Spettacoli 2020

L’ange de Nisida (streaming)

25 Novembre 2020, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il Festival Donizetti 2020 ripropone in streaming sul canale web Donizetti tv, “L’ange de Nisida”, nella produzione andata in scena nel 2019.

Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne anche i teatri, oltre alle istituzioni, adottano iniziative per sottolineare le atrocità che quotidianamente vengono perpetrate ai danni di numerose donne in tutto il mondo. Il Teatro Donizetti di Bergamo decide quindi di proporre la trasmissione sul canale web, Donizetti Web Tv, nato in questi giorni in occasione dell’edizione 2020 del Festival dedicato al compositore cittadino, della produzione de “L’Ange de Nisida”, spettacolo andato in scena durante l’edizione 2019 della manifestazione di cui sopra. 

La scelta del titolo appare quantomai appropriato: la protagonista della vicenda, infatti, è Sylvia, una donna che, pur amando ricambiata il giovane Leone, è “Maitresse du Roi” alla corte di Don Fernand. La donna vive nella speranza di riscattarsi socialmente e non nascondersi in una prigione dorata; una volta incontrato l’amore, diviene vittima però di una rete di intrighi a seguito dei quali le verrà combinato un matrimonio di convenienza per proteggere il nobile Fernand dalla minaccia di scomunica da parte dell’inviato papale. La vicenda si concluderà tragicamente con la morte della protagonista allorquando, fuggita dalla corte, riuscirà a ricongiungersi al suo amore impossibile, ma stremata e in fin di vita, accoltellata in questa visione del regista Francesco Micheli.

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L’ange de Nisida, Bergamo, 2019

La riproposizione di questo spettacolo rappresenta anche un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati d’opera in quanto il titolo è stato oggetto di un’operazione di incessante ricerca, studio e ricostruzione a cura della musicologa Candida Mantica sino ad arrivare alla prima mondiale proprio durante l’edizione 2019 del Festival Donizetti. La partitura nacque nel 1839, su commissione del Théâtre de la Reinassance di Parigi, ma a seguito del quasi immediato fallimento di questo teatro il progetto venne abbandonato e Donizetti decise di reimpiegare parte della partitura in un altro suo grande capolavoro: “La Favorite”. La peculiarità de “L’Ange” è data in tal senso dalla sua appartenenza al genere semi-serio per la particolare scrittura musicale del personaggio di Don Gaspar, con evidenti rimandi alla tradizione comica del teatro musicale.

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Roberto Lorenzi

Questa edizione viene messa in scena al Teatro Donizetti, in quello che è un vero cantiere per lavori di restauro iniziati nel 2018 e terminati solo alle soglie dell’inaugurazione dell’edizione festivaliera 2020. Il pubblico assiste allo spettacolo in parte seduto in una tribuna montata ad hoc sul palcoscenico e in parte nei palchi mentre l’azione si svolge in platea. 

Lo spettacolo, trasmesso in streaming, regia televisiva a cura di Matteo Ricchetti,  offre una nuova chiave di lettura rispetto a quanto avvenuto in teatro dove la percezione di quanto avveniva in scena, oltre che del suono, era completamente differente. Tramite il web lo spettatore può soffermarsi sicuramente con maggiore cura e dettaglio sulle movenze dei protagonisti e più in generale sulle scene e il gioco di proiezioni sul pavimento della sala (che non sempre era chiaramente visibile in sala a seconda della posizione del pubblico).

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Federico Benetti

La regia teatrale è affidata a Francesco Micheli che compie un lavoro meticoloso sui singoli, ma anche sulle masse corali poste nella prima parte in galleria, nella seconda in scena. Siamo sull’isola di Nisida, un mondo fantastico la cui ambientazione viene suggerita con colorate proiezioni allegoriche (luci a cura di Alessandro Andreoli) sul pavimento della sala tappezzata, per tutta la prima parte, di fogli di carta, allusione delle pagine ritrovate della partitura. La protagonista inizialmente viene presentata con costume angelicato, ma poi quelle ali le verranno strappate, simbolo di un’innocenza perduta e dell’onda perpetrata, e solo nel finale le verranno restituite (con una proiezione) allorché stesa senza vita supina verrà illuminata da una suggestiva luce azzurra. La corte in cui vive Don Fernand è popolata di malavitosi di nero vestiti che si muovono insolenti e provocatori sulla scena. Godibili i costumi, firmati da Margherita Baldoni, che alternano abiti contemporanei nella prima parte a vestiti di carta, per protagonisti e coro (questi ultimi coloratissimi ed ammiccanti alla corte della Regina di cuori della disneyana “Alice nel paese delle meraviglie”) che verranno poi strappati e gettati sul pavimento, forse a significare la fine di un improbabile mondo di gioia e felicità, per essere rimpiazzati da una monocromia totale, all’insegna del bianco, per simboleggiare il disperato tentativo di ritrovare quella purezza, tardiva, che accompagna il drammatico finale della protagonista. 

