Concerti

Gala verdivano – Festival Verdi 2024, Parma

Il Teatro Regio di Parma celebra il compleanno del Maestro Verdi con uno speciale gala lirico.

Nel giorno in cui si celebra la nascita del Cigno di Busseto, il Teatro Regio di Parma organizza un importante e prezioso gala lirico, evento particolarmente atteso del Festival Verdi 2024.
Il programma della serata prevede l’esecuzione, senza soluzione di continuità, di atti e scene tratti da alcuni tra i maggiori capolavori del catalogo verdiano.
In apertura del concerto ascoltiamo l’Ouverture de I vespri siciliani. Sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini, Francesco Lanzillotta costruisce un fraseggio musicale levigato ed avvolgente. Le dinamiche, sbalzate con sapiente equilibrio, si intrecciano alla perfezione tra involi romantici e momenti di palpitante concitazione. Una esecuzione di pregio, opportunamente valorizzata dalla morbidezza e compostezza esecutive della già citata compagine strumentale.

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Francesco Lanzillotta

A seguire, il terzo atto di Ernani.
Sul palco, vediamo artisti in gran parte già impegnati in altre produzioni del Festival.
Dopo averlo già interpretato, proprio sul palcoscenico parmigiano nel 2020, Vladimir Stoyanov torna ora a dare voce al personaggio di Carlo V. Il baritono infonde nella scrittura verdiana il calore di un mezzo che si espande con sicurezza e grazie al quale riesce a cesellare, con particolare enfasi, l’aria “Oh! Dè verd’anni miei!”. Stoyanov, inoltre, con fraseggio accurato e naturalmente espressivo, crea un personaggio a tutto tondo, ponendo l’accento sulla malinconica solitudine del regnante piuttosto che sulla sua autorità.

Accanto a lui, Luciano Ganci, già presente al Festival come Macduff in Macbeth e Foresto in Attila. Il tenore sfoggia una vocalità che, con il suo timbro solare e il colore tipicamente mediterraneo, si sposa idealmente con la scrittura verdiana. Anche in questo caso, è singolare come in poche battute l’artista riesca a caratterizzare, con la giusta efficacia, il personaggio.
Brilla la Elvira di Alessia Panza, giovane artista tra le più promettenti della sua generazione. Il mezzo, oggettivamente importante per volume e per ricchezza di armonici, si espande con spiccata naturalezza sino ad un registro acuto penetrante e ben timbrato. Pregevole anche la caratterizzazione del fraseggio.

Si impone la prova di Giorgi Manoshvili nel ruolo di Silva. Il basso, già splendido protagonista dell’Attila fidentino, sorprende per il velluto di una voce indubbiamente privilegiata e capace di adattarsi, con compattezza e duttilità, a tutte le altezze del pentagramma.
Completano la locandina lo squillante Don Riccardo di Cristiano Olivieri e l’incisivo Jago di Eugenio Maria Degiacomi.

Si prosegue, poi, con Simon Boccanegra e, in particolare, con la splendida, quanto complessa scena del Consiglio di finale atto primo.
Grande protagonista di questo momento musicale è Luca Salsi, nel ruolo del Doge. Il baritono sembra in una forma smagliante e, forte, di una linea vocale poderosa, salda nei centri e di notevole ampiezza, domina la partitura senza riserva alcuna. L’artista, grazie alla assidua frequentazione della produzione verdiana e, soprattutto, di questo ruolo, evidenzia una notevole familiarità non solo con lo stile musicale del Cigno di Busseto, ma sottolinea, con innegabile verità, che cosa si debba intendere per parola scenica. Non un gesto, una intenzione, un colore, vengono sprecati nel canto di Salsi che riesce, così, a creare un personaggio vero e palpitante con un uso magistrale dell’accento. Una prova maiuscola, giustamente salutata da un trionfo personale.

