Spettacoli 2022

La traviata

La stagione d’opera del Teatro Ponchielli di Cremona prosegue con La traviata, il capolavoro di Giuseppe Verdi con un nuovo particolarissimo allestimento.

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Francesca Sassu, Valerio Borgioni e Sharon Zhai

La traviata di Giuseppe Verdi, andata in scena al Ponchielli di Cremona, e che vedremo in futuro nei teatri di Operalombardia e della Fondazione Rete Lirica delle Marche è frutto di un concorso rivolto agli under 35. Si chiedeva a giovani talenti di creare un allestimento che rendesse la famosissima opera contemporanea. Il team creativo che ha vinto il contest è quello che vede la regia di Luca Baracchini, le scene di  Francesca Sgariboldi, i costumi di Donato Didonna e le luci di Gianni Bertoli. Nel preludio un giovane, in abiti femminili si scruta allo specchio e si dispera per il suo essere uomo e non donna, all’inizio del primo atto intuiamo che quel giovane è diventato Violetta Valéry. Una Violetta transgender probabilmente non si era mai vista a teatro e la scelta ha infastidito il pubblico cremonese che ha fischiato copiosamente alcune scene ed il team creativo. La signora delle camelie era una donna indesiderata, una emarginata della società, realtà che oggi le persone transgender spesso vivono e conoscono, la trasposizione non è dunque inopportuna. La storia è raccontata con garbo, senza particolari eccessi, se non per le scene della festa in casa di Flora con qualche rimando al mondo sadomaso che ha infastidito particolarmente il pubblico in sala. Parallelamente possiamo chiederci perché si voglia assolutamente e necessariamente inserire nel sommo capolavoro verdiano una tematica delicata e che potrebbe essere in qualche modo usata semplicemente per creare un facile scalpore. Al di là di qualche lecito dubbio lo spettacolo è visivamente godibile e piacevole, si alternano due ambienti: una discoteca e la casa di Violetta, scene relativamente semplici ma sempre illuminate con grande attenzione ed in modo accattivante. Anche i costumi, contemporanei, sono curati ed efficaci. Registicamente ci è parso particolarmente riuscito il momento in cui sulle note del celeberrimo “Amami Alfredo” l’alter ego maschile di Violetta, spesso presente sulla scena, scrive con un grosso pennello “amati”, un invito ad accettare se stessi e la propria sessualità. 

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Francesca Sassu e Valerio Borgioni

Pregevole anche il versante musicale dello spettacolo.

Sul podio, il Maestro Enrico Lombardi, offre una lettura integrale della partitura; viene inoltre adottata una versione critica dello spartito, grazie alla quale ascoltiamo alcune cadenze, a nostra memoria inedite. “Una sorta di ritorno alle origini”, con queste stesse parole il Maestro Lombardi sintetizza al meglio il lavoro di analisi compiuto sullo spartito durante la preparazione dello spettacolo. Si coglie, dunque, una analisi meticolosa delle frasi musicali, che vengono scandagliate con cura affinché possano emergere, con tutta la loro prorompente forza drammaturgica, le dinamiche sonore concepite dal genio del compositore. Il racconto si sviluppa attraverso ritmi prevalentemente spediti, che si fanno particolarmente concitati nelle scene delle feste di primo e di secondo atto. Una scelta, questa, che ben rappresenta quell’incessante e quantomai variopinto groviglio di stati emotivi che si susseguono nell’animo dei protagonisti. E a tal proposito si deve evidenziare la cura di Lombardi nell’assicurare un buon equilibrio tra buca e palcoscenico.

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La traviata, Teatro Ponchielli, Cremona, 2022.

Meritevole anche il lavoro sull’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, che, mostrando una buona omogeneità tra le diverse sezioni, riesce a mantenere un suono sempre morbido e brillante. Se non è certo facile mantenere il perfetto equilibrio, soprattutto quando parte degli strumentisti è posto nei palchi di proscenio, una menzione d’onore spetta, senza dubbio, all’ottima prova offerta dalla banda di palcoscenico.

