Concerti 2021

In salotto con Verdi (Festival Verdi 2021)

Il Festival Verdi di Parma entra nel pieno della sua programmazione con un concerto che vede protagonista la straordinaria Lisette Oropesa

“In salotto con Verdi” un titolo particolare per un concerto e che sottende un mondo intero, ossia quell’ intrattenimento musicale tipico dei salotti bene, aristocratici e borghesi dell’Ottocento. Dal programma di sala, capiamo che la scelta musicale che guida la serata è quella di offrire, così come sarebbe accaduto in una serata dell’Ottocento, non solo le cosiddette romanze da salotto ma anche arie d’opera e composizioni per pianoforte, contorno ideale delle grandi serate mondane che, ad esempio, Giuseppe Verdi poteva avere vissuto nel salotto buono di Casa Barezzi a Busseto. 

Il grande successo della serata è merito senza dubbio dei due protagonisti: il Maestro Francesco Izzo al pianoforte e Lisette Oropesa, stella ormai affermatasi nel panorama lirico mondiale. 

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Lisette Oropesa

Il soprano, originario della Louisiana, in un bellissimo ed elegante abito da sera nero, che ne valorizza la figura longilinea, si posiziona al proscenio e intona i primi versi dei brani di apertura del concerto (arie di Saverio Mercadante); il pubblico rimane da subito affascinato dalla purezza e dalla morbidezza di una voce immacolata, luminosa e che si espande facilmente in sala. Il programma del recital entra nel vivo con il gruppo di arie da camera composte da Giuseppe Verdi e qui il soprano statunitense dimostra un’eccellente intensità di fraseggio (come in “Perduta ho la pace”, cui viene conferito un accento disperato e malinconico), ottima padronanza tecnica, dizione nitida ed innata comunicabilità espressiva, memorabile l’esecuzione di “Stornello” affrontata con ironia e simpatica civetteria. Un omaggio al romanticismo austriaco è quello rappresentato dall’esecuzione di due brani di Franz Schubert; nel primo brano previsto, “Gretchen am Sprinnrade”, l’artista, grazie ad un perfetto controllo del mezzo, risalta per intensità emotiva mentre nel successivo “Vedi, quanto adoro” fa vivere al pubblico i palpiti dello slancio amoroso dominando una scrittura vocale impervia e terminando la pagina con un sovracuto adamantino e brillante. La prima parte del Gala termina con una pagina di Luigi Arditi, “Valse des belles viennoises”, dove Lisette sfodera un’irresistibile, quanto gioioso, spirito romantico e, mentre la voce accarezza le note del pentagramma con invidiabile controllo e precisione a tutte le altezze, non resiste alla tentazione di accennare qualche passo di danza tra il divertimento e l’euforia di un pubblico già conquistato dalla talentuosa protagonista della serata.

La seconda parte del concerto si apre con un omaggio a Vincenzo Bellini e, più precisamente, con le sue sei ariette da camera. La voce della Oropesa sembra trovarsi a proprio agio con la scrittura del compositore catanese mettendo in evidenza un bellissimo legato e un encomiabile controllo del fiato cui si sposa il fulgore di un registro acuto ben appoggiato. Il programma prosegue ora con alcuni brani composti da Gaetano Donizetti e anche in questo caso il soprano mostra grande familiarità con lo stile dell’autore. Di particolare suggestione è il brano “Lamento per la morte di Bellini”, una pagina ricca di poesia e di mestizia, ma anche di slancio patriottico, risolta con mirabile intensità espressiva. Dopo la toccante esecuzione della preghiera “Ave Maria” composta da Luigi Luzzi, il programma del gala si avvia verso la conclusione con “L’invito (Soirées musicales)”, un brano dalla struttura caratteristica di un bolero, composto da Gioachino Rossini. Ancora una volta si ammira la freschezza vocale della Oropesa, la precisione del coté virtuosistico, l’eccellente musicalità e la bellezza del registro acuto che suona facile e ben proiettato.

La pagina conclusiva del concerto è un brano tratto da un’opera verdiana, I Vespri siciliani, anzi, più precisamente Les Vêpres siciliennes: “Merci, jeunes amies”. Si tratta di un brano dalla scrittura estremamente frastagliata, un pezzo di bravura dal quale la cantante esce vittoriosa grazie ad un dominio totale ed omogeneo del mezzo; si rimane sbalorditi dinanzi alla morbidezza e alla precisione tecnica dell’esecutrice, alla preziosità del legato e alla comunicatività del timbro.

