Verona, 12 settembre 2016. Felice ritorno al Settembre dell'Accademia del direttore indiano Zubin Mehta, che quest'anno festeggia i suoi ottant'anni, con l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
In programma la Sinfonia n. 7 in si min. D.759 (o 8 secondo la classificazione) di Franz Schubert e la Sinfonia n. 9 in re min. di Anton Bruckner.
La partitura della sinfonia schubertiana fu trovata ben trentasette anni dopo la morte dell'autore, divenendo da subito la più popolare ed eseguita. Causa il tardo ritrovamento, il numero attribuitogli è opinabile, sarebbe 8 nella successione delle sinfonie, ma non è errato neppure 7 poiché fu composta, seppur non ultimata, sei anni prima (1822) della "Grande", e volendo essere pignoli potrebbe essere anche la 10 considerando le altre tre sinfonie rimaste allo stato di frammento. La partitura differenzia dalle altre composizioni per intenso colore drammatico e per la linea melodica autorevolmente personale e non ispirata a lavori di colleghi precedenti. I temi principali sono felicissime realizzazioni di reciproco contrasto che produce una trepidante dolorosa atmosfera. Si passa poi a tonalità episodiche instabili, che altalenano una corposa emotività e un lirico racconto.
Anche nel caso di Bruckner siamo di fronte ad "un'incompiuta". Essa avrebbe dovuto concludersi con un Te Deum, come da precise indicazioni del compositore, il quale fu impedito dalla malattia negli ultimi anni di lavoro. Pur presentando temi eroici, si denota una stanca maturità, annuncio di fine imminente. Tuttavia non mancano slanci di forza riacquisita supportata in un canto religioso di ringraziamento. Trasognato e fiabesco è il secondo movimento, abbandonati i funesti pensieri di morte, il compositore si scioglie in una danza umoristica ricca di accenti. Nel finale ascoltiamo un tema caratterizzato da ampi intervalli appassionati, per concludersi in un adagio placido e luminoso, espressione di una visione musicale di totale devozione all'arte.Zubin Mehta concerta Schubert in una lettura lenta e molto lirica, quasi estatica, che parrebbe sfociare in una poetica contemplazione. Nitidissimo il fraseggio, dolce, oltre il concesso il suono, ma in stile di primario romanticismo seppur troppo rilassato.
Di livello notevolmente superiore la lettura di Bruckner, nella quale Mehta non dimentico dei suoi anni giovanili viennesi, pone l'accento sul sentimentale romanticismo del compositore, espressa talvolta a dismisura in un suono possente e molto variegato nel colore. Ha predominato la poetica e la mirabile precisione degli ottoni e degli irruenti sonori, compatti e di grande effetto. L’ha seguito un'orchestra in forma smagliante, che trova nel repertorio romantico un fertile giardino fiorito con tanti germogli in un continuo susseguirsi.
Teatro esaurito in ogni ordine di posto e prolungati applausi al termine, con ovazioni affettuose per Mehta.
ACCADEMIA FILARMONICA DI VERONA - XXV Edizione
Teatro Filamonico
ORCHESTRA DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Direttore ZUBIN MEHTA
Programma:
FRANZ SCHUBERT (1797 - 1828)
Sinfonia n. 7 in si min. D.759 "Incompiuta"
ANTON BRUCKNER (1824 - 1896)
Sinfonia n. 9 in re min.
FOTO fornite dall'Ufficio Stampa dell'Accademia Filarmonica
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