Danza

Romeo e Giulietta – Teatro alla Scala, Milano

Venerdì 30 giugno OperaLibera ha assistito, in un Teatro Scaligero gremito di pubblico, alla quarta replica di Romeo e Giulietta nella versione coreografata da Kenneth MacMillan (1965) su musiche di Sergej S. Prokof’ev composte nel 1938. Se da allora la musica di Romeo e Giulietta è quella di Prokof’ev, la coreografia ha subito diverse variazioni e tra le tante spiccano proprio quella di MacMillan e quella di John Cranko (1962), un altro grande della danza del Novecento.

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Romeo e Giulietta, Teatro alla Scala, 2023

Il direttore del Corpo di Ballo, Manuel Legris, ha scelto di far ruotare ben cinque cast differenti per nove repliche; noi abbiamo assistito all’interpretazione magistrale di Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, perfetti Giulietta e Romeo. Il balletto di MacMillian è difatti soprattutto una prova interpretativa, di empatia, che lascia ampio spazio alla mimica, addirittura con momenti statici dove i sentimenti traspaiono a fior di pelle dall’aura dei danzatori, come nel momento in cui Giulietta, ingerita la pozione, resta pietrificata prendendo coscienza del suo destino. In altri momenti i passi di danza si piegano a un forte naturalismo, a una gestualità contemporanea che conferisce loro tutta la potenza del testo shakespeariano. In effetti ciò che rende il balletto di MacMillian un capolavoro è l’essere riuscito a rievocare la potenza dei versi del poeta inglese senza ricorrere alla parola, tanto che lo spettatore nel guardare i ballerini ripete mentalmente i versi più celebri della tragedia. Efficacissima in questo senso è la scena della morte apparente di Giulietta che Romeo solleva in prese ardite, drammatiche, facendo avvertire l’abbandono di un corpo addormentato, senza nulla togliere al tecnicismo della danza o il passo a due di Giulietta e Paride (Emanuele Cazzato) nel quale Giulietta esprime tutta la ritrosia nei confronti del pretendente.

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Romeo e Giulietta, Teatro alla Scala, 2023

La coreografia di MacMillian è fortemente focalizzata sui protagonisti e sui loro sentimenti, che Manni e Andrijashenko esprimono con profonda tenerezza: memorabile il passo a due sotto al balcone di Giulietta. Ciò nonostante i comprimari dei protagonisti e in generale il corpo di ballo emergono in alcuni passaggi di grande teatro: graziosissime le donne al mercato con le cuffiette bianche e travolgenti gli uomini-saltimbanchi. Bravissimi gli amici di Romeo, Mercuzio (Christian Fagetti, al quale va un plauso particolare) e Benvolio (Domenico Di Cristo) che con salti e serrate pirouettes esprimono tutta la spensieratezza e l’energia di un trio affiatato di amici. Altrettanto bravo Marco Agostino che interpreta Tebaldo, tutti coinvolti in duelli di spada convincenti e scenografici nei quali le lame battono il ritmo della musica. Speculare il terzetto delle spigliate e simpatiche zingare: Antonella Albano, Alessandra Vassallo e soprattutto Maria Celeste Losa che spicca con la sua magnetica presenza scenica. Il corpo di ballo fa da corona e contraltare ai sentimenti della giovane coppia, la società che osteggia il sogno d’amore di Giulietta e Romeo è irrigidita nei suoi sontuosissimi costumi che esprimono gerarchie e conflitti tra le famiglie rivali. Odette Nicoletti ha realizzato degli autentici capolavori, usciti direttamente dalle pagine miniate di un manoscritto medievale, con toni cangianti del rosso e del viola esaltati dalle luci di Marco Filibeck. Mentre Giulietta e Romeo, soprattutto nei momenti di intimità, sono vestiti di abiti leggeri e candidi che esprimono la purezza del loro amore.

Restano impresse nella memoria alcune scene di Mauro Carosi: la chiesa di frate Lorenzo, realizzata con un semplice quanto efficacie diaframma, su cui si staglia una copia del crocifisso di Santa Croce di Cimabue e il funerale di Giulietta ambientato in un’isola dei morti di böckliniana memoria.

Nel complesso Romeo e Giulietta è un perfetto spettacolo teatrale dove ogni ingrediente di altissima qualità concorre a un risultato ottimale, il tutto cucito dalla celeberrima musica di Prokof’ev che con grande aderenza scenica scandisce ogni momento narrativo: vivaci e incalzanti le scene nella piazza del mercato e i duelli, drammatico e sostenuto il ballo alla festa dei Capuleti, romantici e vibranti gli incontri tra Giulietta e Romeo.

MacMillian trionfa nella grande sfida di modernizzare un grande classico, sia della tragedia sia della musica, senza tradire né l’una né l’altra.