Concerti

Recital lirico – Palazzo Pesce, Mola di Bari

Al termine della masterclass a cura della società giapponese Le muse di Satoko Kawabata e tenuta dal celebre basso Ildebrando D’Arcangelo e dal musicologo Carlo Boschi, l’elegante e antica dimora di Palazzo Pesce a Mola di Bari ospita il recital lirico degli allievi provenienti da Italia, Spagna, Cina e Giappone. Oltre al concerto abbiamo avuto modo di assistere con attenzione all’intera masterclass. Il livello di preparazione degli studenti è risultato fin da subito eterogeneo. Tuttavia siamo ampiamente soddisfatti di verificare come, durante lo svolgimento del concerto, chi si è dimostrato una piacevole. Scoperta per talento e tecnica, ha confermato il proprio livello, mentre chi presentava difficoltà è sensibilmente migliorato. La serata viene introdotta dal mezzosoprano Margherita Rotondi, che di palazzo Pesce è direttrice artistica. Il concerto ha inizio con l’aria Si, tra i Ceppi, da Berenice di Georg Friedrich Händel, eseguita dal giovane baritono giapponese Takayuki Narahara. L’aria non è certo tra le più facili e presenta un alto coefficiente di difficoltà. Il baritono possiede un mezzo vocale senza dubbio acerbo, ma è in grado di affrontare con impegno le difficili agilità, ben scandite. Nel suo canto si avverte tuttavia parecchia incertezza, la voce non è del tutto libera dalla gola, ne è prova il costante vibrato stretto e la durezza di emissione. La dizione è chiara, ma, come in molti altri casi di suoi colleghi orientali, l’estraneità del fraseggio è evidente. Il soprano modenese Carlotta Missiroli esegue Si, mi chiamano Mimì dalla Bohème di Giacomo Puccini. La giovane cantante è dotata di una voce potenzialmente bella e sonora, se non fosse per la sua tecnica che ancora non le permette di liberare ed espandere a pieno il suo strumento da soprano lirico. I suoni sono emessi dritti, privi cioè del bell’attacco alto, morbido e sul fiato. Ne consegue che il suono non gira, non sembra essere ben definito ed è prigioniero di un troppo ed evidente vibrato. Drammaturgicamente e interpretativamente la Missiroli ci regala un’intensa Mimì, personaggio che, ne siamo certi, potrà maturare decisamente quando risolverà gli aspetti tecnici succitati, imprescindibili per una corretta interpretazione. Auguriamo a questa giovane artista di raggiungere presto i risultati per cui tanto in questi giorni ha profuso impegno, lo merita.

La serata prosegue col basso veneto Nicola Sonego, tra gli allievi più preparati della masterclass. La voce si espande sicura, svettante avvolgente e teatrale. Il fraseggio è curato in ogni dettaglio e colore. Il personaggio di Leporello sembra essergli stato cucito addosso nella sua brillantezza e fine ironia. Sonego è inoltre perfettamente padrone dello spazio in cui si muove con estrema disinvoltura, espressivo anche visivamente. Il pubblico è da lui completamente coinvolto. Per concludere, il cantante è un artista completo, pronto per affrontare il palcoscenico. Segue, sempre dal Don Giovanni, il celeberrimo duetto Là ci darem la mano con il soprano giapponese Chikako Nishimura e il basso spagnolo Gonzalo Ruiz Rodriguez. Le due voci si amalgamano e intrecciano molto bene e il breve duetto è perfettamente riuscitto. Il soprano possiede una voce interessante, ma che difetta della necessaria musicalità, a causa di problemi tecnici, i quali le creano, tra l’altro, un’oscillazione del suono. Il baritono giapponese Manabu Iitsuka eseggue Perfidi! All’Anglo contro me v’unite! Dal quarto atto di Macbeth di Giuseppe Verdi. Al netto di alcuni suoni leggermente spinti e artificialmente scuriti, il Baritono è in possesso di una bella e ampia voce scura e teatrale. Indubbiamente, a seguito di un sempre più accurato studio della lingua italiana introspettivo del personaggio, unito al perfezionamento della tecnica vocale, il giovane artista potrebbe divenire un Macbeth di tutto rispetto. La voce deve ancora trovare uguaglianza nelle posizioni della ricca gamma vocalica, ma la strada da lui intrapresa è più che corretta. È la volta del tenore Luca Lombardo con la romanza Ricordi ancora, di Francesco Paolo Tosti: un’ottima scelta per lui che, pur in possesso di una voce interessante, presenta evidenti problemi nella zona del passaggio agli acuti, per cui in zona acuta la voce non gira. La romanza scelta, di tessitura centrale, gli ha dunque permesso di cantare agevolmente. Il colore è interessante. Gli auguriamo di continuare nello studio del canto con la consapevolezza che la strada può essere tortuosa e faticosa, ma che al traguardo si arriva solo con perseveranza e umiltà.

