Spettacoli

Il tabarro / Il castello del duca Barbablù – Festival Puccini, Torre del Lago

Il Festival Puccini in coproduzione con il Teatro dell’Opera di Roma si è fatto promotore del progetto “Trittico ricomposto”, così appunto denominato perché le tre opere pucciniane vengono sì proposte separatamente, ma ogni volta in abbinamento ad un altro capolavoro del Novecento con il quale vengono messe a confronto. Prima tappa di questo percorso è ovviamente Il tabarro rappresentato congiuntamente a Il castello del duca Barbablù di Béla Bartók: entrambe le opere, enigmatiche ed ambivalenti, debuttano nel 1918 e sono in un atto unico, indubbiamente diverse per stile e contenuto, ma accomunate da una medesima densità della scrittura musicale e da una valenza fortemente simbolica delle vicende narrate. La direzione è affidata a Michele Gamba mentre la regia è di Johannes Erath, il quale realizza una messa in scena unitaria, pur mantenendo distinte le due parti. Lo spettacolo prende infatti avvio da un palcoscenico in allestimento, dove una dopo l’altra prenderanno forma le due storie, con caratteristiche diverse e peculiari ma anche con numerosi elementi di continuità. Lo sfondo è dunque il teatro con le sue formidabili potenzialità di rappresentazione, uno spazio che si crea e si scompone, pur mantenendo una certa memoria di sé, con aspetti di un’opera che affiorano nell’altra. L’idea è suggestiva e risulta perfino appropriata nel contesto della giustapposizione di due lavori di intenso scavo interiore sul tema di amore e morte: le piccole ballerine o i leggii delle mogli di Barbablù appaiono e fluttuano da un pannello al successivo come reminiscenze teatrali o frammenti di un inconscio collettivo. L’allestimento tuttavia riesce eccessivamente macchinoso per un’opera essenziale e concentrata come Il tabarro e tale complessità finisce per essere dispersiva e distrarre dalla tagliente tragicità tanto della musica quanto del testo. I momenti più lirici e sognanti risentono poi della mancanza dell’atmosfera parigina e l’amara riflessione sul tempo che scorre inesorabile stenta a farsi strada. La sostituzione del tabarro con le lenzuola del talamo nuziale ha poi un carattere piuttosto astratto che indebolisce un epilogo feroce e raccapricciante.

Il_tabarro_Barbablù_Torre_del_Lago_2023_2
Lucio Gallo

Michele Gamba alla guida dell’Orchestra del Festival Puccini plasma un flusso sonoro consistente e screziato, nella morbidezza degli archi e nella cura delle variazioni d’intensità. Rende con attenzione i dettagli di una partitura pucciniana densa e cesellata, anche se il duetto d’amore riesce poco appassionato. Di grande vigore drammatico il finale con battute marcate ed accurati interventi delle percussioni e degli ottoni.

Monica Zanettin interpreta Giorgetta con voce estesa e voluminosa. Precisa e garbata in ogni passaggio, ha tuttavia un canto debolmente accentato e piuttosto uniforme. Risulta così poco emozionante nella romanza “E’ ben altro il mio sogno”, mentre è poi più coinvolgente nel duetto con Luigi. Trova infine la sua migliore cifra espressiva nella conclusione con battute scandite e dolenti.

Il Luigi di Azer Zada si destreggia con sicurezza ed agilità nelle note centrali, creando ampie frasi dalla linea sinuosa; tende tuttavia a schiarire in acuto, perdendo di morbidezza e di rotondità. Efficacemente delineato il personaggio come amante irruento e giovane idealista quasi ribelle ed eseguita con drammaticità la celebre tirata “Hai ben ragione! meglio non pensare”.

Il Michele di Lucio Gallo è all’inizio personaggio ruvido e distante, con uno stile quasi da solenne recitativo. La modulazione è ricca e varia, con una dizione scandita ed un fraseggio che nella romanza si fa via via più sbalzato, in un crescendo emotivo che ci trascina con forza verso l’orrore finale.

Una Frugola da palcoscenico quella interpretata da Loriana Castellano, in tuta da lavoro ma sorta di subrettina che rovista tra le quinte. Con voce piena e modulata dà forma ad un brillante siparietto, per essere poi più lirica nel malinconico duettino.

Poco caratterizzato nella direzione di un’affaticata tristezza il Talpa di Francesco Auriemma, anche se vocalmente ogni intervento risulta trasparente e sbalzato.

Esuberante il Tinca di Enrico Casari, con un’interpretazione brillante ed articolata tanto nel canto quanto nella recitazione.