Il programma del concerto è arricchito da alcune pagine per solo pianoforte: una mazurka di Chopin e due pagine scritte da Giuseppe Verdi, le uniche di tutta la sua carriera compositiva: una curiosità il valzer in fa maggiore è quello reso celebre dal film il Gattopardo del 1963. Il Maestro Francesco Izzo, già noto al pubblico del Teatro Regio di Parma in qualità di direttore scientifico del Festival Verdi, sfoggia una mirabile precisione virtuosistica, un raffinato gusto per le variazioni, morbidezza e passione nell’esecuzione; l’interprete è totalmente partecipe del pari dell’esecutore.

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Francesco Izzo

Il programma del concerto termina, ma il pubblico non accenna ad abbondonare la sala; alle insistenti richieste di bis, i due protagonisti eseguono una pagina di Giuseppe Verdi molto toccante: l’aria “Pietà Signor” composta, su testo di Arrigo Boito, in memoria delle vittime del terremoto che colpì la Calabria nel 1894. Inevitabile è, in questo momento, l’analogia con l’attuale drammatica situazione che il mondo intero sta vivendo per effetto della pandemia Covid; un’esecuzione accorata e commossa in un clima di improvviso, quanto sentito raccoglimento. Si torna alla spensieratezza e i bis successivi rappresentano i momenti più attesi della serata: siamo pur sempre al Festival Verdi e pertanto l’esecuzione di arie tratte dalle sue opere ne rappresenta un omaggio doveroso. Si comincia con “Caro nome” da Rigoletto; l’esecuzione della Oropesa è da manuale e si dipana attraverso un susseguirsi di filati, smorzature, trilli, acuti lucenti. Quello che colpisce, anche in questo caso, è la totale partecipazione dell’interprete, come un naturale, quanto inteso, coinvolgimento emotivo nel carattere del personaggio di volta in volta interpretato. Dopo Rigoletto, Traviata. Basta l’incipit “E’ strano” perché il pubblico si scateni in urla di entusiasmo costringendo la cantante ad interrompere l’esecuzione. Lisette Oropesa affronta la pagina di finale primo atto con un vigore encombile, colorando ogni parola, ogni frase con trasporto ed emozione. L’aria “Ah, forse è lui” è un tripudio di armonici e smorzature che le valgono un applauso meritatissimo. Segue un’esecuzione frenetica e fremente di “Sempre libera”, ammirevole per controllo del fiato e sicurezza nel registro acuto (che scocca spavaldo come frecce); ad un certo punto accade un fuori programma che per certi versi solo a Parma sarebbe potuto capitare: dopo la prima strofa, mentre il Maestro Izzo esegue il tema di Alfredo, dalla platea si libra un canto, quello di un tenore (che si scoprirà poi essere uno studente) che duetta con una divertita Oropesa, prima di una magistrale ripresa della cabaletta conclusa da un sovracuto che manda letteralmente in visibilio il pubblico.

Una serata di grande musica, un grande omaggio a Giuseppe Verdi, la consacrazione a Parma di una Diva: serata memorabile!

E mentre si esce dal teatro, con la gioia nel cuore per aver potuto partecipare ad una serata così meravigliosa, giunge la notizia che ufficialmente i teatri possono accogliere il pubblico a capienza piena, un ottimo segnale di ripresa per la cultura e per la vita!

IN SALOTTO CON VERDI – PROGRAMMA

SAVERIO MERCADANTE
La stella; La primavera

GIUSEPPE VERDI
È la vita un mar d’affanni (1844); Stornello (1869);
Chi i bei dì m’adduce ancora (1842); Perduta ho la pace (1838)

FRANZ SCHUBERT
Gretchen am Sprinnrade, D118; Vedi, quanto adoro, D510

GIUSEPPE VERDI
Romance sans paroles (1844); Valzer in fa maggiore (1859?)

LUIGI ARDITI
Valse des belles viennoises

VINCENZO BELLINI
Sei ariette per camera:
Malinconia, ninfa gentile; Vanne, o rosa fortunata
Bella Nice, che d’amore; Almen se non poss’io
Per pietà bell’idol mio; Ma rendi pur contento

GAETANO DONIZETTI
Lamento per la morte di Bellini;
Se a te d’intorno scherza; L’amante spagnuolo

LUIGI LUZZI
Ave Maria

FRÉDÉRIC CHOPIN
Mazurca in la minore, op. 68 no. 4

GIOACHINO ROSSINI
L’invito (Soirées musicales)

GIUSEPPE VERDI
“Merci, jeunes amies” (Les Vêpres siciliennes)

FOTO ROBERTO RICCI