Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala – Piccolo Teatro, Milano
La Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala porta in scena al Piccolo Teatro Strehler lo spettacolo di fine anno al quale OperaLibera ha assistito domenica 7 maggio. Lo spettacolo si compone di tre pezzi. Il primo è la Presentazione coreografata dal direttore della Scuola di Ballo Frédéric Olivieri. Tutti i 160 allievi, dal I all’VIII corso danzano sugli Etudes di Carl Czerny, alternandosi in rapide entrate e uscite, che pur commisurate ai diversi livelli di studio, compongono una coreografia coerente e accattivante che privilegia gli aspetti tecnici e i virtuosismi. Le musiche, vivaci e dal ritmo sostenuto, le luci intense, quasi abbaglianti e i toni neutri di sfondo e costumi, esaltano le capacità dei danzatori, in particolare quelle degli studenti prossimi al diploma che riempiono la scena da veri professionisti.
Segue un pezzo contemporaneo, del tutto diverso: Balthus Variations, coreografato da Emanuela Tagliavia, docente di danza contemporanea della Scuola e musicato appositamente da Giampaolo Testoni. Il pezzo si ispira ai dipinti del pittore francese Balthus con le sue scene in interni sospese tra solitudine e intimità. È indubbiamente il pezzo più profondo del programma e che richiede capacità interpretative mature. La scommessa è pienamente riuscita. I giovani danzatori esprimono condizioni tipiche dell’adolescenza, la solidarietà del gruppo, la solitudine nella ricerca della propria identità, l’incontro con l’altro. Il linguaggio è spiccatamente contemporaneo, con movimenti giocati su contrattempi, tensioni e distensioni, prese dei danzatori che si risolvono in teneri abbracci e gesti ripetuti, ispirati a Balthus, che fanno da filo conduttore. Ma non manca una compiaciuta strizzata d’occhio ai musical americani più noti, anche musicalmente, nel momento in cui i ragazzi interpretano una sorta di ballo scolastico di fine anno. L’atmosfera, creata da luci soffuse, conferisce una dimensione onirica, con note di sensualità e inquietudine amplificate dalla penombra. Inquietudine ben espressa dalla musica di Testoni, dove la fisarmonica e lo xilofono stemperano passaggi più drammatici di archi e fiati. Felicissimi i costumi di Lou Antinori che evocano la moda giovanile degli anni Settanta e che consentono ai danzatori di essere interpreti di se stessi, tutti allievi adolescenti tra il IV e l’VIII corso.
Lo spettacolo si chiude con un divertissement da La fille mal gardée, nella nuova coreografia firmata da Frédéric Olivieri, sulla partitura di Peter Ludwig Hertel con scene e costumi di Luisa Spinatelli. Se alla Scala avevamo visto l’intero balletto, al Piccolo sono riproposti alcuni momenti salienti come la danza degli zoccoli di M.me Simone, il passo a due di Lise e Colas o il Ballo dell’Albero di Maggio (qui recensione dell’intero spettacolo per le note storiche e tecniche). Il cast che ha danzato il 7 maggio non è lo stesso che abbiamo visto alla Scala, che forse ci aveva maggiormente convinto, se non per Gisèlle Odille Ghidoli che interpreta felicemente Madame Simoni, mentre Camilla Raina è Lise e Alessandro Francesconi è Colas.