Spettacoli 2021

Il barbiere di Siviglia

Il barbiere di Siviglia inaugura la stagione lirica del Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona.

Tutti a teatro! È lo slogan che giganteggia sulle locandine della nuova stagione del Ponchielli di Cremona; un messaggio conciso ma quantomai eloquente, un invito a ritrovarsi là dove tutto si è fermato per troppo tempo, a vivere e condividere quelle emozioni che solo la magia del palcoscenico riesce a far provare al suo pubblico. 

Era tanta, quindi, l’attesa per questa importante serata di mondanità che i canali social del teatro stesso avevano incoraggiato e preannunciato. Il titolo prescelto è uno dei più amati e conosciuti del teatro musicale di ogni tempo: Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini.

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Diego Savini, Chiara Tirotta e Gianni Giuga

In scena una nuova co-produzione tra i Teatri di OperaLombardia che, arriva ora nella città di Stradivari dopo il debutto al Teatro Sociale di Como nelle scorse settimane. Il progetto registico è a cura di Ivan Stefanutti, che firma anche scene e costumi, e che ambienta la vicenda in una Siviglia dai contorni gotici ma buffi, strizzando così l’occhio alle atmosfere simpaticamente horror di grandi classici della filmografia quali Frankestein Junior e Rocky Horror Picture Show. La piazza, dove il Conte d’Almaviva intona la serenata per Rosina, è delimitata da finti muri con mattoni a vista sovrastati da minacciosi gargolle, anche un simpatico drago domina la scena appollaiato su un orologio. La casa di Don Bartolo, nella sua architettura massiccia, appare dall’esterno inquietante; e ancor peggio è l’interno, dove, fra bellissime aperture ad arco di fattura tipicamente spagnola, sono appesi numerosi trofei di caccia. Lo sguardo dello spettatore è catturato inoltre da un gigantesco camino da cui provengono bagliori sinistri. Don Bartolo, nella visione del regista, è uno scienziato pazzo, che conduce esperimenti poco ortodossi e che armeggia con filtri e pozioni di certo non a fin di bene. Nella casa di siffatto medico vivono “strani” personaggi: Berta, dedita ai vizi dell’alcol e del tabagismo, che si aggira spesso con una accetta e uno strofinaccio sporco di sangue e Ambrogio che, in questa visione registica, è un gigantesco pupazzo cornuto, a metà strada tra un mastino e un peluche pasticcione. Figaro, poi, è un barbiere che porta con sé enormi sacchi di juta contenti parrucche di varia fattura, mentre Rosina, una giovane che, oltre ad essere incatenata con un’enorme palla al piede impostale dal suo carceriere, non è forse nuova alle arti oscure, come testimonia la bambola con le fattezze di Don Bartolo su cui pratica il vodoo durante la sua aria di primo atto. I pochi oggetti di scena si muovono grazie a figuranti travesti da enormi gatti neri che vivono nella casa di Don Bartolo e che rispondono ai suoi comandi. Un’idea di fondo divertente e ben sviluppata che rende godibile lo spettacolo anche per i più giovani. Contribuiscono alla buona riuscita dello spettacolo anche i costumi, a firma di Ivan Stefanutti, di fattura gotica, curatissimi nei dettagli e dalle cromie che ben contrastano con i colori tetri alle pareti e del fondale. Suggestive le luci di Fiammetta Baldiserri, essenziali nel ricreare le atmosfere dark in cui si muove il racconto.  

Piacevole la resa musicale dello spettacolo. 

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Pierpaolo Martella e Matteo Roma

Interessante la direzione del giovane Maestro Jacopo Rivani che offre del capolavoro rossiniano una lettura contrassegnata da ritmo brioso e sostenuto. Il suo gesto, animato dalla passione, segna numerosi passaggi degni di nota, come alcune smorzature durante la sinfonia o ancora nel finale secondo, sa addentrarsi nelle numerose sfumature di cui è costellata la partitura e mantiene un buon equilibrio tra buca e palcoscenico. In buona forma appare l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano che, ad onta di qualche clangore di troppo nelle percussioni, appare compatta e omogenea nelle varie sezioni.

Anagraficamente giovane e ben assortita la compagnia di canto.

Matteo Roma, il Conte d’Almaviva, sfoggia un mezzo dal bel colore chiaro, una linea di canto limpida e che sa piegarsi con morbidezza alle esigenze dell’autore. Buona la padronanza del canto di agilità così come il legato. L’interprete è partecipe e moderno rifuggendo ogni facile affettazione di routine.

Ottima la prova di Chiara Tirotta nel ruolo di Rosina. La voce presenta un suggestivo colore ambrato e si muove con naturalezza tra il registro grave, ben appoggiato, e quello acuto, sicuro e luminoso. Precisa e puntuale nelle colorature così come nelle variazioni, di gusto e rispettose del dettato dell’autore. Scenicamente irresistibile, grazie ad una gradevole mimica facciale, si muove con disinvoltura nei suoi abiti coloratissimi. 

Figaro è interpretato da Gianni Luca Giuga, dotato di un mezzo dal bel colore chiaroscurale, pastoso e ben proiettato. Gradevole la presenza scenica così come accattivante il fraseggio, doti che contribuiscono a disegnare un personaggio spigliato, ma ad un contempo raffinato e elegante.

Ben riuscito il Don Bartolo di Diego Savini, grazie ad un buon controllo del mezzo, compatto e ben tornito e ad una tecnica che gli consente di risolvere l’aria con bravura. Grazie ad un accento pertinente, mai grottesco, disegna un personaggio crudele e burbero come da copione.

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Matteo Roma

Tonante quanto basta il Don Basilio di Alberto Comes, vocalità caratterizzata da un bel colore scuro e vellutato. Particolarmente riuscita “La calunnia”, grazie, tra l’altro ad una giusta appropriatezza di accento e ad un fraseggio sfumato e scolpito.

Scenicamente perfetta la Berta di Tiberia Monica Naghi, vocalmente caratterizzata da un bel colore chiaro e da timbro adeguatamente sonoro.

Preciso e dalla vocalità interessante il Fiorello di Pierpaolo Martella.

Non particolarmente a fuoco risulta Pietro Miedico nel ruolo di un ufficiale.

Buona, infine, la prestazione del Coro OperaLombardia, diretto dal Maestro Massimo Fiocchi Malaspina, che, in questo titolo, interviene nella sola sezione maschile. 

Grande successo al termine da parte di un pubblico accorso numeroso per ascoltare l’immortale capolavoro del Cigno di Pesaro.

IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Dramma comico in due atti su musica di Gioachino Rossini
Libretto di Cesare Sterbini dalla commedia Le barbier de Séville
di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais

Il conte d’Almaviva Matteo Roma
Bartolo Diego Savini
Rosina Chiara Tirotta
Figaro Gianni Giuga
Basilio Alberto Comes
Fiorello Pierpaolo Martella
Berta Tiberia Monica Naghi
Ambrogio Federico Pinna
Ufficiale Pietro Miedico

Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coro OperaLombardia
Direttore Jacopo Rivani
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Maestro al fortepiano Hana Lee
Regia, scene e costumi Ivan Stefanutti
Luci Fiammetta Baldiserri

FOTO: FEDERICO ZOVADELLI