Concerti 2022

Gala verdiano (Festival Verdi 2022)

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Rosa Feola, Sergio Vitale e Fabio Centanni

Dieci ottobre, una data di fondamentale importanza per la storia della musica. Era il 10 ottobre 1822, infatti, quando a Le Roncole, una piccola frazione del comune di Busseto, in provincia di Parma, nasceva Giuseppe Fortunino Francesco Verdi. Ogni anno, dunque, nel fatidico giorno che celebra il genetliaco del Cigno di Busseto, vengono organizzate a Parma e nelle terre verdiane una serie di manifestazioni commemorative, tra cui l’immancabile cerimonia presso il Monumento a Verdi a Parma durante la quale istituzioni, associazioni cittadine e gli Amici di Verdi di Norimberga intonano, tra l’altro, il celeberrimo “Và pensiero”.
In serata, poi, la magnifica cornice del Teatro Regio fa da sfondo ad un Gala che vede protagonisti, di volta in volta, alcuni dei più affermati interpreti dell’attuale scena lirica internazionale. E quest’anno, per il 209.mo compleanno del Maestro, sono stati invitati il soprano Rosa Feola e il baritono Sergio Vitale. Particolarmente ricco ed interessante il programma della serata, che passa agevolmente dalla raffinatezza del Verdi da camera allo struggente ed infuocato palpito dei più grandi capolavori del Maestro.

Le Sei Romanze per canto con accompagnamento di pianoforte sono un componimento del 1838 nel quale Verdi sa esprimere, in una dimensione raccolta come quella dei salotti dell’epoca, le passioni e i tormenti dell’animo umano. L’apertura del concerto spetta a Rosa Feola che, elegantissima in un meraviglioso abito da sera nero, si esibisce nelle romanze “In solitaria stanza”, “Deh, pietoso, oh Addolorata” e “Perduta ho la pace”. Il soprano sfoggia un mezzo dal timbro chiaro che si libra melodioso nelle frasi musicali, le accarezza con grande pertinenza d’accento e, in pochi istanti, riesce a dare vita ad un racconto pieno di pathos ed emozione. Feola ha il merito, tra l’altro, di sbalzare ogni romanza nella sua specificità grazie ad un fraseggio curato e sempre sfumato. Durante la serata avremo l’esecuzione di un’altra romanza, “Non t’accostare all’urna”, questa volta affidata al baritono Sergio Vitale che, con vocalità torrenziale, ne coglie l’essenza solenne e di lacerata disperazione.

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Sergio Vitale e Fabio Centanni

Il programma entra nel vivo con alcune pagine tratte dal repertorio del cosiddetto Verdi giovanile. Ascoltiamo da Alzira “Da Guzman su fragil barca…Nell’astro che più fulgido” dove Feola esibisce la propria bravura nell’affrontare il coté virtuosistico nel dominare il canto d’agilità e un pregevole controllo tecnico nel superare i numerosi scarti verso il registro superiore. Del pari grandiosa è l’interprete che sa infondere nel fraseggio una intenzione sempre convincente e pertinente rispetto al momento del dramma.
Il soprano affronta anche la preghiera di Giselda “Salve, Maria” da I Lombardi alla prima crociata che Rosa Feola impreziosisce con grande musicalità, mostrando una linea straordinariamente duttile nel dosare l’emissione nelle zone di passaggio dal mezzo forte e sino ai piani.
Un’altra aria, questa volta da I Masnadieri, è quella di Amalia “Tu del mio Carlo al seno…Carlo vive?” e questa volta l’attenzione cade sulla capacità della Feola di infondere nella scrittura un canto angelicato, che si dispiega morbido e vaporoso nelle lunghe arcate melodiche della scrittura. Nella cabaletta seguente, poi, il soprano sfoggia il proprio retaggio belcantistico mostrandosi a proprio agio in un canto d’agilità preciso e ben appoggiato.

Sergio Vitale torna sul palco per esibirsi in una delle pagine più conosciute del repertorio del Cigno di Busseto, l’aria di Renato “Alzati! Là tuo figlio…eri tu” da Un ballo in maschera. Il baritono si fa apprezzare, nuovamente, per l’ampiezza e il colore squisitamente lirico del mezzo; i turbamenti di Renato prendono così vita attraverso un fraseggio accorato ed incisivo che risalta ancora di più grazie ai centri ben torniti di Vitale.
Nel corso del concerto assistiamo anche ad un duetto tra i due artisti, “La tomba è un letto sparso di fiori…Andrem raminghi e poveri” da Luisa Miller. Oltre alla innegabile, quanto naturale, reciproca complicità, rileva il pregevole amalgama tra i colori e i timbri vocali dei singoli. Altrettanto riuscita è la resa interpretativa del brano, nel quale risalta il contrasto tra l’amore filiale e devoto di Luisa e quello incondizionato e protettivo di Miller.

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Rosa Feola e Fabio Centanni

Alla buona riuscita della serata concorre anche la bravura di Fabio Centanni, Maestro al pianoforte, che affronta con il giusto impeto ogni singolo brano, cogliendone il giusto estro interpretativo. Significativa è l’intesa con Feola e Vitale nel supportarli al meglio nel programma del concerto.

Al termine del programma, dopo diverse acclamazioni da parte del pubblico, vengono concessi due bis.Il primo è “Addio del passato” da La traviata che Rosa Feola esegue nella sua integralità in un gioco di mezzevoci di grande suggestione. Da notare, inoltre, il pathos straziante che il soprano conferisce a questa pagina e che trascina il pubblico, come prevedibile, in una grande ovazione. Ecco allora un altro bis: “La zingara”, romanza per canto e pianoforte, che si apprezza per il ritmo brillante e sostenuto.

Si riaccendono le luci in sala e mentre il pubblico guadagna l’uscita si leva una voce di una spettatrice: Viva Verdi!
Appuntamento ora al prossimo anno, quando il “nostro” buon Peppino spegnerà 210 candeline e lo farà sempre, ne siamo certi, accompagnato dalle sue melodie immortali e da memorabili cantanti.

Musiche di GIUSEPPE VERDI

“In solitaria stanza”
da Sei Romanze per canto con accompagnamento di pianoforte (1838)

Cavatina di Alzira “Da Gusman su fragil barca… Nell’astro che più fulgido”
da Alzira (atto I)

“Perduta ho la pace”
“Deh, pietoso, oh Addolorata”
“Non t’accostare all’ urna”
da Sei Romanze per canto con accompagnamento di pianoforte

Preghiera di Giselda “Salve, Maria”
da I Lombardi alla prima Crociata (atto I)

Scena e aria di Renato “Alzati! là tuo figlio… Eri tu”
da Un ballo in maschera (atto III)

Duetto di Luisa e Miller “La tomba è un letto sparso di fiori… Andrem raminghi e poveri”
da Luisa Miller (atto III)

Aria di Amalia “Tu del mio Carlo al seno… Carlo vive?”
da I masnadieri (parte II)

Foto: Roberto Ricci