplorati e contengono spartiti di inestimabile valore musicale. La Rca ha in parte contribuito a riscoprire alcune pagine inedite di quel sommo compositore che fu Benedetto Marcello. Nobile di nascita, ma non particolarmente agiato economicamente durante la sua vita, ebbe la sua formazione musicale in nella stessa città che dette lustro anche ad altri autorevoli compositori in primis Antonio Vivaldi. La perizia e voglia di riscoprire del producer Mario Marcarini e del pianista Andrea Bacchetti li hanno portati nella Biblioteca Marciana e ci propongono questo cd di sonate e minuetti di autentica bellezza e stile aristocratico. Sì perché il termine “aristocratico” è quello più consono ad un compositore come Benedetto Marcello, il quale rifiutò i luoghi d’esecuzione operistica che caratterizzarono la vita alla moda del tempo con feste e mascherate, per orientarsi verso un repertorio che potremo definire cameristico ed eseguito in altre sale. Tale repertorio trova in Andrea Bacchetti, giovane pianista genovese, un interprete di riferimento non solo per lo studio e la riproposta di questi peculiari spartiti ma in egual misura, se non superiore, per la compattezza del suono che volge come recenti incisioni al filologico quanto al sentimento interpretativo ed un’ispirazione di primissimo livello. La mano del pianista resta levigata ad un suono amalgamato e l’eleganza è fattore determinante in queste incisioni come in altre di un recente passato. Ottima la qualità della registrazione come nello standard della Rca.
CD RCA 8869781466
Nuova edizione sulle fonti a cura di Andrea Bacchetti e Mario Marcarini
Registrato a Sacile, Fazioli Concert Hall, nell’aprile 2010

GERMANICO – CD DEUTSCHE ARMONIA MUNDI 2010 [Lukas Franceschini] – 31 marzo 2012
Germanico, chi era costui? La Deutsche Harmonia Mundi pubblica una prima incisione assoluta, ma sarebbe il caso di parlare anche di prima esecuzione assoluta dell’opera Germanico attribuita a Georg Friedrich Händel su libretto di autore ignoto.
Le note scritte da Ottaviano Tenerani ci delucidano che il manoscritto di Germanico è stato rinvenuto nel gennaio 2007 presso il Fondo Pitti Teatro della Biblioteca del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze. Fino ad oggi l’opera era sconosciuta ma secondo molti indizi è attribuibile al Caro Sassone e si presume composta negli anni 1706-1710 che si riferiscono al periodo italiano del compositore. Le indagini e gli studi degli scopritori hanno portato ad alcune conclusioni, che sintetizzo:
a. l’opera Germanico non è presente in nessun catalogo antico o moderno delle composizioni di Händel e nemmeno fra quelle certe o attribuite, disperse o incerte
b. su tutti i cataloghi della Biblioteca del conservatorio di Firenze l’attribuzione appare in maniera chiara e cronologicamente corretta. Il titolo è anche citato nel catalogo della Biblioteca del Conservatorio di Firenze stilato da Gandolfi, Cordara e Bonavetura nel 1929
c. fino ad oggi non si è trovato nessun altro esemplare di Germanico, nessun riferimento della prima esecuzione (probabilmente privata) e conseguentemente nessuna copia di libretto a stampa
d. il manoscritto, non catalogato, è su carta e grafia risalenti senza dubbio ai primi annoi del 1700. Sulla pagina prima in alto a sinistra si legge “del sigr Hendl”, nome dell’autore scritto dal copista basato sulla pronuncia secondo l’uso del tempo. Sono presenti mani di scrittura differenti da quella del copista, con altre parti per violino
e. è risaputo che la cronologia delle opere italiane di Händel è incerta per la scarsa documentazione che si dispone circa i suoi spostamenti nel nostro paese. Studi successivi, sul manoscritto in oggetto e sulle carte, collocano lo spartito nel periodo italiano del compositore e più precisamente al suo primo soggiorno veneziano o fiorentino. Lo stesso Tenerani rileva che confermata la datazione della carta appare del tutto improbabile se non illogico l’attribuzione per “errore” o “di comodo” di un ventenne, ancor sconosciuto appena giunto in Italia, come la dicitura sulla prima pagina attesta
f. i confronti stilistici e compositivi del periodo citato sono coerenti con i canoni handeliani. Interessante è l’utilizzo di una coppia di viole da gamba obbligate in due are, fatto insolito nella musica italiana del tempo. Inoltre, in un lungo recitativo accompagnato da viola e violino appaiono evidenti somiglianze melodiche, armoniche e strutturali con tutta la produzione handeliana, tuttavia senza aver individuato precisi o estesi elementi di riutilizzo
g. ultima considerazione: è certo che Händel arrivò in Italia nel 1706 e che i suoi soggiorni si svilupparono tra Venezia, Firenze e Roma. Il compositore scrisse in tale periodo su carta da musica veneziana (filigrana con tre mezze lune) fino ad esaurimento, poi su altra carta. Sappiamo che il libretto cita avvenimenti della guerra civile spagnola
Dunque, seppur con molti dubbi, dobbiamo considerare questo spartito come il primo di Händel e conosciamo per la prima volta l’Ensemble e Coro Il Rossignolo, il quale mostra una perfetta aderenza stilistica barocca risultando alla fine un complesso musicale di primordine.
