Spettacoli

Adelaide di Borgogna – Vitrifrigo Arena, Rossini Opera Festival

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Riccardo Fassi e René Barbera

22 agosto 2023. In interessante accostamento con Eduardo e Cristina, Adelaide di Borgogna conclude il cartellone delle opere in scena in questa edizione del Rossini Opera Festival, pieno di rarità e novità.

Assieme a Ermione, Ricciardo e Zoraide e Mosè in Egitto, Adelaide è una delle fonti da cui proviene gran parte del materiale musicale rimaneggiato per la composizione di Eduardo; e il proporle a distanza di pochi giorni permette di comprendere appieno la capacità del Cigno di utilizzare lo stesso tema, mantenendo solo l’orditura principale, ma modificandone tutto il resto per ottenere risultati completamente differenti.

A dimostrazione di tutto ciò è lo spettacolo creato da Arnaud Bernard – con scene di  Alessandro Camera, costumi di Maria Carla Ricotti e luci Fiammetta Baldiserri – che visivamente mette lo spettatore di fronte a qualcosa di diametralmente opposto rispetto alla musica che ascolta. Inizialmente sembra essere il solito teatro nel teatro, già visto e rivisto, ma ben presto si palesa essere una idea geniale: se in palcoscenico si può osservare una allegra compagnia durante le prove della messa in scena della stessa Adelaide, concentrandosi sulla musica e sul canto si possono invece udire i caratteri drammatici voluti da Rossini. Indubbiamente tutto ciò è stato possibile grazie ad un grande lavoro di squadra, poiché un semplice tassello fuori posto avrebbe stravolto il risultato. Il tutto condito con un’azione continua, in perfetto sincrono musicale e gestuale davvero significativo, addirittura elettrizzante.

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Varduhi Abrahamyan

Enrico Lombardi sostituisce l’indisposto Francesco Lanzillotta alla guida dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI dirigendo con estrema cura e rispetto delle intenzioni. Il gesto non è propriamente rifinito, ma buca e palcoscenico lo seguono con grande attenzione e professionalità, mettendo in luce ancora una volta l’ottimo lavoro d’assieme.

Olga Peretyatko è protagonista sopraffina, maestra di eleganza e di stile dell’interpretazione rossiniana. Una vera fuoriclasse. Ci auguriamo sinceramente che resti a lungo ospite del Festival.

La affianca la strabiliante Varduhi Abrahamyan, un Ottone di vero pregio dalla vocalità vellutata, tecnica ineccepibile, fraseggio ben curato.

Benissimo nel canto, come pure nella resa del personaggio, anche per l’Adelberto di René Barbara; affiancato dall’altrettanto bravissimo Riccardo Fassi nei panni di Berengario.

Pure ottimi tutti i ruoli di contorno, a partire da Paola Leoci come Eurice, Valery Makarov come Iroldo e Antonio Mandrillo come Ernesto.

Buona la prova del Coro del Teatro Ventidio Basso guidato da Giovanni Farina.

Maestro collaboratore responsabile e fortepiano è l’impareggiabile Michele d’Elia.

William Fratti

19 Agosto 2023. Adelaide di Borgogna, dramma per musica di Gioachino Rossini su libretto di Giovanni Schmidt, debutta al Teatro Argentina di Roma nel dicembre 1817. L’opera tratta un soggetto cavalleresco, dove le vicende amorose dell’infelice protagonista si intrecciano con temi di carattere politico. Una struttura compositiva piuttosto tradizionale e ricorrente nella produzione rossiniana nella quale non mancano, di certo, pagine di indubbia bellezza. Come rendere attuale e fruibile allo spettatore del ventunesimo secolo questo racconto dal sapore medievale?

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Olga Peretyatko

Il regista Arnaud Bernard presenta la storia di Adelaide come una vicenda meta teatrale. Già durante la sinfonia, infatti, vediamo rappresentato (scene a cura di Alessandro Camera) il backstage di un set teatrale e capiamo ben presto che non si tratta di un set qualunque ma, bensì, di una produzione che debutta proprio durante il Rossini Opera Festival. Ad animare la scena, un andirivieni continuo di personaggi che altri non sono se non gli interpreti dell’opera rossiniana. Intrighi amorosi, gelosie, amori dei singoli attori della compagnia si confondono continuamente con la finzione scenica. A sorvegliare quanto accade sul palcoscenico, un severo regista ed un integerrimo maestro accompagnatore (il bravissimo Michele d’Elia), ora seduti al pianoforte al lato del proscenio, ora chiamati a tenere a bada i capricci (e i vizi) degli attori. Il contrasto tra realtà e finzione viene ben rimarcato dal carattere della pièce teatrale rappresentata, tutta giocata tra fondali dipinti, costumi strettamente legati all’epoca della vicenda (a firma di Maria Carla Ricotti le cui creazioni risultano davvero appaganti per l’occhio) ed una gestualità artificiosa e caricata, ai limiti del manierismo. Scena dopo scena questo gioco del teatro nel teatro, ancorché non nuovo e ampiamente visto in ogni contesto, non perde la sua efficacia e riesce a mantenere viva l’attenzione dello spettatore, complice, tra l’altro, il magnifico disegno luci di Fiammetta Baldiserri. Ne sortisce uno spettacolo funzionale e godibile cui riconosciamo il merito, non di poco conto, di rendere giustizia ad un soggetto di fatto non sempre compiuto sotto l’aspetto drammaturgico. Va rilevato, tuttavia, come, talvolta, la già citata gestualità imposta ai singoli interpreti, scivoli verso una caricata ironia (ai limiti del comico in alcuni passaggi) che rischia di tradire la natura drammatica dell’opera.

