Spettacoli

Madama Butterfly – Teatro Coccia, Novara

Al Teatro Coccia di Novara la stagione si inaugura con Madama Butterfly

Serata mondana a Novara, a ridosso del Santo patrono, San Gaudenzio, si inaugura la stagione operistica. Che ci sia aria di festa ce lo fanno capire già le belle proiezioni che vestono un lato esterno del teatro, con petali di ciliegio che piovono su Piazza Martiri della Libertà. Ed è tutto come deve essere: autorità, star cittadine, volti noti e non e tutto il glam che si chiede per una prima, sia pure in provincia; il tutto accompagnato da un difficile color rame richiesto, come consueto gioco-dress code, alle signore presenti, cosa che immaginiamo abbia creato più di un grattacapo.

Inizia quindi, nel mezzo del frastuono mondano, il racconto di una storia intima e dolorosa, quella di Cio-Cio-San, compiuto con grande rispetto e partecipazione emotiva da Renato Bonajuto. Il regista, che finalmente torna sul palco novarese, insieme alla scenografa Laura Marocchino, disegna un Giappone tradizionale: la grande casa a soffietto domina il palco, contornata esternamente da splendide riproduzioni di stampe tradizionali. Una regia pensata con cura, dove ogni dettaglio è ragionato e mai casuale, da ciò traspare, così come dalle dalle note del libretto, un amore per l’opera e la sua protagonista a cui viene ridato un po’ di “quel bene piccolino” che lei stessa chiede a voce bassa. Scene di rassicurante quotidianità, pulite e ben funzionanti ammorbidiscono il dolore straziante di Butterfly, e del pubblico che segue la sua parabola. I gesti dei protagonisti sono sempre ben curati e si sommano ai tanti piccoli dettagli che contribuiscono a raccontare la tragica vicenda. Un lavoro poi che è arricchito dai bellissimi costumi di una firma nota e prestigiosa, quella di Artemio Cabassi, che veste i protagonisti con kimono dalla linea tradizionale ma sempre accesi da una gradevole linea di colore. Impeccabili, come di consueto, le luci di Ivan Pastrovicchio, che ci accompagnano fra la luce del giorno e le ombre della sera. 

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Francesca Sassu e Valerio Borgioni

Il versante musicale dello spettacolo si avvale di una compagnia piuttosto giovane ma in gran parte già affermata.
Francesca Sassu, al suo debutto nel ruolo del titolo, è una Cio-Cio-San che, per citare le parole della artista stessa, possiamo definire di “cristallo”. Il soprano mette in evidenza una vocalità dal peculiare timbro lirico e sorretta da un buon controllo tecnico complessivo. L’impervia scrittura viene affrontata con morbidezza e dosando al meglio le energie in vista, soprattutto, dell’ultimo atto e, in particolare, della scena finale, tra le più complesse della intera produzione pucciniana. Il soprano risolve la parte con la giusta intelligenza esecutiva e, rifuggendo da inutili forzature, riesce a delineare un personaggio delicato e racchiuso nella sua dimensione più intima. Un debutto complessivamente convincente che, con il tempo, potrà portare, tra l’altro, ad una sempre più approfondita consapevolezza della complessità emotiva e psicologica del ruolo.

Secondo debuttante della serata è Valerio Borgioni che incontra, così, per la prima volta il ruolo di Pinkerton. Anche in questa occasione si ammira la preziosità di un bagaglio vocale di grande interesse che spicca, in particolare, nei centri rigogliosi. La morbidezza e la densità dell’impasto timbrico devono però fare i conti con una scrittura piuttosto frastagliata con esiti perfettibili, specie durante le scene iniziali dell’opera. Le cose migliorano decisamente già a partire dal successivo duetto con Butterfly sino a prendere definitivamente quota nell’atto conclusivo dove assistiamo ad una ben riuscita esecuzione della celebre “Addio fiorito asil”.

Di ottimo livello la Suzuki di Anna Malavasi, in possesso di una vocalità solida e ben timbrata. Il colore ambrato della linea conferisce il giusto spessore al personaggio che viene altresì valorizzato da un fraseggio sempre vivido e opportunamente partecipe.

Angelo Veccia conferisce a Sharpless tutta l’ampiezza di una organizzazione vocale sonora e granitica. Scenicamente risulta sempre composto e riprovevole nei confronti della condotta di Pinkerton già a partire da primo atto.

Notevole scoperta è Marco Miglietta, al suo debutto nel ruolo di Goro. Il tenore sfoggia una vocalità luminosa e squillante, dispiegata con naturalezza attraverso la scrittura pucciniana. La rotondità dell’emissione, unita ad una presenza scenica convinta ed incisiva, contribuisce a rifinire un personaggio che fa dell’opportunismo la propria filosofia di vita.

Note positive per la Kate Pinkerton di Eleonora Filipponi, in grado di esibire una linea vellutata e sontuosa. Pregevole, inoltre, l’elegante presenza scenica.
Ben rifinita, sia vocalmente sia interpretativamente, la prova di Xiaosen Su, qui impegnato con pregevoli risultati nel doppio ruolo del principe Yamadori e il commissario imperiale.
Sonoro ed impetuoso lo zio Bonzo di Emil Abdullaiev.
Completa la locandina Renzo Curone nel ruolo dell’ufficiale del registro.
Una menzione particolare merita, inoltre, il piccolo Romeo Lunedei, protagonista di una irresistibile interpretazione di Dolore, il figlio di Cio-Cio-San.

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Francesca Sassu Anna Malavasi e Romeo Lunedei

Dal podio, il Maestro José Miguel Pérez Sierra, offre una lettura piuttosto serrata di questo grande capolavoro pucciniano; poco spazio è lasciato, infatti, agli abbandoni lirici, in forza di una visione complessiva di incombente tragedia, pronta ad abbattersi sulla protagonista con forza dirompente. Da questa lettura deriva la predilezione per ritmi incisivi e sonorità arroventate che si susseguono in un affresco complessivo vivido e di pungente crudeltà. La compagine della Orchestra Filarmonica Italiana asseconda con la giusta compattezza il gesto del maestro concertatore e mostrando una adeguata pertinenza stilistica.

Adeguato, infine, l’apporto del Coro Schola Cantorum San Gregorio Magno, diretto con professionalità da Alberto Sala.

Allo spettacolo arride un festoso successo al termine, tributato da una sala esauritissima e particolarmente entusiasta di questa apertura di stagione all’insegna del genio pucciniano.
 

MADAMA BUTTERFLY

Opera in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

Musica di Giacomo Puccini

Cio-Cio-San Francesca Sassu
Suzuki Anna Malavasi
Kate Pinkerton Eleonora Filipponi
Pinkerton Valerio Borgioni
Sharpless Angelo Veccia
Goro Marco Miglietta
Il principe Yamadori / Il Commissario imperiale Xiaosen Su
Lo zio Bonzo Emil Abdullaiev
L’ufficiale del registro Renzo Curone
Dolore Romeo Lunedei

Orchestra Filarmonica Italiana
Coro Schola Cantorum San Gregorio Magno
Direttore José Miguel Pérez Sierra
Maestro de coro Alberto Sala
Regia Renato Bonajuto
Scene Laura Marocchino
Costumi Artemio Cabassi
Luci Ivan Pastrovicchio

FOTO: Mario Finotti