Chiaro e ben proiettato il Venditore di canzonette di Gianmarco Latini Mastini, con un’emissione solare e generosa. Melodici e definiti i Due amanti di Francesca Mannino e Marco Montagna, squillante Masami Tsukamoto come Voce di sopranino. Ben assortito ed amalgamato il gruppo delle Midinette (Monica Arcangeli, Nicoletta Celati, Francesca Scarfi, Taisiia Gureva, Sara Guidi, Federica Nardi) e suggestivo il coro degli scaricatori, diretti come di consueto d Roberto Ardigò.

Il_tabarro_Barbablù_Torre_del_Lago_2023_3
Johannes Martin Kränzle e Zsilvia Vörös

La messa in scena del Barbablù risulta più calzante ed incisiva, tant’è che l’intero allestimento parrebbe ideato a partire da questa seconda parte del dittico. L’inizio e la fine del quadro si assomigliano, evocando pertanto l’idea di ciclicità, in assonanza con alcune caratteristiche della musica. Il clima realizzato dalle scene Katrin Connan, i costumi di Noëlle Blancpain e dalle luci di Alessandro Carletti è sospeso ed inquietante, con il pannello con lo sventolio dei tendaggi che fa presagire lo spalancarsi delle porte e Judith che appare sulla sommità dell’impalcatura come al principio di una discesa negli inferi. Desta comunque qualche perplessità il personaggio di Barbablù ritratto come un serial killer elegante e distaccato, quasi del tutto privo di trasporto amoroso e il cui tormento emerge soltanto a partire dalla quinta porta. Di forte impatto lo spalancarsi del fondale all’apertura dell’ultima sala mentre la fitta oscurità che cala sul finale viene interpretata come il restare prigionieri del proprio ruolo e del proprio spartito, forse morte dell’arte come della protagonista.

Sul versante musicale, la direzione di Gamba qui si distingue per gli effetti in pianissimo e per la resa dei gravi. Il suono è compatto, con tremolii di fiati ed ottoni che increspano la massa orchestrale, e la tensione si mantiene costante, con momenti di acuminato vigore.

Il_tabarro_Barbablù_Torre_del_Lago_2023_4
Johannes Martin Kränzle e Zsilvia Vörös

Valida e affiatata la coppia dei protagonisti.
Johannes Martin Kränzle interpreta un Barbablù freddo e razionale, quasi inscalfibile, ma che verso la fine rivela tutta la sua fragilità e il suo interiore dissidio. Con un timbro magnetico ed un moderato corpo vocale, ha sempre una proiezione definita ed un fraseggio ricco e scolpito, risultando dunque di spiccata espressività in ogni parte.

Judith è Zsilvia Vörös, di grande omogeneità e con accurate modulazioni dell’emissione. Di notevole effetto drammatico le mezze voci e la salda tenuta delle note, nonché gli incisi, le sospensioni ed i rallentamenti. E’ di inquietante lirismo alla porta delle lacrime e nel complesso raffigura una donna trascinata dalla passione e dalla curiosità che finisce per ingaggiare una sorta di combattimento con l’amato.

Entusiasmo del pubblico, pur con qualche perplessità. Molto applauditi Gallo e la Zanettin, come anche Kränzle e la Vörös. Fragorosi consensi anche per la regia di Erath e le direzioni di Gamba.

IL TABARRO / IL CASTELLO DEL DUCA BARBABLU’
Progetto “Trittico ricomposto”

Regia Johannes Erath
Maestro concertatore e direttore d’orchestra Michele Gamba

Scene Katrin Connan
Costumi Noëlle Blancpain

Orchestra e Coro del Festiva Puccini
Maestro del Coro Roberto Ardigò
Assistente alla regia Chiara Osella
Assistente costumista Giuditta Verderio

Disegno luci Alessandro Carletti
ripreso da Ludovico Gobbi
Video Bibi Abel
Sound designer Luca Bimbi

IL TABARRO
Musica di Giacomo Puccini
Libretto di Giuseppe Adami

Michele Lucio Gallo
Luigi Azer Zada
Il Tinca Enrico Casari
Il Talpa Francesco Auriemma
Giorgetta Monica Zanettin
La Frugola Loriana Castellano
Un Venditore di canzonette Gianmarco Latini Mastini
Due amanti Francesca Mannini, Marco Montagna
Le Midinette Monica Arcangeli, Nicoletta Celati, Francesca Scarfi         
Taisiia Gureva, Sara Guidi, Federica Nardi
Voce di sopranino Masami Tsukamoto

IL CASTELLO DEL DUCA BARBABLU’
Musica di Béla Bartók
Libretto di Béla Balázs

Judith Zsilvia Vörös
Barbablù Johannes Martin Kränzle

Foto: ph. Giorgio Andreuccetti