Salome – Teatro Massimo, Palermo
La produzione di Salome di Richard Strauss in scena al Teatro Massimo è una rivelazione scenica e musicale, capace di mantenere il pubblico in uno stato di tensione costante dall’inizio alla fine. L’ allestimento dell’Irish National Opera, con la regia di Bruno Ravella e le coreografie di Liz Roche, è qui ripreso da Carmine De Amicis e conquista grazie all’eccellenza del cast e alla profondità dell’interpretazione orchestrale.
Quest’opera del 1905, rivoluzionaria e scandalosa, si basa sul libretto tratto dal dramma omonimo di Oscar Wilde, tradotto in tedesco da Hedwig Lachmann. Strauss ne fa un’opera compatta e incandescente in un solo atto, costruita su tematiche che intrecciano pulsioni erotiche incontrollabili e superstizione religiosa. Il tutto è reso attraverso una scrittura musicale tesa, visionaria e di straordinaria bellezza, che contrasta con l’abiezione del soggetto. I personaggi sono scolpiti dalla musica con estrema precisione, ciascuno definito psicologicamente dalle proprie linee vocali.
La regia sceglie un impianto scenico minimalista ma denso di simbolismi: una grande cisterna semicircolare domina la scena, trasmettendo un senso di chiusura e claustrofobia. L’albero, che troneggia al centro, sembra alludere al simbolo biblico di conoscenza proibita e tentazione. Quando, in seguito, viene sollevato e rivela le radici grondanti d’acqua, l’effetto è folgorante richiamando – in chiave junghiana – la struttura profonda dell’inconscio, con le radici come pulsioni sommerse e la chioma come coscienza. Ma è l’acqua il simbolo più ricorrente e pervasivo di questa produzione, un’allusione al battesimo e alla purificazione, ma anche alla fluidità e alla trasformazione: Salome si muove spesso nell’acqua, nella sua metamorfosi da oggetto di desiderio a soggetto che reclama il proprio potere. All’inizio dell’opera si toglie le scarpe per entrare in quello spazio: un gesto che sembra indicare l’abbandono della sua realtà conscia per esplorare i recessi più oscuri della sua personalità.

Nina Bezu, che sostituisce un’indisposta Astrid Kessler nel ruolo di Salome, è la grande rivelazione della serata. Soprano lirico-drammatico dalla voce morbida e ben proiettata unisce al talento vocale una forza scenica impressionante. La sua danza dei sette veli è fisicamente intensa, quasi dionisiaca, più evocativa di una possessione che di una seduzione. Gestisce le sfumature psicologiche del ruolo con grande intelligenza nella sua evoluzione da adolescente capricciosa a donna schiava di un’ossessione morbosa per Jochanaan, che culmina nella necrofilia. La sua vocalità, pur non amplissima, è sempre presente e funzionale al personaggio. Ma sono il gesto teatrale e la qualità della sua presenza a ipnotizzare lo spettatore.
Accanto a lei, un cast di alto livello: Charles Workman dà vita a un Erode instabile e febbrile, combattuto tra superstizione e desiderio morboso per la figliastra. La sua interpretazione è penetrante e convincente. Tommi Hakala, nel ruolo del profeta Jochanaan, colpisce per la nobiltà del declamato e la forza morale che trasmette: è la voce della giustizia e del rifiuto, e incarna con autorevolezza il disprezzo per la corruzione della corte. Anna Maria Chiuri eccelle nel ruolo di Erodiade: fredda e calcolatrice, esprime con convinzione il suo odio verso il profeta. Ewandro Stenzowski, nei panni dello sfortunato Narraboth – il capitano della guardia innamorato di Salome -restituisce con intensità la fragilità e la disperazione del personaggio.

L’orchestra, diretta da Gaetano D’Espinosa, gestisce la complessità e l’opulenza della partitura con grande equilibrio. Il rischio di coprire le voci è costante, ma viene evitato grazie a una direzione attenta e calibrata. D’Espinosa sa far esplodere l’orchestra nei momenti più drammatici, senza perdere mai il controllo, caricando di energia tellurica i picchi emotivi dell’azione.
Una serata eccezionale, che ha entusiasmato il pubblico e consacrato l’interpretazione incandescente di Nina Bezu come uno dei momenti più memorabili della stagione. Da non perdere.
SALOME
Dramma musicale in un atto di Richard Strauss
Libretto di Hedwig Lachmann, da Salome di Oscar Wilde
Direttore Gaetano D’Espinosa
Regia Bruno Ravella, ripresa da Carmine De Amicis
Scene e costumi Leslie Travers
Movimenti coreografici Liz Roche, ripresi da Carmine De Amicis
Luci Malcolm Rippeth
Orchestra del Teatro Massimo
Allestimento della Irish National Opera
PERSONAGGI E INTERPRETI
Erode Charles Workman
Erodiade Anna Maria Chiuri
Salome Nina Bezu
Jochanaan Tommi Hakala
Narraboth Ewandro Stenzowski
Paggio di Erodiade Michela Guarrera
Primo ebreo Michael Gibson
Secondo ebreo Raphael Wittmer
Terzo ebreo Marcello Nardis
Quarto ebreo Sascha Emanuel Kramer
Primo soldato/Primo nazareno Benjamin Suran
Secondo soldato/Quinto ebreo Lukasz Konieczny
Secondo nazareno Blagoj Nacoski
Un uomo di Cappadocia Mariano Orozco
Uno schiavo Maria Cristina Napoli