Sotto il profilo esecutivo, questa produzione si avvale di un cast di prim’ordine.
A pochi giorni dalla prima, a causa di un incidente stradale che l’ha coinvolto, il Maestro Francesco Lanzillotta, ha dovuto abbandonare il podio e, in sua vece, è intervenuto il Maestro Enrico Lombardi, suo assistente. Lombardi è così entrato a far parte della produzione a partire dalla seconda recita e ha dovuto prendere confidenza con una partitura tanto desueta in tempi ristrettissimi. Il direttore ha offerto una lettura misurata ed equilibrata, giocata su sonorità vaporose e delicate che sanno ben sottolineare i momenti di intriso sentimentalismo. Particolare attenzione è rivolta, ad un contempo, anche alle scene di stampo più eroico e militaresco, che Lombardi riesce ad enfatizzare pur senza eccessi di volume. Ottima è, inoltre, l’intesa con i complessi della Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, grazie alla quale viene garantito il giusto equilibrio tra buca e palcoscenico e, soprattutto, il rispetto delle vocalità dei singoli interpreti.

Nei panni della protagonista, Olga Pereretyatko vanta una presenza scenica ideale per dare vita, in perfetto connubio con il disegno registico, ai capricci della primadonna della compagnia e, contemporaneamente, ai languori amorosi di Adelaide nella finzione. Con il passare del tempo la vocalità del soprano russo si è irrobustita nei centri senza perdere lo smalto di un registro superiore ben proiettato; pregevole il controllo del canto d’agilità. La prima aria di Adelaide, “occhi miei piangeste assai”, con il suo canto sul fiato finemente cesellato, rappresenta il vertice esecutivo della sua prova.

Varduhi Abrahamyan, nel ruolo en travesti di Ottone, sfoggia una vocalità avvolgente e sonora, dal caratteristico timbro brunito. Il mezzo è caratterizzato da innata musicalità e si apprezza per la pregevole omogeneità tra i registri. La sicurezza esibita nei passaggi di più scoperto virtuosismo si combina con la morbidezza del cantabile senza dimenticare l’efficacia del fraseggio, stilisticamente sempre appropriato. Perfetta, infine, la presenza scenica, sempre composta ed elegante.

Sugli scudi la prova di Renè Barbera che, nelle vesti di Adelberto, ha brillato in ragione di una vocalità luminosa e ben sfogata. Da segnalare, tra l’altro, la pregevole esecuzione dell’aria di secondo atto “grida, o natura, e desta”, che il tenore ha impreziosito con la solidità del registro acuto e la precisione dei passaggi più virtuosistici. Sempre credibile e partecipe l’interprete.

Di rilievo è anche la prova di Riccardo Fassi nel ruolo di Berengario. Il basso possiede un mezzo dal suggestivo colore notturno e che si espande con immediata facilità a tutte le altezze. Il fraseggio, sempre curato ed incisivo, si combina ad una presenza scenica atletica che ben si addice ad un sovrano belligerante.

Paola Leoci, in virtù di una vocalità morbida e ben educata, è una Eurice efficace e scenicamente ben delineata.

Puntuale e ben tratteggiato l’Iroldo di Valery Makarov.

Pregevole, sotto il profilo vocale e scenico, l’Ernesto di Antonio Mandrillo.

Corretta ed adeguata la prova del Coro del Teatro Ventidio Basso, ben diretto dal Maestro Lorenzo Fratini.

Alla recita cui abbiamo assistito, nella quale spiace constatare la presenza di vistosi spazi vuoti in platea, arride grande successo al termine con punte di particolare entusiasmo per il terzetto dei protagonisti.

Marco Faverzani | Giorgio Panigati

Adelaide di Borgogna
Dramma per musica in due atti di Giovanni Federico Schmidt
Musica di Gioachino Rossini
Edizione critica della Fondazione Rossini, in collaborazione con Casa Ricordi, a cura di Gabriele Gravagna e Alberto Zedda

Direttore ENRICO LOMBARDI 
Regia ARNAUD BERNARD
Scene ALESSANDRO CAMERA
Costumi MARIA CARLA RICOTTI
Luci FIAMMETTA BALDISERRI

Ottone VARDUHI ABRAHAMYAN
Adelaide OLGA PERETYATKO
Berengario RICCARDO FASSI
Adelberto RENÉ BARBERA
Eurice PAOLA LEOCI
Iroldo VALERY MAKAROV
Ernesto ANTONIO MANDRILLO

CORO DEL TEATRO VENTIDIO BASSO
Maestro del Coro GIOVANNI FARINA
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI 

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materiali stampa forniti dal Rossini Opera Festival