Spettacoli 2020

L’elisir d’amore

Anche il Teatro Comunale di Bologna ha inaugurato la sua stagione, lasciandosi alle spalle la triste chiusura dovuta alla pandemia ben nota. E lo fa con grande emozione ed entusiasmo, sentimenti che si colgono molto bene nel breve intervento che il Sovrintendente Fulvio Macciardi compie prima dell’inizio dell’opera.

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L’elisir d’amore

Il luogo non è certo adatto ad una rappresentazione lirica: siamo nel Paladozza, palazzetto dello sport sito nel centro di Bologna, in cui solitamente si svolgono incontri di basket. Devo dire che il teatro ha svolto un grande lavoro di styling sonoro (Macciardi ci tiene a sottolineare che non c’è amplificazione, bensì incanalizzazione del suono), ma le difficoltà reali permangono comunque, sia nel coro, schierato a lato destro del palcoscenico ben distante da direttore e cantanti, che soprattutto per orchestra e direttore, posizionati alle spalle dei cantanti e non davanti a loro come avviene in teatro. Ed in un’opera brillante che vive di rapidissimi sillabati e dialoghi concitati ciò provoca molti scollamenti ed incomprensioni tra cast e direttore.

Malgrado tuttola rappresentazione risulta molto godibile ed il capolavoro larmoyant di Donizetti risulta come lo presenta il musicologo Piero Mioli “un susseguirsi di parodie, invettive, sciocchezze, civetteria, follia, arroganza e ciarlataneria”. Tutto questo enfatizzato dalla regia di Pablo Maritano, che ambienta la vicenda in un set cinematografico con Adina molto simile a Diane Keaton e Nemorino che mostra la timidezza goffa e tenera di un Woody Allen.

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Maria Rita Combattelli

Il direttore d’orchestra Jonathan Brandani deve farsi acrobata, interfacciandosi con l’orchestra, voltandosi a destra per dare i giusti attacchi al coro (pure per metà coperto da un grande schermo che definisce la scena del set) e girandosi ogni tanto di spalle per sostenere e seguire i cantanti. Riesce bene in tutto questo, portando al termine una recita gradevole, nonostante alcune incertezze e fragilità negli attacchi, con un buon suono avvolgente ed una gran uniformità d’intenti nell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, che ben lo asseconda soprattutto nei momenti più lirici ed intimi.

Il soprano Maria Rita Combattelli dona ad Adina una bella figura scenica, da vera attrice cinematografica ed una voce morbida, mai aspra e ben proiettata negli acuti estremi. La ricerca del fraseggio è buona, manca un po’ di civetteria e sensualità nel personaggio.

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Klodjan Kaçani

Voce molto ricca e generosa quella del tenore albanese Klodjan Kaçani, interprete di Nemorino. Purtroppo il giovane cantante è quello che soffre di più della situazione inusuale, mostrando molte incertezze negli attacchi e nel ritmo, perdendosi nei momenti più concitati del suo ruolo. Molto ben eseguita la famosa aria “Una furtiva lacrima” con un acuto luminoso e poi sfumato in un sapiente pianissimo. L’interprete coglie in pieno la passione del personaggio, nascosta in una timidezza quasi patologica e nervosa.

Ben definita dalla regia la figura di Belcore, qui vestito da baldanzoso ranger americano e dotata, dal suo interprete Alberto Bonifazio, di una vocalità sontuosa, virile e musicale. Una bella certezza nel panorama dei giovani cantanti.

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Alberto Bonifazio, Maria Rita Combattelli

Dulcamara appare sempre in scena accompagnato da due fulgide Bluebell ed ha tutto per essere simpatico e gradito al pubblico. Il basso baritono Givi Gigineishvili è infatti pacioso, dotato di voce duttile e ben emessa, molto bravo nelle agilità e nei rapidissimi sillabati, ma manca del carisma del grande comico richiesto dal ruolo. Il regista lo vede sicuramente come un mattatore, ma questo non arriva al pubblico.

Gradevole la voce del soprano Leonora Tess, che dona grande carattere al personaggio di fianco di Giannetta, qui tratteggiata come volitiva e tirannica segretaria di direzione. Assieme alla sezione femminile del Coro del Teatro Comunale di Bologna offre una scena molto gustosa nel secondo atto nel momento a lei dedicato “Saria possibile”.

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Leonora Tess

Ed ottima, tenendo conto della posizione “in castigo” per definizione stessa del sovrintendente, la prova del Coro del Teatro Comunale di Bologna guidato dal Maestro Alberto Malazzi, che in abito da concerto non risparmia comunque movimenti ed ammiccamenti simpatici ed una buona ed omogenea vocalità.

La scena, a cura di Serena Rocco è vivace e riproduce fedelmente l’ambiente caotico di un set cinematografico. Molto belli e sontuosi i costumi di Lorena Marin, mentre le luci di Virginio Levrio coronano il tutto con tagli netti e lussuosi.

Pubblico attento, un po’ intimidito dalla vastità dell’ambiente, ma caloroso alla fine con numerose chiamate al proscenio degli artisti.

Teatro Comunale di Bologna – Paladozza
L’ELISIR D’AMORE
Dramma giocoso in due atti di Felice Romani
Musica di Gaetano Donizetti

Adina Maria Rita Combattelli
Nemorino Klodjan Kaçani
Belcore Alberto Bonifazio
Il Dottor Dulcamara Givi Gigineishvili
Giannetta Leonora Tess

Direttore Jonathan Brandani
Maestro del Coro Alberto Malazzi
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna

Regia di Pablo Maritano
Scene Serena Rocco
Costumi Lorena Marin
Luci Virginio Levrio

Foto di Andrea Ranzi (Casaluci-Ranzi)

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Givi Gigineishvili, Maria Rita Combattelli