Il ruolo di Violetta è uno di quelli tra i più complessi, vocalmente ed interpretativamente, dell’intero repertorio musicale. Francesca Sassu, con una vocalità fresca e dal bel timbro chiaro, offre una prova convincente e personale dell’infelice eroina verdiana. In primo atto mostra un adeguato controllo del canto di agilità e una buona sicurezza in acuto (compreso uno svettante mib sovracuto in chiusura della cabaletta). In secondo atto si apprezza, soprattutto, la musicalità con cui regge il canto di conversazione, in evidenza nella scena con Papà Germont. Nel terzo atto, infine, mostra sufficiente duttilità per infondere alla linea una caratterizzazione di disperato e remissivo abbandono. Sfaccettato, grazie alla giusta ricerca del fraseggio, anche il lato interpretativo del personaggio: una donna libera e molto umana, chiusa nel suo tormento interiore e costretta a realizzare la sua impossibilità di vivere l’amore come un sentimento puro e nobile.

Note positive per Valerio Borgioni cui spetta il compito di vestire i panni di Alfredo. La voce è di preziosa filigrana, morbida nell’emissione e ben proiettata nel registro acuto. L’esecuzione dell’aria di secondo atto “Dei miei bollenti spiriti”, permeata di slancio appassionato, resta uno dei momenti più riusciti della serata. Oltre alla giusta pertinenza stilistica, si nota una naturale espressività che fa di questo personaggio un giovane uomo, un poco ingenuo, che pur nutrendo un sincero e profondo amore per la sua Violetta, non rimane neppure indifferente ai costumi di certo stile di vita patinato. Efficace la resa del personaggio sulla scena.

Il baritono Vincenzo Nizzardo è alle prese con il personaggio “scomodo” della vicenda, ovvero Giorgio Germont. L’artista esibisce una vocalità dal timbro squillante e dal colore schiettamente lirico. Pregevole la padronanza della scrittura verdiana, specialmente nella meravigliosa aria “Di Provenza”. Il fraseggio granitico e scolpito, unitamente alla statuaria presenza scenica, caratterizzano al meglio, in perfetto accordo con la visione del progetto registico, questo padre gretto ed anaffettivo.

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Francesca Sassu

Tra i ruoli di fianco spicca il Marchese d’Obigny di Alessandro Abis, dotato di una vocalità sonora e squillante.

Degno di nota, inoltre, Alfonso Michele Ciulla che, con la giusta intensità vocale e, soprattutto, con una totale immedesimazione scenica, tratteggia un Barone Douphol lascivo e spregiudicato.

Efficace il Dottor Grenvil di Nicola Ciancio.

Vocalmente corretta e scenicamente ben partecipe, la Flora di Reut Ventotero.

Sharon Zhai è una Annina impareggiabile sulla scena (finalmente una Annina giovane!) pur difettando di una dizione talvolta poco comprensibile.

Completano la locandina, Giacomo Leone, Ermes Nizzardo e Filippo Quarti, che ben si destreggiano nei rispettivi ruoli di Gastone, Giuseppe, un domestico di Flora e un commissario.

Adeguati, per precisione ed intensità, gli interventi del Coro OperaLombardia, diretto con professionalità dal Maestro Massimo Fiocchi Malaspina.

Il pubblico che esauriva la sala in ogni suo ordine di posto (questi titoli, si sa, sono “classiconi” che assicurano sempre l’effetto sold-out) ha rivolto alcune contestazioni al figurante che ha magistralmente interpretato il doppio maschile di Violetta, altre sono state riservate al team creativo. I fischi si sono però confusi con tanti applausi per tutti e soprattutto per i protagonisti e per il direttore.
Questo spettacolo prosegue ora la sua tournée al Teatro Sociale di Como il 9 e 11 dicembre, al Teatro Grande di Brescia il 16 e 18 dicembre, e al Teatro Fraschini di Pavia il 12 e 14 gennaio 2023.

La traviata

Melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi
Libretto di Francesco Maria Piave

Violetta Valéry Francesca Sassu
Alfredo Germont Valerio Borgioni
Giorgio Germont Vincenzo Nizzardo
Flora Bervoix Reut Ventorero
Annina Sharon Zhai
Gastone Giacomo Leone
Il barone Douphol Alfonso Michele Ciulla
Il marchese d’Obigny Alessandro Abis
Il dottor Grenvil Nicola Ciancio
Giuseppe Ermes Nizzardo
Domestico di Flora/Un commissario Filippo Quarti

Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coro OperaLombardia
Direttore Enrico Lombardi
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Regia Luca Baracchini
Scene Francesca Sgariboldi
Costumi Donato Didonna
Luci Gianni Bertoli

FOTO: Studio B12 Giampaolo Guarnieri