Spettacoli

Gianni Schicchi – Teatro del Giglio, Lucca

Un brillantissimo Gianni Schicchi è andato in scena a Lucca per iniziativa del Comitato Promotore delle Celebrazioni Pucciniane, presieduto dal maestro Alberto Veronesi, e con l’organizzazione del Teatro del Giglio, il cui presidente, Giorgio Angelo Lazzarini, ha introdotto la serata con il sindaco Mario Pardini. Nel contesto del centenario della morte di Giacomo Puccini, l’evento è infatti particolare in quanto il programma, oltre alla rappresentazione della terza opera del Trittico, prevede l’esecuzione di alcuni brani giovanili o comunque poco noti del compositore lucchese.

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Giacomo Prestia, Antonino Giacobbe, Lorenzo Martelli, Anna Maria Chiuri, Anna Maria Sarra, Nicola Farnesi, Donatella De Luca, Wang Chuan

Sul podio Ivàn Fisher alla guida della Budapest Festival Orchestra, che in apertura ci presenta l’Adagetto in fa maggiore SC51, breve composizione di grande cantabilità, scritta da Puccini durante gli anni del Conservatorio e in seguito ripreso in un passo dell’Edgar. Dello stesso periodo lo Scherzo per archi SC56, in uno stile che rimanda al Settecento e che verrà poi riutilizzato nelle Villi e in Manon Lescaut. L’esecuzione di questo brano è energica e di grande precisione e compattezza, mentre ci viene presentato in un tono più meditativo, anche se povero di cromatismi, il Preludio a orchestra SC1, prima composizione di Puccini datata 1876. Risale invece al 1918 “Amici fiori”, l’aria per soprano e orchestra espunta da Suor Angelica ed eseguita da Afag Abbasova, con una vocalità alquanto estesa ed uno stile ricco di commozione. Chiude la prima parte la romanza “Ad una morta” SC41, ancora degli anni giovanili ed interpretata da Nicola Alaimo con una linea modulata ed elegante. Ritroviamo poi il baritono palermitano nei panni di uno strepitoso Gianni Schicchi che, con un timbro chiaro ed un’emissione potente, esibisce un fraseggio articolato ed incisivo e si dimostra abilissimo nel produrre effetti di raffinata comicità come nel creare momenti di intensa poesia. Alaimo inoltre dà prova di essere un formidabile attore nell’avvalersi di una ricca gestualità e nel saper giocare con una fisicità prorompente.

Assieme al protagonista, valido l’intero cast dei cantanti che si distingue, sia dal punto di vista vocale che da quello drammatico, per accuratezza e vivacità, facendo così risaltare la straordinaria aderenza tra musica e testo del capolavoro pucciniano.

Zita è Anna Maria Chiuri, con una dizione scandita, una grande varietà di modulazioni ed una caratterizzazione del personaggio alquanto comica e notevolmente sbalzata. Giacomo Prestia è un Simone profondo e scolpito che ben raffigura la finta autorevolezza dell’anziano cugino.

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Benedetta Torre e Nicola Alaimo

Lauretta è interpretata da Benedetta Torre, che ci regala una “O mio babbino caro” di grande perfezione formale, con lunghissimi fiati e levigata in ogni parte. Di buona estensione e volume il Rinuccio di Wang Chuan, con momenti di svettante lirismo e alcuni passaggi che risultano invece poco leggieri.

Luminoso ed incisivo il Gherardo di Lorenzo Martelli, agile e vigorosa la Ciesca di Donatella De Luca e vivace il Gherardino del piccolo Walter Zecca. Di intensa espressività la Nella di Anna Maria Sarra e con una proiezione sicura e smaltata il Marco di Nicola Farnesi.

Andrea Porta ci offre un’interpretazione alquanto marcata sia del bolognese Maestro Spinelloccio che di Messere Amantio Di Nicolao, quest’ultimo rivisitato come un notaio siciliano. Simpatici ed intonati il Pinellino di Han Xing e il Guccio di Alan Freiles Magnatta.

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Nicola Alaimo

Fin dall’attacco la direzione di Fisher è dinamica e brillante e mantiene costantemente la tensione narrativa, con momenti concitati ed altri in cui la musica si distende in sezioni di ampia cantabilità. Il direttore ungherese si trova poi a dirigere sul palco, dove è posizionata anche l’orchestra, e per giunta al centro della scena, interagendo così con la recitazione dei cantanti. L’allestimento in forma semiscenica ideato da Grischa Asagaroff crea così uno spettacolo fortemente unitario dove l’azione drammatica è continuamene inserita in una cornice orchestrale e, pur utilizzando pochissimi elementi, un tavolo, un letto e due barcacce, realizza comunque un insieme di grande efficacia, avvalendosi soprattutto di movimenti ben calibrati.

Alla fine tanto buon umore e una punta di commozione, mentre il pubblico a tutti tributa applausi scroscianti, con particolare entusiasmo per il mattatore Alaimo.

Adagetto fa maggiore SC51 per orchestra piccola (1881/83)
Scherzo per archi SC56 (1883)
Preludio a orchestra SC1 (1876)

“Amici fiori”, aria espunta da “Suor Angelica”, per soprano e orchestra (1918)
Afag Abbasova | soprano

“Ad una morta” SC41 per baritono e orchestra (1883)
Nicola Alaimo | baritono

GIANNI SCHICCHI
opera in un atto su libretto di Giovacchino Forzano
musica di Giacomo PUCCINI

direttore d’orchestra | Iván Fisher
regia | Grischa Asagaroff

Budapest Festival Orchestra

Gianni Schicchi | Nicola Alaimo
Lauretta | Benedetta Torre
Zita | Anna Maria Chiuri
Rinuccio | Wang Chuan
Gherardo | Lorenzo Martelli
Nella | Anna Maria Sarra
Gherardino | Walter Zecca
Betto Di Signa | Antonino Giacobbe
Simone | Giacomo Prestia
Marco | Nicola Farnesi
La Ciesca | Donatella De Luca
Maestro Spinelloccio, Messer Amantio Di Nicolao | Andrea Porta
Pinellino | Han Xing
Guccio | Alan Freiles Magnatta

Foto:   ph. Andrea Simi