Spettacoli

Don Giovanni – Teatro Regio, Parma

L’apertura della Stagione Lirica 2023 del Teatro Regio di Parma è sotto il nume di Don Giovanni, il capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart, che torna nella città di Maria Luigia dopo quasi tre decenni di assenza.

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Vito Priante e Carmela Remigio

“Quando un personaggio genera un nome comune, ha infranto la barriera dell’immortalità ed è entrato nel mito: si è un Calimero, come si è un Don Giovanni […]” così diceva Umberto Eco e questo mito immortale arriva sul palco del Regio per aprirne la stagione. L’allestimento scelto è quello, ormai storico, di Mario Martone, uno spettacolo elegante e ben confezionato che ha però il limite di essere stato recentemente riproposto anche dal circuito di OperaLombardia. Rimandiamo quindi, per il commento della parte visiva, alla nostra recensione (clicca qui). Possiamo però confermarne pregi e difetti. Sicuramente fra i pregi l’assoluta eleganza dello spettacolo, i bellissimi costumi di foggia settecentesca e la grande cura registica. Nei difetti confermiamo una certa monotonia, soprattutto nel secondo atto, e una difficile visibilità dello spettacolo da alcuni punti del teatro, che ha infastidito alcuni loggionisti. 

Di livello il versante musicale dello spettacolo.

Nel ruolo del titolo, il baritono Vito Priante sigla una prova di sicuro interesse. La voce, dal suadente colore ambrato, si espande con facilità in sala e mostra la giusta appropriatezza stilistica. La linea musicale, condotta con la morbidezza necessaria per assicurare la costante compattezza tra i registri, mantiene, inoltre, una naturale compostezza che ben si addice al rango nobiliare del personaggio. Ben tratteggiato l’interprete che, grazie ad un fraseggio opportunamente sfumato, disegna un burlador insinuante ma sempre raffinato, un uomo che vive senza pregiudizi in una corsa senza fine che lo porterà a scontrarsi, inaspettatamente, con la sua tragica sorte.

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Enkeleda Kamani e Fabio Previati

Al suo fianco, Riccardo Fassi è un ottimo Leporello, il complice ideale, vocalmente e scenicamente, del Don Giovanni di Priante. La vocalità è di puro velluto, malleabile e ben proiettata. Il buon controllo della linea risulta, tra l’altro, particolarmente evidente nell’aria del “catalogo”, impreziosita di effetti chiaroscurali durante la declinazione delle tipologie di conquiste del padrone. La cura meticolosa del fraseggio, in uno con la presenza scenica agile e statuaria, rendono l’interprete accattivante e trascinante.

Straordinaria Carmela Remigio, una Donna Elvira da ricordare. La vocalità del soprano pescarese risulta perfettamente amalgamata, per timbro e colore, con la scrittura mozartiana che viene affrontata con una facilità impressionante in ogni suo passaggio. Eccezionale l’interprete, in grado di valorizzare anche il minimo dettaglio del libretto di Da Ponte e di mettere in evidenza, così, le tante sfaccettature del personaggio: la furia per il subito abbandono, l’impossibilità di rinunciare al suo sogno d’amore, la consapevolezza, anche se per pochi istanti, di essere stata una delle tante conquiste del seduttore.

Note decisamente positive anche per la Donna Anna di Mariangela Sicilia che, con vocalità luminosa e ben timbrata, si lancia con sicurezza e totale abbandono nella parte superandone brillantemente le numerose insidie. Di rilievo l’interpretazione che sottolinea al meglio il contrasto tra la rabbia e il desiderio di vendetta nella prima parte, e la tenera dolcezza di cui è pervaso il rondò del secondo atto, le cui agilità sono risolte con naturalezza.

Molto bene anche Marco Ciaponi che incarna alla perfezione il sentimento romantico di Don Ottavio nei confronti di Donna Anna. Con vocalità ben sfogata e adeguatamente controllata, riesce nella non facile impresa di epurare il personaggio di certa languida tradizione e di imprimergli, piuttosto, la giusta caratterizzazione di amante tenero e sincero. Particolarmente riusciti, tra l’altro, sono i due momenti solistici, impreziositi da un uso invero notevole dei piani, sempre ben sorretti, e dei colori impressi nell’accento.

Enkeleda Kamani è una Zerlina graziosa ed aggraziata, molto musicale e delicata nel porgere le meravigliose arcate melodiche delle sue arie. Scenicamente efficace nel tratteggiare un personaggio peperino e deliziosamente provocante e seducente.

Ben centrato il Masetto di Fabio Previati, dalla vocalità ampia e poderosa e dal fraseggio scolpito ed incisivo.

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Marco Ciaponi e Mariangela Sicilia

Giacomo Prestia, con voce torrenziale e accento granitico, disegna un commendatore ieratico e solenne. Di grande suggestione la scena finale al cospetto di Don Giovanni.

Il Maestro Corrado Rovaris, sul podio, opta per una lettura drammatica ed incalzante della partitura. La scelta dei tempi brillanti e spediti consente allo spettatore di gustare questo capolavoro “tutto d’un fiato”, senza sbavature o cali di tensione nel racconto musicale. Particolare attenzione deve essere posta nella capacità di Rovaris di garantire l’unitarietà complessiva del racconto musicale senza creare scollamenti tra i recitativi e le arie.

Pregevole la prova dell’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini, che nel dosare con maestria i volumi e le dinamiche, assicura un buon equilibrio con le voci impegnate in palcoscenico.

Inappuntabile, per bravura ed estro esecutivo, la prova di Gianluca Ascheri, Maestro al fortepiano.

Encomiabili come sempre gli interventi, pur contenuti, del Coro del Regio di Parma guidato con sicura mano dal Maestro Martino Faggiani.

Grande successo al termine per tutti gli interpreti da parte di un pubblico piuttosto numeroso.

Don Giovanni ossia il dissoluto punito.

Dramma giocoso in due atti
Musica di WOLFGANG AMADEUS MOZART
Libretto di Lorenzo Da Ponte

Don Giovanni Vito Priante
Donna Anna Mariangela Sicilia
Don Ottavio Marco Ciaponi
Il Commendatore Giacomo Prestia
Donna Elvira Carmela Remigio
Leporello Riccardo Fassi
Masetto Fabio Previati
Zerlina Enkeleda Kamani

Direttore Corrado Rovaris
Regia Mario Martone
Ripresa da Raffaele Di Florio
Scene e Costumi Sergio Tramonti
Luci Pasquale Mari
Coreografia Anna Redi
Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini
Maestro al fortepiano Gianluca Ascheri
Coro del Teatro Regio di Parma
Maestro del Coro Martino Faggiani

Foto: Roberto Ricci