Spettacoli 2021

Tosca

Ailyn Pèrez, Rame Lahaj

La stagione del teatro Petruzzelli giunge alla sua conclusione con Tosca di Giacomo Puccini, andata in scena per la prima volta il 14 gennaio del 1900 al teatro Costanzi di Roma , tratto dal dramma La Tosca di Victorien Sardou del 1887 e su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, fidi sodali del compositore. Prima di entrare nel merito della recensione, vale la pena ricordare che con Tosca per la prima volta Puccini avrebbe messo in scena un dramma storico, per via del contesto storico in cui l’azione è ambientata, ovvero nel giugno del 1800, a pochi giorni dalla celebre battaglia di Marengo vinta dalle forze napoleoniche contro gli austriaci e fatale per il capo della polizia papalina, il barone Vitellio Scarpia. Alcuni personaggi, inoltre, potrebbero essere realmente esistiti, anche se con nomi diversi o verosimili a quelli riportati nel libretto. È il caso, ad esempio, del Dottor Angelucci, realmente console della repubblica romana, dello stesso barone Scarpia, Gherardo Curci, soprannominato sciarpa, per via di questo accessorio che costantemente indossava. Sul personaggio di Tosca, quasi sicuramente non vi sono dubbi che rispondesse al nome di Angelica Catalani, cantante di grandissimo talento e, come Tosca, di umili origini.

L’allestimento scenico è quello del teatro Massimo di Palermo, la regia è affidata a Mario Pontiggia e le scene e i costumi sono di Francesco Zito. La visione registica è sontuosa, con sfarzosi costumi e rispettosa dell‘ambientazione originaria. Sul podio un eccellente, magnifico, bravissimo Giampaolo Bisanti che trasferisce nelle dinamiche orchestrali la sua trascinante, colorata ed energica personalità, pur tuttavia sempre a servizio del compositore. L’orchestra del teatro Petruzzelli, da lui guidata negli ultimi anni, risponde in modo eccellente. L’Espressiva e variegata direzione del maestro Bisanti è caratterizzata da un piglio deciso e risoluto nella conclusione del primo atto, così come nel medesimo tema che apre l’opera e che caratterizza la figura di Scarpia. Al contempo essa permette all’orchestra di tracciare momenti di assoluto lirismo, angoscia e dolcezza nel caratterizzare l’animo della passionale cantante Floria Tosca. La bacchetta del celebre maestro ricerca il dettaglio nei colori, finanche nelle più recondite sfumature della scrittura pucciniana, i volumi sono perfettamente equilibrati e il costante cesello della partitura gli permette di far raggiungere al poderoso organico orchestrale una straordinaria compattezza di suono. Il maestro Bisanti, inoltre, non manca mai di valorizzare la compagnia vocale nelle sue peculiarità ed esigenze. La sua direzione non prevarica mai le voci, di cui, al contrario, è estremamente rispettoso e con cui il maestro canta, empatizza e respira.

Rame Lahaj, Ailyn Pérez

Nel ruolo del titolo il soprano Ailyn Pérez, soprano dal timbro schiettamente lirico puro, più che lirico pieno, quest’ultimo forse più adatto al ruolo di Tosca. Il fraseggio evidenzia di tanto in tanto qualche lieve colpo di glottide a fini drammatici e interpretativi, specialmente nel duetto del primo atto con Mario Cavaradossi. La Tosca della Perez convince, è una donna gelosa, grintosa e innamorata del suo Mario, lirica e seducente. L‘artista è dotata di pianissimo ricchi di suono, che le consentono di regalare al pubblico un Vissi d’arte supplichevole e dolente. Mario Cavaradossi è interpretato dal bravissimo Rame Lahaj, dalla splendida voce di tenore lirico, omogenea nell’intera gamma, morbida e rotonda, dal bellissimo colore, assolutamente ben proiettata. Il suo Mario è un giovane appassionato, lirico nell’aria d’entrata “Recondita armonia“, dove l’artista ha modo di esibire un ottimo legato. Nel confronto con Scarpia diviene eroico, pronto a difendere con la vita il fraterno amico Angelotti, mentre nella celebre aria “E lucean le stelle“, il cantante è un Mario assorto nei ricordi dei momenti trascorsi con la sua Floria, il suo canto è a fior di labbra con una meravigliosa mezza voce, che successivamente si dispiega in drammatica disperazione nel toccante finale dell’aria, dove il pittore canta il suo amore per la vita. Il si naturale della difficile frase “La vita mi costasse” e il la diesis tenuto sul celebre “Vittoria!” Sono impressionanti per forza e volume.

Ailyn Pérez, Franco Vassallo

Il baritono Franco Vassallo e uno Scarpia dal mezzo vocale imponente, da baritono drammatico, ottimamente sostenuto dal fiato, con scandita dizione. Solo in alcuni punti qualche suono risulta leggermente nasale, ma l’artista dimostra di essere a pieno nel ruolo, anche indulgendo talvolta ad accenti forse eccessivamente veristi, come l’esclamazione “ma fatelo tacere!”, dove il canto cede il passo ad un grido, pur comprensibile per il ruolo del perfido Scarpia.
Bene Alessandro Spina nel ruolo di Cesare Angelotti, Domenico Colaianni in quello del Sagrestano e Christian Collia in quello di Spoletta. Corretti anche lo Sciarrone di Giovanni Augelli, il carceriere di Antonio Muserra e il pastore di Adriana Colasuonno.
Ottimi il coro diretto dal maestro Fabrizio Cassi e quello di voci bianche, che hanno magnificamente brillato nell’ imponente Te Deum, a conclusione del primo atto del capolavoro pucciniano. Il pubblico ha tributato allo spettacolo un caloroso successo, dispensando un’ entusiasta e particolare ovazione all’indirizzo del maestro Bisanti. La recensione si riferisce alla prima del 16 dicembre. Tosca sarà in replica fino al 23 dicembre.

TOSCA – GIACOMO PUCCINI
Melodramma in tre atti, tratto dal dramma “La Tosca” di Victorien Sardou del 1887

INTERPRETATO DA

Floria Tosca Ailyn Pérez

Mario Cavaradossi Rame Lahaj

Il Barone Scarpia Franco Vassallo

Cesare Angelotti Alessandro Spina

Il sagrestano Domenico Colaianni

Sciarrone Giovanni Augelli

Spoletta Christian Collia

Un carceriere Antonio Muserra

Un pastore Adriana Colasuonno



direttore Giampaolo Bisanti
regia Mario Pontiggia
scene e costumi Francesco Zito
disegno luci Bruno Ciulli
maestro del coro Fabrizio Cassi

Orchestra, Coro e Coro di voci bianche del Teatro Petruzzelli

Allestimento scenico | Fondazione Teatro Massimo di Palermo

Foto Clarissa Lapolla cortesia della Fondazione Petruzzelli