Concerti

Riccardo Muti – Teatro Municipale, Piacenza

Correva l’anno 2005 e a Piacenza, davanti ad una platea particolarmente gremita si esibiva per la prima volta in concerto (anche se il debutto ufficiale avvenne l’anno precedente con una serata evento) l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, un ensemble nato, tra l’altro, da una idea di una delle bacchette più prestigiose di sempre, Riccardo Muti. Il celebre direttore, infatti, non ha mai fatto mistero della sua vicinanza al mondo della formazione di nuovi talenti, e questa compagine, i cui membri, provenienti da ogni parte del nostro Bel Paese e accomunati da un requisito anagrafico ben preciso, ovvero l’essere under 30, ne è forse una delle testimonianze più evidenti. Sono trascorsi venti anni da allora, alcuni professori d’orchestra hanno lasciato “la Cherubini” e fanno ora parte di prestigiosi ensemble di respiro internazionale, altri si sono aggiunti di recente. Passano gli anni ma i requisiti anagrafici e di provenienza restano come un marchio di fabbrica imprescindibile. Altrettanto indissolubile è il legame di questa realtà con la città di Piacenza che, sin dagli esordi, ha aperto le porte del Teatro Municipale e della Sala dei Teatini per accogliere le attività di quella che nel tempo è divenuta una istituzione sempre più importante. Quale migliore occasione, allora, per festeggiare degnamente i primi due decenni di attività, se non un concerto nella bellissima sala del teatro piacentino e diretto dal fondatore stesso di questa orchestra? Inutile dire che il nome del Maestro Muti in cartellone aveva fin da subito creato la caccia al biglietto al botteghino e creato una attesa febbrile da parte di un pubblico di appassionati e non proveniente non solo dalla città ma anche da varie zone limitrofe.

Muti_Piacenza_2025_2
Riccardo Muti, Fondazione Teatri Piacenza, 2025

Il programma prescelto per il concerto offre la possibilità di spaziare dalla poetica compositiva di Ludwig van Beethoven a quella di Wolfgang Amadeus Mozart. In apertura di serata ascoltiamo l’Ouverture in do minore op.62 Coriolano, composta da Beethoven nel 1807. Una pagina intensa e di grande drammaticità, giocata su due piani, uno più eroico e uno più patetico, dal cui intreccio nasce la perfetta rappresentazione dell’animo del condottiero romano che dà il nome al brano: da una parte la tenacia nel perseguire le imprese belliche e, dall’altra, le orazioni tenere e supplichevoli delle persone a lui care. Una analisi introspettiva ed emotiva espressa magnificamente dalla morbidezza e duttilità della compagine orchestrale che, sotto il gesto misurato ma, ad un contempo deciso, del Maestro Muti, riesce ad intessere una trama sonora sfumata e ricca di pathos.

Il brano successivo è tratta dal catalogo mozartiano e si tratta, nello specifico, del Concerto n. 4 in re maggiore per violino e orchestra K 218. Un brano che, nell’alternarsi dei tre movimenti che lo compongono, evoca delicatezza, inquietudine e serenità. Nella esecuzione di questa pagina, l’orchestra è supportata dalla straordinaria bravura di Giuseppe Gibboni, giovane violinista di fama mondiale. È una vera gioia cogliere la carezzevole leggiadria della melodia, magnificamente sottolineata dagli assoli del violino che mai, come in questa occasione, brillano in un virtuosismo raffinato e di rara perfezione. Magnifica, e non poteva essere diversamente, l’intesa tra l’emozionante e esecuzione del solista e la nobile poesia del gesto direttoriale. 

Al termine del brano, le incessanti acclamazioni del pubblico in favore di Gibboni ottengono l’esecuzione di un bis: Ultima rosa d’estate di Heinrich Wilhelm Ernst. In questa pagina, l’artista ci regala un compendio di perfezione, fantasia, consapevolezza e trasporto. Una esecuzione carismatica giustamente premiata dall’entusiasmo della sala.

Nella seconda parte della serata, torniamo a Beethoven e alla sua celebre Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92.

Dalla pastosa densità del primo movimento, Poco sostenuto-vivace, alla dolente inquietudine del secondo, Allegretto, dalla spensieratezza del terzo, Presto, al trascinante e grandioso finale del quarto, Allegro con brio. Oltre alla bellezza di una esecuzione di sublime perfezione, si rimane colpiti, in particolare, dalla attenzione che il Maestro Muti, sembra rivolgere, dal podio nei confronti delle varie sezioni strumentali. Una guida sicura, un demiurgo infallibile capace di plasmare il suono e di trasformare la bellezza e la precisione in autentica emozione. 

Muti_Piacenza_2025_1
Riccardo Muti, Fondazione Teatri Piacenza, 2025

Al termine del concerto gli applausi del pubblico sembrano non finire mai e si placano solo all’apparire sul palco del sindaco di Piacenza, Katia Tarasconi e del Presidente della Fondazione Piacenza-Vigevano, Roberto Reggi che, insieme, hanno celebrato questo importante appuntamento musicale sottolineando l’impegno del Maestro Muti nella nascita e nella straordinaria crescita della “Cherubini”.   

Da ultimo, la fotografa Silvia Lelli coglie l’opportunità per presentare, e donare al Maestro, un libro che raccoglie gli scatti salienti della vita artistica di questa importante orchestra italiana.

Concerto per il ventennale dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
direttore Riccardo Muti

violino Giuseppe Gibboni

LUDWIG VAN BEETHOVEN
“Coriolano”, ouverture in do minore op. 62
WOLFGANG AMADEUS MOZART
Concerto n. 4 in re maggiore per violino e orchestra K 218
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92

Foto: Gianni Cravedi