La Deutsche Hamronia Mundi ha radunato per l’occasione un cast di specialisti su cui primeggia per stile, colore e adamantina vocalità Sara Mingardo. Sua degna compagna di viaggio è Maria Grazia Schiavo. La presenza di Franco Fagioli rende ancor più appetibile l’edizione poiché il cantante si sta affermando come uno più importanti controtenori a livello internazionale e lo conferma l’aria “Bella sorte con destra felice”. La professionalità contraddistingue Laura ChiericiSergio Foresti, anche se le sue agilità non sono perfette, e Magnus Steveland.
Il Direttore Ottaviano Tenerari tiene in pugno la briglia della partitura con dovizia ineccepibile, rigoroso nei tempi e nel linguaggio barocco. Sarebbe auspicabile sentire ancora questa bacchetta concertare il “suo” ensemble nel repertorio sei-settecentesco più conosciuto perché ritengo ci siano tutti i presupposti di specifiche e ottime interpretazioni.
L’opera in sé non si rivela un’eccelsa partitura, anzi si colloca sul formale, ma nell’insieme è piacevole, pur restando gli ampi dubbi sull’autenticità, i quali avrebbero dovuto suggerire una maggiore prudenza da parte della casa discografica inserendo in copertina il termine “attribuito”.
CD DEUTSCHE HARMONIA MUNDI 88697860452 (2011)
Attribuito a Georg Friedrich Händel
GERMANICO
Serenata a sei
Libretto di autore sconosciuto.
Germanico: Sara Mingardo
Agrippina: Maria Grazia Schiavo
Antonia: Laura Chierici
Lucio: Franco Fagioli
Celio: Magnus Staveland
Cesare: Sergio Foresti
Ensemble e Coro Il Rossignolo
Direttore Ottaviano Tenerani
Registrato a Lonigo (Vicenza), Villa San Fermo dal 9 al 19 novmebre 2010

VITTORIO GRIGOLO: ARRIVEDERCI – CD SONY 2011 [Lukas Franceschini] – 17 maggio 2012
Arrivederci è il secondo recital del non più promettente ma ormai affermato tenore Vittorio Grigolo. Il titolo è stato da lui stesso ideato e significa “a presto” alla prossima occasione, che in Italia sarà alla Scala con La bohème e Rigoletto.
In questo cd si possono ascoltare diciassette brani che spaziano dalle canzoni del secolo scorso e fanno parte del repertorio canoro italiano internazionalmente conosciuto ad arie d’opera in parte di repertorio, tutte scelte personalmente dall’interprete. Avvalendosi dell’ottima Orchestra del Teatro Regio di Parma diretta dal valente Pier Giorgio Morandi, quest’album è un omaggio molto personale al repertorio con il quale i grandi tenori, soprattutto del passato, hanno entusiasmato le folle di tutti i continenti e come dallo stesso Grigolo espresso nelle note di copertina, trattasi di scelte a lui molto care sia per ricordi personali sia per affetto squisitamente musicale.
Non sarebbe del tutto errato definire questo recital “pavarottiano” nel senso più alto del termine (ovviamente senza confronti che sarebbero inopportuni ed eventualmente richiederebbero altro e diverso spazio), perché Big Luciano fu l’ultimo tenore ad affrontare simile repertorio sia in concerto sia in sede discografica, una prassi purtroppo dimenticata ma che costituiva il “bagaglio” concertistico dei grandi tenori, cui Vittorio Grigolo s’ispira e riuscendo e centrando un prodotto piacevole, per molti aspetti di alto livello.
Superfluo, o almeno non coerente, domandarsi se il cantante possa affrontare in teatro il repertorio operistico inciso in questo recital, questo è un prodotto discografico selezionato e per tale va analizzato.
