La Cenerentola – Teatro Filarmonico, Verona
Ultimo appuntamento operistico della Stagione 2024 La Cenerentola di Gioachino Rossini fa il pienone nela sala del Teatro Filarmonico di Verona.
Rossini si era impegnato con l’impresario del Teatro Valle di Roma per un’opera da rappresentarsi per la Stagione di Carnevale 1816/1817. Insieme al librettista Jacopo Ferretti vagliarono una grande quantità di soggetti per poi scegliere, sotto suggerimento del Ferretti, alla Cendrillon di Charles Perrault. Il libretto fu scritto in ventidue giorni, mentre al compositore ne servirono 24, con alcuni autoimprestiti e arie composte dal fido allievo Luca Angiolini. Il libretto trasforma gli elementi fiabeschi alle esigenze del pubblico, con personaggi che si muovono all’interno delle convenzioni dell’opera buffa presenti all’epoca. Il risultato è un capolavoro che insieme a pochi altri titoli (vedi Il barbiere di Siviglia) hanno resistito ai mutamenti musicali per quasi tutto l’Ottocento per poi essere riscoperte verso gli anni venti del secolo scorso grazie a direttori come Vittorio Gui o cantanti come Conchita Supervia.
L’allestimento proposto da Fondazione Arena di Verona è quello del 2017 creato per la Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. L’ambientazione è tradizionale e offre parecchi momenti deliziosi; qui, inoltre, l’elemento fiabesco è presente grazie a un gruppo di ballerine in sembianze di fate che escono dagli enormi libri presenti in scena, che rappresentano nei titoli storie di eroine da Jane Eyre ad Anna Karenina che Cenerentola legge avidamente , mentre le vanitose sorellastre tentano in tutti i modi di distruggerli. Anche Alidoro è una sorta di mago demiurgo (è lui che con un incantesimo fa scoppiare il temporale che darà la possibilità al Principe Ramiro e Angelina/Cenerentola di ritrovarsi grazie al bracciale da lei donato all’amato durante la festa). La regia di Manu Lalli è perfettamente adeguata all’ambiente e la costruzione dei tratti psicologici dei vari interpreti è molto curata. Al completamento dell’insieme le deliziose scene di Roberta Lazzeri (formidabile il quadro finale con la prospettiva del salone della reggia del Principe, quasi un commosso omaggio ai fondali che si usavano nei tempi passati), i bellissimi costumi di Gianna Poli e le luci di Vincenzo Apicella hanno dato vita a uno spettacolo assai piacevole e divertente, sempre in perfetto equilibrio fra comicità e buoni sentimenti.
La direzione di Francesco Lanzillotta, alla guida dell’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, opta per tempi scoppiettanti senza dimenticare il lato patetico della protagonista; i concertati sono stati condotti con tempi serrati che un po’ hanno fatto sentire qualche squilibrio fra buca e palcoscenico ma che non hanno intaccato una narrazione sicura e attenta ai dettagli presenti in partitura.
Molto buono anche il cast.
Il ruolo di Angelina/Cenerentola è stato splendidamente sostenuto da Maria Kataeva, di bella voce e con una sicura padronanza della tecnica che le permette di creare un personaggio dal forte spessore, malinconico si ma mai patetico (anzi a volte perfino dispettosa nei confronti delle sorellastre, come la ripetizione della cantilena a inizio atto ha dimostrato). Il suo Rondò finale, impeccabile vocalmente, è stato giustamente salutato da una meritatissima ovazione.
Il Don Ramiro di Pietro Adaini si inserisce nel filone dei tenori contraltini e lo fa in modo egregio, grazie a una buona organizzazione vocale che l’ha visto sicuro del duetto con Cenerentola del I atto e nelle scabrose agilità della sua aria nel II atto, veramente ben interpretata.
Vanesio, anche se con un fondo di divertente goffaggine, il Dandini di Alessandro Luongo, sicuro nel canto e molto disinvolto in scena.
Vero mattatore della serata, però, Carlo Lepore nei panni di Don Magnifico ha catalizzato l’intera sala; miglior Dandini non si poteva sperare; simpatico, divertente ma mai caricato la sua è stata anche una grande lezione di stile, degna dei grandi buffi del passato.
Alidoro, MatteoD’Apolito ha sostituito nella prima recita il previsto Gabriele Sagona e lo ha fatto in modo egregio, anche se la difficilissima aria del primo atto lo ha trovato leggermente in difficoltà nel canto di agilità; in ogni caso una più che lodevole prova.
Spiritosissime e acide quanto basta le sorellastre interpretate da Daniela Cappiello come Clorinda e Valeria Girardello nel ruolo di Tisbe.
Ottimo come sempre il Coro della Fondazione Arena di Verona, guidati da Roberto Gabbiani.
Pubblico delle grandi occasioni che ha salutato la fine dello spettacolo con ripetuti appausi e autentiche ovazioni per i protagonisti.
Fondazione Arena di Verona
Teatro Filarmonico
Stagione d’opera e balletto 2024
LA CENERENTOLA
ossia la bontà in trionfo
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Jacopo Ferretti
Musica di Gioachino Rossini
Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro
in collaborazione con Casa Ricordi, Milano, a cura di Alberto Zedda
Don Ramiro Pietro Adaini
Dandini Alessandro Luongo
Don Magnifico Carlo Lepore
Clorinda Daniela Cappiello
Tisbe Valeria Girardello
Angelina/Cenerentola Maria Kataeva
Alidoro Matteo D’Apolito
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Direttore Francesco Lanzillotta
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Regia Manu Lalli
Assistente alla regia Chiara Casalbuoni
Scene Roberta Lazzeri
Costumi Gianna Poli
Luci Vincenzo Apicella riprese da Sergio Toffali
Direttore allestimenti scenici Michele Olcese
Allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Verona, Teatro Filarmonico, 17 novembre 2024
Foto: ENNEVI FOTO