Danza

La fille mal gardée – Teatro alla Scala, Milano

La Scuola di Ballo e l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala portano in scena La fille mal gardée su musiche di Peter Ludwig Hertel e felicissima coreografia di Frédéric Olivieri.

La fille mal gardée è il balletto più antico tuttora in repertorio nei maggiori teatri del mondo, ma come sempre accade nella danza è stato musicato e coreografato diverse volte. La prima versione va in scena nel 1789 a Bordeaux: si tratta di un ballet d’action, le ballerine non indossano ancora le punte, la musica è un centone di brani popolari francesi, ma ha subito un grande successo, tanto da attraversare tutto l’Ottocento. Nel 1791 entra in uso il titolo attuale e solo nel 1864 Hertel compone una vera e propria partitura musicale. Le coreografie più fortunate sono quelle di Petipa (1885), che riprende una versione ideata da Paolo Taglioni per la sorella Maria (1864), quest’ultima andata in scena alla Scala nel 1880 e quella di Frederick Ashton, su musiche di Ferdinand Hérold, di un secolo successiva (1960). 

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La fille mal gardée, Teatro alla Scala, Milano

La storia, tanto semplice da risultare quasi inutile, consente però di alternare momenti di pura tecnica a ironiche pantomime, in perfetto stile ballet d’action. Olivieri ha scelto La fille mal gardée proprio per mettere in evidenza le competenze maturate dagli allievi degli ultimi due corsi e dare spazio anche ai più giovani in vivaci coreografie. Olivieri, che reinterpreta la pantomima adattandola al gusto moderno, pur adeguando il balletto alle esigenze dei giovani danzatori, ha mantenuto il celebre passo a due finale, ideato da Aleksandr Gorskij, ormai entrato nel programma di molti gala di danza.

Il risultato è uno spettacolo godibile, un inno alla gioia di danzare, alla giovinezza, con trovate comiche e un gusto pastorale che gli conferisce un tono leggero e romantico: carinissime le galline che becchettano quando entra in scena Lise; riuscitissima la danza dei contadini e delle contadine con rastrelli e falcetti in un campo di grano molto ben fatto, indubbiamente la scenografia più bella.  L’opposizione di Madame Simone all’amore della figlia Lise per il contadino Colas è sin dall’inizio talmente pretestuosa da rassicurare lo spettatore sull’esito felice della vicenda e il ruolo del contendente, lo svagato Alain con il suo retino per farfalle, non ha alcun che di minaccioso. Così il pubblico si gode i colori pastello dei costumi di Luisa Spinatelli, rielaborati da Angelo Sala e Maria Chiara Donato, la scena del temporale, con luci di Andrea Giretti, la musica diretta da David Coleman, allegra, incalzante, mai drammatica, con vivaci movimenti di archi e fiati.

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La fille mal gardée, Teatro alla Scala, Milano

Trattandosi dello spettacolo di fine anno Olivieri ha voluto affidare tutti i ruoli principali agli allievi dell’Accademia, bravissimi. Eccezionali i salti di Antonino Modica che interpreta benissimo il ruolo di Alain, con una verve comica molto efficacie; altrettanto bravo Filippo Ferdinando Pagani dotato, oltre che di tecnica, di convincente presenza scenica. Vezzosa al punto giusto Rebecca Luca e intelligentemente brava Gisèlle Odille Ghidoli, alle prese con la non facile interpretazione di Madame Simone, quindi di una donna matura, solitamente un ruolo en travesti; Olivieri le ha riservato la danza degli zoccoli, ballata dalla sola Ghidoli.

È apprezzabile che nonostante la tipologia della pantomima, che carica i caratteri, i giovani interpreti abbiano mantenuto un’equilibrata naturalezza, pur nel rispetto del genere. 

I ruoli comprimari, contadini e contadine, che danzano le coreografie d’insieme, sono come sempre la forza del Teatro Scaligero; accanto a loro, sebbene dietro alle quinte, ci sono gli allievi dei corsi di sartoria che hanno confezionato i costumi, gli allievi truccatori e parrucchieri e quelli del corso foto, video e new media a conferma che un grande spettacolo è frutto del lavoro di svariate ed eccellenti professionalità.

Lo spettacolo è stato dedicato alla memoria di Pierre Lacotte, recentemente scomparso.