Rubriche 2021

“Partenope”, l’unica opera composta da Ennio Morricone

Colonne sonore, musiche vocali e per orchestra, ma anche un’opera lirica. Nel luglio del 2020 Ennio Morricone se n’è andato a quasi 92 anni, lasciando un vuoto incolmabile e una serie di brani che comunque lo renderanno sempre immortale. Una storia che riguarda il celebre compositore e che è finita nel dimenticatoio ha a che fare con l’opera. Una mente come quella di Morricone non poteva non avventurarsi anche nel mondo della lirica. L’esperienza non è stata positiva, anzi ha rischiato di incrinare il rapporto con la città di Napoli che fortunatamente è rimasto intatto e proficuo. Nel 1996, Morricone completò una sorta di opera da camera su libretto di Guido Barbieri e Sandro Cappelletto. Il titolo non poteva essere più emblematico, “Partenope”, come la sirena protagonista della leggenda sulla fondazione di Napoli.

L’omaggio fu sincero e caratterizzato dal personaggio del titolo nella doppia veste di donna innamorata (da far interpretare a una cantante pop) e di una vestale (la parte assegnata al soprano). In questo modo Morricone intendeva sottolineare la duplice anima napoletana, peccato che questo lavoro fu ignorato. Il compositore appena scomparso ha spesso ricordato con un certo disappunto l’evolversi della vicenda. “Suonare al San Carlo? Nemmeno se mi dessero un sacco di soldi“. Una affermazione tanto netta va spiegata meglio. L’opera da camera era ultimata e pronta, però il teatro partenopeo non avrebbe mai contattato l’autore. La notizia del lavoro da eseguire a Napoli uscì su tutti i giornali, ma Morricone ha sempre sottolineato di non aver mai ricevuto una telefonata dal San Carlo.

L’esecuzione è quindi sfumata e sarebbe stato emozionante assistere a una prèmiere del genere. In realtà il compositore ha pensato più volte a “Partenope” e a una seconda chance da offrire, magari in un’altra piazza. Morricone avrebbe addirittura voluto modificarla per renderla più appetibile, dando maggiore spazio al lato pop del personaggio del titolo. Il cast doveva essere composto dai due soprani citati in precedenza, un mezzosoprano, un tenore, una voce recitante, un coro femminile e ovviamente l’orchestra.

Le interviste e le ricostruzioni hanno spinto il San Carlo a precisare la propria posizione qualche anno fa. Secondo il teatro napoletano, infatti, non ci fu superficialità. Qualcosa deve essere successo, ma non è stato possibile capire il motivo esatto del silenzio. L’impegno del sovrintendente di allora è stato quello di prendere nuovi contatti e proporre una performance in ritardo. Il legame tra Morricone e la città, comunque, non si è mai deteriorato nonostante questo episodio. Ne sono una chiara testimonianza i commenti musicali firmati dal Maestro per alcune commedie di Eduardo De Filippo e altri progetti non meno interessanti.