Concerti

Daniele Gatti, Stravisnskij e Prokof’ev – Firenze, Teatro del Maggio

Daniele Gatti ritorna sul podio del Maggio dopo il saluto dello scorso autunno nell’ultima recita di Madam Butterfly e riconferma la sua speciale intesa con l’Orchestra ed il Coro del teatro fiorentino, nonché lo straordinario nitore che contraddistingue ogni sua esecuzione. In programma due composizione accomunate dall’essere state scritte entrambe sul finire degli anni trenta del Novecento, ma assai diverse tra loro per stile e atmosfera.
La prima opera proposta è la Sinfonia in do di Igor Stravinskij, la cui complessa struttura viene ricreata con trasparenza sia ritmica che timbrica e articolata minuziosamente in tutta la varietà, realizzando un arduo e composto equilibrio tra perfezione formale e tensione emotiva
Accordi precisi e marcati aprono il movimento inziale che si snoda accuratamente definito ma comunque attraversato da inquietudine, con taluni contrasti che vengono posti da questa direzione in una modalità interrogativa. Del resto anche lo sviluppo è segnato da sospensioni e si staglia nell’evidenza dei colori orchestrali, per chiudersi con fermezza ma come a sollevare una domanda. Reso con raffinata morbidezza il Larghetto concertante, con una conclusione che sfuma dolcemente, e ha grande energia l’Allegretto, trapuntato da pause e nell’alternanza di momenti ironici e vigorosi. Nel movimento finale il discorso guidato da Gatti si fa ancora più strutturato e analitico pur rimanendo leggero, per chiudersi con un passaggio dei violini di sopraffina delicatezza.

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Ksenia Dudnikova e Daniele Gatti

Lo stile analitico si carica di una vibrante sontuosità nella cantata Aleksandr Nevskij di Sergej Prokof’ev, delineata come un grande affresco sonoro penetrante e visionario. La composizione, che nasce come una rielaborazione e una sintesi autonoma delle musiche dell’omonimo film, scritte tra l’altro in stretta collaborazione con il regista Sergej Ėjzenštejn, ha un carattere potentemente immaginifico, che Gatti ci restituisce in una narrazione plastica e fluida, con dinamiche eloquenti e una timbrica sfolgorante.
La Russia sotto il giogo mongolo” è il primo quadro interamente affidato all’Orchestra e tracciato con un procedere plumbeo e dolente, mentre nel secondo è il Coro ad attaccare in un sorvegliatissimo piano per esplodere in un climax che a sua volta si interrompe bruscamente. Il rigoroso lavoro fatto da Lorenzo Fratini con la compagine corale emerge ancora più marcatamente nell’oscuro salmodiare in latino dei Crociati, che aumenta progressivamente d’intensità, e nell’articolata sezione “Sorgi popolo russo!” in cui si susseguono parti eroiche ed elegiache. Culmine drammatico della cantata è però “La battaglia sul ghiaccio” con la tensione creata dagli acuti dei violini e dalle ribattute delle viole e dove il gesto di Gatti impartisce un andamento coeso e trascinante. Il racconto qui assume un carattere davvero filmico, con la rappresentazione del leggendario sprofondamento nel lago ghiacciato dei Cavalieri Teutonici, a cui segue il quadro più intimistico de “Il campo della morte”. In questa sezione è Ksenia Dudnikova ad avanzare lentamente dalle quinte al centro palco, in un sobrio ed elegantissimo abito nero, e ad intonare con voce scura, potente ed omogenea il canto della donna alla ricerca dell’amato tra i valorosi sopravvissuti. Una pagina molto toccante resa con intensa espressività dal mezzosoprano, che unisce una salda impostazione vocale ad una gestualità misurata e solenne. La parte finale è la celebrazione della vittoria, dove spicca particolarmente la bravura delle percussioni in un flusso luminoso e saldamente compatto. Questa sezione richiama più delle altre la retorica del regime sovietico, ma lo fa comunque con il tono di un sincero patriottismo, in un paese che di lì a qualche anno sarebbe stato aggredito dalla Germania nazista e che tuttavia, a ottanta anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, si trova ad invadere le terre sorelle della Madre Russia di Nevskij.

In sala Metha, l’entusiasmo per Stravinskij diviene appassionato tripudio per Prokof’ev, con applausi incessanti e commossi per Coro, Orchestra, la Dudnikova e – ça va sans dire- soprattutto per Gatti.

IGOR STRAVINSKIJ
Sinfonia in do
Moderato alla breve
Larghetto concertante
Allegretto
Largo. Tempo giusto alla breve



SERGEJ PROKOF’EV
Aleksandr Nevskij op. 78
La Russia sotto il giogo mongolo
Canto di Aleksandr Nevskij
I Crociati a Pskov
Sorgi, popolo russo!
La battaglia sul ghiaccio
Il campo della morte
Aleksandr Nevskij entra in Pskov


Ksenia Dudnikova mezzosoprano

Direttore Daniele Gatti

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Foto: Michele Monasta – Maggio Musicale Fiorentino