Al suo fianco ritroviamo, nei panni di Amelia Grimaldi, la brava Alessia Panza che, ancora una volta, si disimpegna al meglio nella tessitura verdiana e, specialmente, nel racconto del rapimento, articolato con un fraseggio incalzante e guidato da un canto ricco di suggestivi effetti chiaroscurali.
Altrettanto ben riuscito è l’appassionato Gabriele Adorno di Luciano Ganci, dalla linea morbida e ben appoggiata, tanto nella zona centrale, quanto in quella acuta dove il suono rifulge smaltato e squillante.

Sempre di livello, pur limitata a pochi interventi in questa sezione dell’opera, la prova di Giorgi Manoshvili.
La locandina è, infine, completata dal sonoro Rocco Cavalluzzi, Pietro, e dal riuscitissimo Paolo di Eugenio Maria Degiacomi al quale va il merito, tra l’altro, di caratterizzare i propri incisi con pertinenza e precisione d’accento.

L’ultima parte della serata è dedicata alla scena dell’Autodafé da Don Carlo.
In questa sezione, possiamo pienamente apprezzare la portata della vocalità di Giorgi Manoshvili che interpreta Filippo II con fraseggio scolpito ed imperioso. La linea, con il suo timbro serotino, si dipana nelle pieghe della partitura accarezzando le note ed espandendosi in sala con tonante efficacia.
Il Don Carlo di Luciano Ganci sa essere irruente e spavaldo così come facilissima è la salita a quel si (“sarò tuo salvator”) con il quale deve sempre fare i conti qualsiasi tenore che affronti la parte.
Un’altra conferma anche per la brava Alessia Panza, in grado di donare al proprio canto quella nobiltà d’accento che ben rappresenta la regalità del personaggio.
Un plauso particolare merita, poi, Lodovico Filippo Ravizza, la cui voce scocca come fulmine alla frase “a me il ferro!”.
Melodiosa e ben intonata la voce dal cielo di Fan Zhou, così come di buon livello l’araldo reale di Anzor Pilia.

Come si diceva in apertura, la serata è stata accompagnata con gesto sempre attento e sicuro da Francesco Lanzillotta che ha saputo cogliere, con prontezza e risolutezza, le peculiarità timbriche caratteristiche di ognuna delle partiture rappresentate. Lodiamo nuovamente anche la prova della Filarmonica Arturo Toscanini, il cui suono è parso sempre equilibrato e di ottimo supporto agli artisti via via presenti sul palcoscenico.
Da ultimo, un altro grande protagonista della serata, ovvero il Coro del Teatro Regio di Parma guidato dall’inossidabile Martino Faggiani. Non ci stancheremo mai applaudire la capacità di cogliere i giusti colori, la compattezza, l’intensità di questa magnifica compagine.

La serata, alla quale ha preso parte un pubblico particolarmente numeroso, è stata salutata da grandi applausi per tutti gli artisti presenti.
Si poteva forse sperare in un modo migliore per poter celebrare il compleanno del “nostro” Peppino?

GALA VERDIANO
In occasione del 211° compleanno di Giuseppe Verdi.
Musica Giuseppe Verdi
I Vespri Siciliani, Ouverture
Ernani, Atto III
Carlo Vladimir Stoyanov
Ernani Luciano Ganci
Elvira Alessia Panza
Silva Giorgi Manoshvili
Don Riccardo Cristiano Olivieri
Jago Eugenio Maria Degiacomi

Simon Boccanegra, finale Atto I
Doge Luca Salsi
Gabriele Adorno Luciano Ganci
Amelia Alessia Panza
Fiesco Giorgi Manoshvili
Pietro Rocco Cavalluzzi
Paolo Albiani  Eugenio Maria Degiacomi

Don Carlo, Autodafé
Filippo II Giorgi Manoshvili
Elisabetta Alessia Panza
Don Carlo Luciano Ganci
Rodrigo Lodovico Filippo Ravizza
Una voce dal cielo Fan Zhou
Araldo Reale Anzor Pilia

Filarmonica Arturo Toscanini
Direttore Francesco Lanzillotta
Coro del Teatro Regio di Parma
Maestro del coro Martino Faggiani

Foto: Roberto Ricci