Grigolo ha una bella voce, possiede musicalità da vendere, gusto appropriato, non crea l’effetto fine se stesso, sa fraseggiare e soprattutto da “colore” al canto. Tutte prerogative che fanno di questo cd uno dei migliori, nel suo genere, ascoltati nell’ultimo anno. Delle cinque arie d’opera solo il Rigoletto è stato affrontato in scena dal cantante e tuttavia risulta il meno riuscito vocalmente per qualche acuto forzato, mentre il gusto e lo spirito del personaggio sono esemplari. Non è possibile non rimarcare lo struggente sentimentalismo espresso nel Lamento di Federico dall’Arlesiana di Cilea cui si deve aggiungere il languido “M’apparì” (Ach so fromm) dalla Martha di von Flotow.
Il pezzo forte del cd è il grande repertorio della canzone italiana e napoletana; in quest’ultima Grigolo è un autentico fuoriclasse con un timbro luminoso, un fraseggio accurato e un pathos innato. “O surdato ‘nnammurato” e “Core ‘grato” sono gli esempi più lampanti, mentre nella canzone italiana spazia con disinvoltura dai classici (“Voglio viver così”, “Non ti scordar di me”) a quelli più contemporanei che sarebbero repertorio di musica leggera ma considerata la levatura musicale possono ben essere iscritti in questo contesto: Renato Rascel con “Arrivederci Roma”, “Chitarra romana” cavallo di battaglia di Claudio Villa (forse anche per un omaggio alla sua città di residenza), iniziando il programma con “Caruso” di Lucio Dalla, un brano eccelso ancor più recente della nostra storia musicale. La bravura dell’interprete consiste soprattutto nel non imitare gli esecutori originali, cui il confronto sarebbe stato sia ingiusto sia impossibile, ma ricercando una sua vena interpretativa di grande classe.
CD SONY 88697937742 2011
Vittorio Grigolo: ARRIVEDERCI
Orchestra e Coro del Teatro Regio di Parma
Direttore Pier Giorgio Morandi
M.o del coro: Martino Faggiani
Registrato a Parma all’Auditorium Paganini e a Londra alla Wathen Hall nel febbraio/aprile 2011

ERWIN SCHROTT: ARIAS – CD SONY 2011 [Lukas Franceschini] – 24 novembre 2012
Erwin Schrott è uno dei cantanti più carismatici del panorama operistico internazionale, la voce robusta e musicale non tipicamente di basso ma di basso-baritono, gli permette di spaziare in un vasto repertorio, tuttavia ciò è anche un limite come dimostra questa pubblicazione discografica.
I brani migliori si ascoltano nei cosiddetti ruoli ibridi come Dappertutto, il suo “Scintille, diamant” è istrionico e ben eseguito, tuttavia non si può non notare una certa mancanza pathos che il ruolo richiederebbe. Altrettanto nella canzone del Toreador, cantata benissimo, manca di quel senso di spavalderia tipica del clima da corrida. Diversamente quando affronta ruoli come Mefistofele (Gounod e Boito) riesce meglio in quello italiano per fermezza vocale, anche se manca in qualche momento di ampiezza e ammetto che il paragone discografico con antichi bassi è inevitabile e qui pur con le sue buone qualità il nostro Schrott è inferiore. Nel ruolo del diavolo nell’opera di Gounod troviamo sì un bravo cantante ma l’interprete non è altrettanto, per gli stessi motivi cui sopra d’identificazione nel personaggio, colore e fraseggio, e vis infernale. Le cose vanno meglio nel Don Quichotte di Massenet ove la voce è particolarmente nobile e modulata, e anche nei due brani di verdiani da I Lombardi e Attila, dove uno stile appropriato e un manierismo d’accento sono molto apprezzati. I tre pezzi finali sono molto accattivanti: dal raro “Di sposo, di padre” dal Salvator Rosa di Gomes, direi splendido, a due azzeccate arie da “La tabernera del puerto” di Sorozobal, fino al sorprendente “Tre sbirri, una carrozza” dalla Tosca pucciniana, ove veemenza e potenza assieme ad un buon stile ne fanno forse la migliore incisione di questo cd. Il giovane Daniele Rustioni si riconferma come una delle più interessanti bacchette del nuovo panorama non solo italiano, capace e molto fantasioso nel gusto, duttile nel diverso repertorio, si può affermare che è non solo buon accompagnatore ma anche raffinato concertatore, basta ascoltare le dinamiche del finale atto I di Tosca e l’inizio del Me fistole, e in particolare il preludio secondo del Don Quichotte. L’orchestra ORF Radio-Symphony-Wien è diligente e ben preparata, il coro dell’Opera di Stato di Vienna non ha bisogno di elogi, tanto è abituato ad un vasto repertorio e anche in quest’occasione non ha mancato l’appuntamento.
CD SONY 88691971162
ERWIN SCHROTT: Arias
ORF Radio-Symphonieorchester Wien e Wiener Staatsoper Chor *
Direttore DANIELE RUSTIONI