Uno spettacolo per certi versi complesso, ma particolarmente godibile e, per quanto percepibile dalla regia televisiva, coerente e ben riuscito.

Buona la resa musicale del cast che, secondo quanto giudicabile dal passaggio in streaming dello spettacolo, appare ben assortito.

La Comtesse Sylvia de Linarés, l’Ange de Nisida del titolo, è interpreta dal soprano Lidia Fridman, resa celebre in Italia per aver preso parte alla produzione di Ecuba di Manfroce al Festival della Valle d’Itria nell’estate del 2019. Il giovane soprano russo è dotato di presenza scenica ammaliante nella sua figura esile e diafana, le sue movenze sul palcoscenico sono naturali e, ad un contempo, meticolosamente studiate. Ottimo il lavoro sul personaggio che passa così dall’essere vittima innocente ed inconsapevole di una società maschilista, allo sdegno per aver appreso la trama ordita alle sue spalle e, infine, al dolente pentimento e al desiderio impossibile di vivere un amore puro. Vocalmente presenta un mezzo pastoso e dal seducente colore scuro, una voce che per la sua peculiarità assume tinte quasi mezzosopranili e che, pur mostrando qualche velatura negli estremi acuti, riesce a convincere per la luminosità e la morbidezza soprattutto nei registri centrale e di passaggio. 

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Lidiia Fridman e Florian Sempey

Una prova sorprendentemente positiva è quella del giovane tenore coreano Konu Kim nel ruolo di Leone. Interprete appassionato e dal fraseggio accorato, si mostra disinvolto e credibile sulla scena. L’emissione risulta omogenea, pulito e di facile proiezione il registro acuto, pregevole il controllo tecnico che gli consente, tra l’altro, di espugnare il do acutissimo dell’aria di quarto atto partendo da un pianissimo (ben appoggiato).

Il baritono francese Florian Sempey spicca come Don Fernand d’Aragon, tratteggiando un sovrano passionale e possessivo nei confronti della Comtesse Sylvia, attraverso la cura dell’accento e della parola rende perfettamente lo sviluppo del personaggio. Anche la prova vocale risulta superata senza riserve grazie ad un timbro solare, una pregevole intonazione ed un registro acuto sicuro e estremamente facile nello squillo. 

Il Don Gaspar di Roberto Lorenzi è perfetto nella resa di quello che di fatto è un personaggio istrionico, consigliere senza scrupoli della corte, interessato solo a tessere trame strategiche al mantenimento del proprio rango. Sotto l’aspetto vocale è brillante, insolente, arguto senza scadere nel caricaturale. 

Adeguatamente ieratico Federico Benetti, La Moine, che si fa apprezzare per un fraseggio scolpito e penetrante nei suoi interventi e per il bel colore scuro della voce. 

In forma smagliante il Coro Donizetti Opera, guidato con grande maestria e solido mestiere dal Maestro Fabio Tartari, ammirevole per compattezza ed omogeneità sonora.

Il Maestro Jean-Luc Tingaud dirige mostrando grande appropriatezza stilistica e rispetto per le molteplici dinamiche sonore di questa partitura. L’Orchestra Donizetti Opera, collocata in buca, suona con efficiente coesione e riesce a far vibrare le diverse sfumature del testo musicale.

Al termine dello spettacolo si assiste ad una vera e propria festa: il pubblico riserva un’accoglienza trionfale per interpreti, direttore e team creativo, ma l’applauso più entusiasta va all’encomiabile e stupefacente lavoro di riscoperta di un capolavoro prima disperso e che ora ci auguriamo possa entrare a pieno diritto nel repertorio di tutti i grandi teatri.

L’ange de Nisida
Opera in quattro atti di Alphone Royer e Gustave Vaëz
Musica di Gaetano Donizetti
Edizione a cura di Candida Mantica

Don Fernand d’Aragon Florian Sempey
Don Gaspar Roberto Lorenzi
Leone de Casaldi Konu Kim
La comtesse Sylvia de Linarès Lidia Fridman
Le Moine Federico Benetti
Mimi Enrico BuongrazioLuca ManiglioEmanuele MarchettiMichele Onori

Direttore Jean-Luc Tingaud
Regia Francesco Micheli
Scene Angelo Sala
Costumi Margherita BaldoniLighting design Alessandro Andreoli
Assistenti alla regia Davide Gasparro e Erika Natati
Assistenti ai costumi Silvia Pasta e Valentina Volpi
Orchestra Donizetti Opera
Coro Donizetti Opera
Maestro del Coro Fabio Tartari
Nuovo allestimento e produzione della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo

FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DEL TEATRO