Interessante la voce del basso cinese Han Zhengji, il quale ha impersonato il conte Rodolfo nella sublime aria Vi ravviso, o luoghi ameni, dalla Sonnambula di Vincenzo Bellini. Il suo strumento è indubbiamente morbido e suadente, sorretto da un buon controllo del fiato. Come interprete non riesce tuttavia ad emozionare, qualche breve pausa di troppo interrompe la linea melodica, caratteristica insita nelle composizioni belliniane. Giunge ora il momento di tre grandi voci di cui sentiremo senz’altro parlare e ai quali è affidato il compito di concludere in bellezza la serata. Intenso e drammatico il mezzosoprano sardo Cristina Raiano nell’aria di Charlotte Va, laisse couler mes larmes, dal Werther di Jules Massenet. La buona pronuncia del francese le è d’aiuto nell’ esibire un partecipe ed elegante fraseggio. La voce, ampia, ben timbrata anche nella zona grave, è teatrale e il bel timbro chiaroscuro è screziato di intensi colori. Cristina Raiano è per noi un’entusiasmante promessa della lirica da seguire con attenzione. Il basso spagnolo Gonzalo Ruiz Rodriguez canta l’aria di Raimondo Deh, cessate quel contento, dalla Lucia di Lammermoor di Donizetti. Durante la masterclass aveva già avuto modo di far provare il raro e piacevole brivido lungo la schiena con arie belcantiste e verdiane. Il volume è impressionante, la sua voce ricorda, per autorevolezza equalità, storici bassi dell’epoca aurea della lirica. Se si eccettua qualche suono fibroso e leggermente spinto, il basso spagnolo colpisce per la naturale e ampia proiezione del suono, in avanti e sorretto da sicuri fiati. La dizione è scolpita e il suo Raimondo è perfettamente tratteggiato nella drammaticità della circostanza narrata nell’aria. A concludere la rassegna delle giovani voci è il giovanissimo soprano spagnolo Lucia Garcia Guerrero, appena ventenne, con la cavatina di Lucia di Lammermoor Regnava nel silenzio. Il soprano lirico leggero sfoggia una voce adamantina e flautata, di splendido colore. L’emissione è morbida e la giovane artista dimostra di saper sapientemente giocare con le dinamiche e i colori caratterizzanti l’animo della turbata protagonista. Il soprano è musicalissimo, intonato e le agilità sono precise e fluide. Solo il mi bemolle al termine della cabaletta di pochissimo non è perfettamente a fuoco. Una speciale lode al magnifico maestro Ildebrando D’Arcangelo che ha saputo trarre il meglio da ciascuno dei suoi ragazzi, mai risparmiandosi durante la masterclass nell’elargire esempi musicali, nonché umanità e generosità.
Bravissima la pianista e organizzatrice della masterclass Satoko Kawabata, elegante e impeccabile come pianista accompagnatrice, in continua e perfetta intesa con i cantanti. Complimenti a Margherita Rotondi, direttrice artistica di Palazzo Pesce e ospitante la masterclass. Sotto la sua sapiente direzione artistica Palazzo Pesce è divenuto negli anni vanto per Mola di Bari e saldo attrattore musicale. Applausi entusiasti per tutti.