Mussolini è un uomo straordinario. Ha un'audacia e un genio napoleonico. Anche fisicamente mi ricorda Napoleone. Una delle più celebri frasi del giornalista e scrittore tedesco Maximilian Harden è stata presa alla lettera per l'allestimento di "Tosca" alle Terme di Caracalla, in occasione della stagione estiva 2017 del Teatro dell'Opera di Roma. Pier Luigi Pizzi ha infatti deciso di puntare sugli anni Trenta del fascismo per il capolavoro pucciniano, mettendo in stretta correlazione Bonaparte e il duce di Predappio. Non è la prima volta che il regista milanese si affida a questo periodo storico, ma in questo caso qualche accorgimento in più sarebbe stato gradito. Le scelte registiche meritano comunque alcune critiche. Anzitutto, il finale non è stato convincente: Tosca impiega più del dovuto prima di gettarsi nel vuoto, aspettando che la cupola si apra come se fosse una porta scorrevole. Sempre nel terzo atto, poi, il pastorello non appare neanche per un secondo, lasciando un po' perplesso chi è meno abituato alla lirica e che all'improvviso ascolta una voce fanciullesca e romanesca in lontananza. Non si sono visti nemmeno i due candelabri che Tosca dovrebbe appoggiare davanti al cadavere di Scarpia nel finale del secondo atto, tanto da far apparire la protagonista del titolo in scena senza un motivo valido e col rischio di essere scoperta da qualcuno. Il soprano russo ha messo in mostra mezzevoci e pianissimi molto interessanti, anche se non sono stati convogliati in un disegno interpretativo davvero fluido. La sua voce ha comunque la potenzialità per esprimere la sensualità di questo personaggio così complesso, come evidenziato nel duetto d'amore del primo atto. Giorgio Berrugi ha affrontato il palcoscenico nonostante un infortunio e il suo Cavaradossi è stato caratterizzato da grande dignità, con una voce maggiormente a fuoco negli acuti e una qualità timbrica tutto sommato sicura. Roberto Frontali ha affrontato con la consueta verve il ruolo di Scarpia, mettendo in luce la supponenza del capo della polizia papalina e destando l'ammirazione del pubblico con squarci di grande ampiezza e sonorità. Donato Renzetti ha diretto con piglio l'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma, garantendo una buona coesione e ritmo narrativo: le tinte drammatiche sono state impreziosite da pieni orchestrali ampi e vibranti, per non parlare degli stacchi energici. Una maggiore ricerca sugli impasti timbrici soffusi avrebbe potuto alzare ulteriormente il giudizio finale. Infine, il Coro del Teatro Costanzi e gli allievi della Scuola di Canto Corale hanno sottolineato in maniera adeguata la solennità del Te Deum che chiude il primo sipario di "Tosca". I tre atti di Puccini torneranno a Caracalla per altre sette sere, fino al prossimo 8 agosto. Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma Maestro del Coro: Roberto Gabbiani Scene Pier Luigi Pizzi Costumi Pier Luigi Pizzi Luci Vincenzo Raponi Roma, 8 luglio 2017. La prima recita del capolavoro pucciniano alle Terme di Caracalla è stata caratterizzata da un'ambientazione in epoca fascista.
Questa recensione si riferisce alla prima recita a Caracalla dell'opera, il debutto di sabato 8 luglio 2017. Pizzi ha deciso di festeggiare 40 anni di carriera con un allestimento sobrio in cui il bianco e il grigio chiaro sono gli unici colori dello sfondo. Lo scenario è rimasto sempre lo stesso: la Chiesa di Sant'Andrea della Valle è stata privata dei pochi riferimenti ecclesiastici per trasformarsi in Palazzo Farnese, con la cupola tagliata a metà che è rimasta in scena anche nel terzo atto, senza alcun riferimento diretto a Castel Sant'Angelo. Le intenzioni del regista erano quelle di conferire intimismo e claustrofobia all'opera di Puccini, un effetto che si è intuito bene soprattutto nel secondo atto.
I costumi (curati sempre dal regista) sono apparsi più convincenti e adatti al periodo scelto, all'insegna dell'arroganza del potere e della passione. L'ambientazione fascista ha trasformato il barone Scarpia in un gerarca del ventennio, con tanto di posture e movimenti non molto diversi da quelli dello stesso Mussolini: molto apprezzabile è stato il Te Deum che conclude il primo atto, in cui Pizzi ha evitato un sovraffollamento di personaggi, permettendo una migliore fruizione di una delle parti più attese dell'opera. Per quel che riguarda il cast vocale, poi, Tatiana Serjan è apparsa volitiva e immedesimata, anche se con qualche difetto di dizione.
Gli interpreti "minori" si sono fatti apprezzare per il contributo offerto nel corso della serata. Bisogna cominciare con il misurato e incisivo Sagrestano di Domenico Colaianni, senza dimenticare l'intenso Angelotti di Francesco Milanese, l'appropriato Spoletta di Saverio Fiore, lo Sciarrone di Leo Paul Chiarot e il Carceriere di Antonio Taschini. Gli applausi del pubblico romano non sono mancati soprattutto in occasione delle arie più celebri, con una inevitabile preferenza nei confronti di E lucevan le stelle, resa da Berrugi in maniera commovente.
Teatro dell'Opera di Roma - Stagione estiva 2017 alle Terme di Caracalla
TOSCA
Melodramma in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Musica di Giacomo Puccini
Personaggi:
Interpreti:
Floria Tosca
Tatiana Serjan
Mario Cavaradossi
Giorgio Berrugi
Barone Scarpia
Roberto Frontali
Sagrestano
Domenico Colaianni
Cesare Angelotti
Francesco Milanese
Spoletta
Saverio Fiore
Sciarrone
Leo Paul Chiarot
Un carceriere
Antonio Taschini
Coro del Teatro dell'Opera di Roma
Direttore
Donato Renzetti
Regia
Pier Luigi Pizzi
Allestimento del Teatro dell'Opera di Roma
FOTO DI YASUKO KAGEYAMA
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