Spettacoli

Falstaff – Festival Verdi 2025, Parma

Dopo una prima annullata per sciopero, finalmente Falstaff completa la proposta del Festival Verdi 2025. 

“Era uno di quei perfetti giorni autunnali inglesi che ricorrono più frequentemente nella memoria che nella vita.” Così scriveva P. D. James, e prendiamo queste parole a prestito per introdurre il Falstaff del regista  Jacopo Spirei che debuttò al Festival Verdi nel 2017.  All’ingresso del teatro il sipario è sostituito da una grande bandiera inglese che lascia intravedere dapprima l’Osteria della Giarrettiera e successivamente un piccolo borgo dell’Inghilterra contemporanea, spaccato di un perfetto giorno britannico sul filo dell’ironia (Scene di Nikolaus Webern). Uno spettacolo colorato e divertente che vuole fare ridere il pubblico e riesce a farlo egregiamente, dove la gestualità di ogni personaggio è curata con grande attenzione. Certo la visione di Spirei è un po’ a senso unico, votata alla leggerezza lascia volutamente in ombra l’aspetto malinconico e grottesco dell’immenso personaggio con cui Verdi si congeda dal suo pubblico. Le luci di Giuseppe Di Iorio contribuiscono a creare un clima spensierato e vivace grazie all’uso di tinte sature: verde, blu e rosso che arrivano anche ad illuminare il soffitto del teatro. Belli anche i costumi, irriverenti spiritosi e pop, come si addice alla cultura londinese, curati da Silvia Aymonino. 

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Misha Kiria

In linea con il progetto registico di Spirei è la lettura musicale di Michele Spotti. Particolarmente efficace appare, in tal senso, la scelta delle agogiche che, nell’alternanza tra ritmi ora vivaci e ora più distesi, rispecchia ottimamente quell’incessante flusso narrativo nel quale commedia, grottesco, amore e malinconia si rincorrono e si fondono per dare vita ad un monumento sonoro di rara perfezione. Il fraseggio musicale viene scandito dal direttore con gesto vigoroso ed asciutto a beneficio di una lettura appassionata e palpitante. Le dinamiche orchestrali sono condotte con coerenza e pertinenza in un intreccio ideale dal quale scaturiscono con immediatezza le tinte caratteristiche di ciascuna scena. La compagine orchestrale della Filarmonica Toscanini appare in sintonia con le indicazioni del podio e, ricercando un suono brillante e compatto, offre un valido supporto al palcoscenico ove si esibisce un cast di prim’ordine. 

Misha Kiria, nel ruolo del titolo, sigla una prova riuscita a tutto tondo. Sotto il profilo vocale, sorprende piacevolmente l’abilità con cui il baritono riesce ad alternare, senza perdere il controllo, momenti di canto spiegato a piena voce ad altri dove l’emissione ritrova finezze espressive di grande suggestione. Anche sotto quello interpretativo, poi, si nota una grande cura al fraseggio, la cui varietà ed intensità contribuiscono alla creazione di un personaggio carismatico e perfettamente centrato.

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Roberta Mantegna
, Giuliana Gianfaldoni
 Teresa Iervolino e Caterina Piva

Ben assortita la coppia dei coniugi Ford. Attraverso una linea di canto limpida ed omogenea, Roberta Mantegna disegna una Alice spigliata ed arguta, a proprio agio nei momenti più brillanti come in quelli dove il canto si fa più levigato. Altrettanto convincente il lato interpretativo del personaggio, sbalzato con un fraseggio moderno e pertinente.

Mr. Ford è Alessandro Luongo, la cui presenza scenica ben si presta a rappresentare la gelosia di un marito sospettoso e la possessività di un padre sin troppo presente nella vita sentimentale della figlia. Il canto è condotto con morbidezza ed intenzione, nel rispetto dello stile e delle indicazioni espressive richieste dall’autore. Una prova totalmente convincente che raggiunge il proprio apice nel confronto con Falstaff e nel successivo monologo in secondo atto.

A dare voce alle intemperanze dell’amore giovanile pensano Giuliana Gianfaldoni e Dave Monaco, in ottima rispondenza timbrica e scenica.

Nonostante l’annuncio di una improvvisa indisposizione, Gianfaldoni è una Nannetta deliziosa, dall’emissione flautata e dal suadente impasto timbrico. La linea vocale sembra fluttuare nelle pagine amorose e sa incantare nella sognante esecuzione della “canzone delle fate” in terzo atto. La freschezza e la disinvoltura della presenza scenica la accomuna, poi, al Fenton di Dave Monaco, al suo primo incontro con il personaggio verdiano. Il tenore mostra di saper piegare la propria vocalità, calda e luminosa, con la duttilità e la morbidezza necessarie per ottemperare alla scrittura del Cigno di Busseto. La musicalità dell’emissione si combina, inoltre, con l’incisività dell’accento, pervaso di una espressività naturalmente appassionata.

Di notevole impatto la Mrs. Quickly di Teresa Iervolino, dotata di uno strumento in evidenza per la raffinatezza dell’emissione e la cremosità di un timbro che si dispiega poi, con evidente compattezza, dai gravi, naturalmente appoggiati, alla regione superiore, favorevolmente proiettata. Spassosissima ed ammiccante, inoltre, la resa del personaggio sulla scena.

A completare il quartetto delle allegre comari di Windsor provvede Caterina Piva, dal portamento fascinoso ed elegante. Un’ottima prova anche sotto l’aspetto vocale, in risalto per espansione ed ampiezza di uno strumento indubbiamente importante.

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Misha Kiria
 e Alessandro Luongo


Godibilissima, per smaccata complicità scenica, la coppia dei due amici/nemici di Falstaff. Roberto Covatta, ormai un habitué del ruolo, vive e fa vivere il personaggio di Bardolfo come una seconda pelle e, oltre a cantarlo benissimo, dimostra di saperlo interpretare con enfasi e trasporto da grande artista. Altrettanto bene fa anche Eugenio Di Lieto, Pistola, dalla vocalità ben tornita e dal fraseggio eloquente.

Completa la locandina Gregory Bonfatti che ben si destreggia nel ruolo del Dottor Cajus.

Notevolissimo, infine, l’apporto del Coro del Teatro Regio che, sotto l’inossidabile guida di Martino Faggiani, sembra trovare i colori e gli accenti giusti per dare vita alle intenzioni del Cigno di Busseto.

Grande successo al termine, tributato da una sala gremita in ogni ordine di posto. 

FALSTAFF
Commedia lirica in tre atti
Libretto di Arrigo Boito
da William Shakespeare
Musica di Giuseppe Verdi

Sir John Falstaff Misha Kiria
Mrs. Alice Ford Roberta Mantegna
Ford Alessandro Luongo
Nannetta Giuliana Gianfaldoni
Mrs. Quickly Teresa Iervolino
Fenton Dave Monaco
Mrs. Meg Page Caterina Piva
Bardolfo Roberto Covatta
Pistola Eugenio Di Lieto
Dott. Cajus Gregory Bonfatti

Filarmonica Arturo Toscanini
Direttore Michele Spotti
Coro del Teatro Regio di Parma
Maestro del coro Martino Faggiani

Regia Jacopo Spirei
Scene Nikolaus Webern
Costumi Silvia Aymonino
Luci Giuseppe Di Iorio

Foto: Roberto Ricci